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Speciale NCAA: Le Favorite – (Parte 1)

Sono passati sette mesi da quando Kentucky ha vinto l’ottavo titolo della sua storia e, come ogni anno, durante la offseason tanto è cambiato nel panorama NCAA: l’addio dei senior, il reclutamento di nuovi giocatori dalle high school, il Draft NBA e i trasferimenti da un’università all’altra determinano i notevoli cambiamenti che tutte le squadre subiscono a livello di roster. Basti pensare al totale smembramento dei vincitori, i Wildcats, che hanno visto il loro starting-five e il sesto uomo prendere la strada della NBA, ma che hanno abilmente ricostruito un team in grado di lottare ancora per il titolo agli ordini di coach Calipari grazie al reclutamento di alcuni tra i più quotati prospetti liceali (la guardia Archie Goodwin, l’ala Alex Poythress, il centro Willie Cauley-Stein e l’erede di Anthony Davis, Nerlens Noel) e al trasferimento del playmaker Ryan Harrow da North Carolina State.

Ora che tutte le squadre sono pronte ad iniziare la stagione, è tempo di fare dei pronostici su ciò che ci attenderà in questa stagione, cominciando dalle dieci potenziali aspiranti al titolo:

 

10. DUKE

L’oro olimpico conquistato con la nazionale USA avrà aiutato a far dimenticare a Mike Krzyzewski la sconfitta al primo turno del Torneo NCAA contro Lehigh? Probabilmente no, ma sicuramente gli avrà fatto pensare a cosa ha bisogno questa squadra per tornare ad assaporare quelle Final Four che mancano dal 2010, quando Duke conquistò il suo ultimo campionato nazionale. E basta una parola: Difesa. Sì, con la D maiuscola, proprio per sottolineare l’aggressività e la durezza che coach K richiede ai suoi giocatori nella propria metà campo all’alba della sua trentatreesima stagione alla guida dei Blue Devils. Una forte difesa di squadra è sempre stata alla base del programma cestistico di Krzyzewski, ma l’anno scorso si è solo intravista e le vittorie sono arrivate principalmente grazie al gioco offensivo.

Duke riparte dai suoi tre senior: Mason Plumlee, tornato per il suo ultimo anno dopo la delusione della scorsa stagione, può essere l’uomo chiave se sarà in grado di sfruttare efficacemente i propri mezzi atletici in attacco e in difesa per diventare un giocatore dominante, mentre Seth Curry e Ryan Kelly sono una garanzia nel tiro dalla lunga distanza. Le aspettative sui freshman sono piuttosto alte: Alex Murphy può trasformarsi nel nuovo Kyle Singler grazie al tiro da fuori e alla capacità di passare bene la palla; Rasheed Sulaimon è un realizzatore perimetrale che può dare un grande contributo anche in fase difensiva per mezzo del suo atletismo; Amile Jefferson e l’ultimo dei Plumlee, Marshall, possono essere dei fattori uscendo dalla panchina. I dubbi riguardano la posizione di playmaker, che dovrebbe essere occupata da Quinn Cook, buon penetratore in grado di scaricare la palla ai compagni, che ha mostrato qualche sprazzo del suo talento durante la sua prima stagione, inframmezzata da infortuni.

Pur non avendo in mano un roster stellare, coach K è uno straordinario motivatore e riuscirà a tirare fuori il meglio dai suoi giocatori.

 

9. SYRACUSE

Regola numero uno: mai sottovalutare le squadre di Jim Boeheim. Al trentasettesimo anno sulla panchina di Syracurse, Boeheim si ritrova tra le mani una squadra orfana di Scoop Jardine, Kris Joseph, Fab Melo e Dion Waiters, che avevano condotto Syracuse alla conquista delle 34 vittorie dello scorso anno, nuovo record per gli Orange. Tuttavia, i presupposti ed il talento per fare dell’ultimo campionato nella Big East una buonissima stagione ci sono tutti.

La leadership di Jardine e Joseph verrà rimpiazzata da quella dei senior Brandon Triche, guardia in grado di garantire difesa, rimbalzi e tiro da tre punti, e James Southerland, ala tiratrice che probabilmente sarà l’arma tattica in uscita dalla panchina. La chiave di questa stagione sarà invece la crescita di Michael Carter-Williams, che lo scorso anno ha avuto poco spazio per dimostrare le proprie qualità: playmaker di 1,97m, MCW è stato paragonato nientemeno che a Jason Kidd per statura, gestione della palla e abilità di passatore, che lo rendono il giocatore ideale per creare tiri aperti dal perimetro o servire gli atletici lunghi in mezzo all’area. In difesa, la zona 2-3 di coach Boeheim beneficerà della stazza delle sue guardie, che creeranno non pochi problemi agli avversari. La frontline degli Orange, composta da C.J. Fair, DaJuan Coleman e Rakeem Christmas, assicura aggressività, atletismo e rimbalzi sui due lati del campo.

Riusciranno a compiere un’ultima grande impresa prima di lasciare la Big East? Sotto coach Boeheim tutto è possibile.

 

8. UCLA

Basterà il reclutamento di due tra i migliori liceali a cambiare le sorti dei Bruins?

Gli undici titoli NCAA sono ormai lontani e negli ultimi anni la squadra ha faticato ad ottenere risultati soddisfacenti. Questa però può essere la stagione della trasformazione grazie all’innesto di freshman talentuosi, che tra un anno vedremo probabilmente sui parquet NBA: Shabazz Muhammad è un’ala piccola dalle incredibili doti realizzative, sia in campo aperto, dove ama attaccare il ferro, che a difesa schierata, grazie a un ottimo tiro in sospensione che può crearsi dal palleggio o dal post; Kyle Anderson è quel tipo di giocatore che negli USA chiamano point forward (cioè un playmaker nel corpo di un’ala, e qui spuntano già paragoni illustri con il grande Magic Johnson…), dotato di un’elevata intelligenza cestistica e di un’eccellente visione di gioco, che lo rende un gran passatore, oltre ad essere un buonissimo rimbalzista, aiutato dall’altezza e dall’ampia apertura di braccia; sotto canestro, invece, ci sarà spazio per Tony Parker (omonimo del giocatore degli Spurs), un big man dall’ottimo gioco in post basso, che andrà a formare con i gemelli Travis, David Wear e Joshua Smith un solido reparto. Dopo un paio di stagioni deludenti come playmaker titolare di North Carolina, Larry Drew II ha deciso di passare a UCLA, dove dovrà dimostrare di saper guidare una squadra, coinvolgere i compagni e imporre la propria leadership.

Al momento la NCAA sta indagando su presunte irregolarità nel reclutamento di Muhammad e non si sa quando potrà scendere in campo con la maglia dei Bruins; se ciò dovesse avvenire in breve tempo, UCLA ha il giusto mix di esperienza e talento per disputare un campionato di alto livello. A Ben Howland il compito di renderla una squadra vincente.

 

Marco Montini
@Monty_87

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