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San Antonio Spurs

4-0 Spurs, ma non erano “finiti”?

Durante tutto l’arco dell’estate e della preseason venivano dati per “vecchi”, “finiti”, “arrivati”, come accade ormai da qualche stagione a questa parte. Invece eccoli lì, dopo 4 giornate già a fare la differenza ad Ovest con le loro 4 vittorie, i San Antonio Spurs del maestro Popovich e degli intramontabili Duncan, Parker e Ginobili. Quarta vittoria consecutiva, questa volta ai danni dei Pacers che sono riusciti a mettere a referto soltanto 79 punti, nonostante la front line di primo piano della squadra dell’Indiana.

Chiavi di volta della partita sono stati Gary Neal (l’ex della Benetton Treviso ha realizzato 17 punti uscendo dalla panchina, tirando 8-10 dal campo) e DeJuan Blair, che in 29 minuti di utilizzo ha portato a casa una doppia doppia identica a quella di Duncan (14 punti e 11 rimbalzi), a dimostrazione del fatto di come questa squadra possa contare su un intero gruppo che può di volta in volta fare la differenza sfruttando armi diverse (basti pensare al Parker decisivo a dir poco come relizzatore delle prime 2 uscite stagionali che ieri sera si è fermato ad uno misero 3-13 dal campo).

Giungere a conclusioni definitive dopo sole 4 partite di Regular Season sarebbe troppo affrettato, però cogliere qualche indicazione si.

In primis l’invidiabile forma fisica di Duncan, che corre il campo come faceva 10 anni fa, è presente sotto canestro sia in difesa (vedi stoppata su Durant contro OKC) sia in fase offensiva (vedi schiacciata sulla testa di Ibaka 30 secondi dopo la già citata stoppata). Per il nativo delle Isole Vergini gli anni sembrano non passare mai, per la gioia dei tifosi texani e degli amanti del gioco in generale.

Altro solito fattore determinante per questa squadra è Tony Parker, troppe volte sottovaluto o quantomeno non tenuto in considerazione quanto merita. Sta dimostrando di essere uno dei primi 3 playmaker della Lega e uno dei giocatori più determinanti dell’intera Nba, basti vedere i 2 canestri sulla sirena contro New Orleans e Oklahoma che hanno regalato le prime 2 vittorie agli Spurs.

Terzo (ma non di certo per importanza) è il mancino argentino che uscendo dalla panchina diventa spesse volte l’arma letale della squadra di Popovich, Manu Ginobili, rientrato in campo dopo aver saltato le prime partite, asso nella manica per eccellenza di una squadra che al completo non può non essere annoverata tra le favorite per il titolo assieme ai pluricitati Lakers, Heat, Thunder e Celtics.

L’anno scorso coach Popovich durante un intervallo urlò ai suoi “I want some nasty”. Beh, in questo inizio di stagione gli Spurs sembrano proprio aver recepito il messaggio.

Stefano Salerno

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