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Detroit Pistons Preview: cancellare, dimenticare, ripartire

Reduci da una annata deludente culminata col mancato accesso ai playoff, i Pistons sono nuovamente chiamati alla stagione del riscatto. E questo non potrà che passare necessariamente dalle mani dei due protagonisti – in negativo – dello scorso anno, finiti sul banco degli imputati da ormai tutta l’estate: Reggie Jackson e Andre Drummond

Dove eravamo rimasti?

Tifosi Pistons, facciamo un gioco, vi va? Chiudete gli occhi e per un momento sgombrate la mente da tutti gli orrori a cui siete stati costretti ad assistere la scorsa stagione. Via il 38% ai liberi di Drummond, via le dormite difensive di Reggie Jackson, Stanley Johnson che delude ancora, i rookie spediti in D-League, le sconfitte da 30 punti contro Chicago. Via tutto.

La stagione 2016/17 dei Detroit Pistons in una sola giph: 18 secondi di nulla cosmico, palla a 10 metri dal canestro con 6 secondi sul cronometro con Jackson che abbassa la testa prima di concludere con un improbabile gancio sinistro che non vede neanche il primo ferro. Tutto bellissimo.

24 aprile 2016, Palace of Auburn Hills, Detroit. Riprendiamo da qui. La stagione è appena finita e lo sweep appena subito dai Cavs di uno straordinario Irving lascia tanta delusione quanta consapevolezza che, probabilmente, più di così non si poteva fare. La regular season è stata buona e dai playoff si esce a testa molto alta, con maggiore credibilità, un po’ di esperienza in più e tanti progetti per l’estate.

Ecco, immaginiamo di esserci lasciati qui e dimentichiamoci dell’ultima stagione.

Perché in fondo nessuno vuole ripensare ai 40 milioni in 4 anni garantiti a Leuer la scorsa off-season, ai 21 per 3 dati a Marjanovic prima e a Galloway quest’anno. Nessuno vuole continuare a tormentarsi per il fatto che per ritrovare l’ultima mossa di mercato comprensibile di Jeff Bower – rinnovo di Drummond a parte – bisogna ritornare alla trade di Tobias Harris, che il salary cap è di nuovo intasato, che forse dare via Marcus Morris, uno dei più funzionali e versatili giocatori a roster su entrambi i lati del campo, con uno dei contratti più vantaggiosi di tutta la lega per rapporto qualità/prezzo e 2 anni garantiti, per assicurarsi un anno di Avery Bradley forse non è mossa troppo astuta, specie se ti porta a dover rinunciare alla possibilità di rifirmare Caldwell-Pope.

Nessuno vuole credere che Reggie Jackson sia davvero il giocatore a tratti irritante visto questa stagione, che Leuer non sappia tirare con più del 29% da tre, che una squadra allenata da Van Gundy possa finire al 28esimo posto per percentuale dai 7 metri (33% e tanti saluti al pick and roll Jackson-Drummond, che in questo modo diventa molto più leggibile e marcabile), con uno degli attacchi più asfittici di tutta la lega, con 103.3 di efficienza offensiva su 100 possessi.

Non lo vuole nessuno. Quindi cancelliamo l’ultima stagione e ripartiamo da lì, con le speranze e le aspettative di chi, allora, non credeva di avere davanti a sé un futuro poi così opaco.

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