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L.A. Clippers

Josh Smith esamina il problema dei Clippers

Josh Smith parla del principale problema dei Clippers: gli ultimi minuti di ogni partita, in cui il team californiano si sfalda senza possibilità di gioco.

I Los Angeles Clippers hanno aperto questa stagione nel peggiore dei modi per un team, a detta di tutti, che dovrebbe quantomeno essere tra le prime 4-5 pretendenti al titolo. Il record 7-8 stagionale è, però, una estrema prova di quanto le cose non stiano andando affatto bene in casa losangelina, con la difesa come principale colpevolezza di risultati deludenti. Non ultime sono state le prestazioni (e sconfitte) fornite allo Staples Center contro Toronto prima (imbarazzanti primi due quarti di gara per il team di Doc Rivers) e Utah dopo (non esattamente quel tipo di squadra che dovrebbe uscire vincitrice tra le mura di casa).  Ma non è tutto qua, la partita contro Golden State ha evidenziato ulteriori carenze: la disfatta del gioco negli ultimi minuti delle partite giocate punto a punto.

E quindi, quale possono essere i problemi di tutto ciò? Il neo arrivato Josh Smith, fresco di litigio nella locker room, ha una sua idea che fa riferimento a carenze mentali dell’intero roster dei Clippers:

“Dobbiamo combattere per passare attraverso quella barriera mentale. Penso proprio che mentalmente non siamo così forti quanto potremmo essere. Ogni tanto mi pare di percepire che quando siamo in vantaggio, ma stiamo per essere rimontati, non siamo in fiducia e non riusciamo a cambiare marcia per cambiare le cose. Dobbiamo essere mentalmente più forti.”

E’ tutto qua il problema dei Clippers? Non solo, ma l’importante è riconoscere che un problema ci sia.

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