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Non solo NBA, Wembanyama: “Rubo a Giannis e Durant. Voglio essere immarcabile”

Nell’intevista a L’Equipe Wembanyama ha parlato dei suoi obiettivi e dei suoi modelli in NBA

Wembanyama

Victor Wembanyama non ha ancora giocato un minuto in NBA, ma il suo nome ha già polarizzato ogni discorso degli addetti ai lavori. Il giovane talento francese classe 2004 è considerato uno dei migliori prospetti della storia, e tutti sognano la prima scelta assoluta al prossimo Draft per selezionare questo giocatore generazionale. Ieri, approfittando dell’impegno in nazionale contro la Lituania, è stato protagonista di una lunga intervista con L’Equipe. Ha parlato di come si sente e degli obiettivi per il futuro:

“Resto con i piedi per terra, sono un giovane di 18 anni, il più umile e fedele a me stesso possibile. Ma ho delle ambizioni, e ho fiducia in me stesso. Mi ispiro ai grandi giocatori del passato, ma con l’idea di creare una mia filosofia e un mio gioco, qualcosa di nuovo. […] Ho diversi obiettivi sul medio e sul lungo termine, e terrò per me la maggior parte. La mia volontà di giocare in NBA è chiara, e voglio anche vincere un titolo. Ho anche l’intenzione di essere la prima scelta assoluta al prossimo Draft. Non mi aspetto né di più né di meno, perché so per cosa sto lavorando”

Il giovane cestista francese ha detto che non gli piace essere paragonato ad altri giocatori e che è consapevole delle sue caratteristiche uniche:

“Voglio essere me stesso e creare il mio personaggio. Vorrei diventare immarcabile un giorno. Un giocatore capace di adattarsi a tutte le situazioni, versatile su entrambe le metà del campo. Mi piacerebbe giocare a pallacanestro come gioco a scacchi, prevedere ogni mossa dei miei avversari e avere la risposta giusta”

Wembanyama ha poi parlato dei suoi idoli NBA e dei giocatori a cui più si ispira:

“Sono un grandissimo fan di Kobe Bryant, a cui penso ogni giorno dopo la sua morte. La sua scomparsa mi ha scioccato. Conosco i suoi numeri, i suoi record, ma ammiro soprattutto la sua mentalità, l’etica del lavoro e l’approccio con cui giocava. […] Quando soffro, quando ho un dubbio, mi domando cosa avrebbe fatto Kobe. E so che devo fare di più. […] Guardo poche partite per divertirmi, le guardo per imparare. Lo faccio con Kevin Durant e Giannis Antetokounmpo, la loro tecnica, i movimenti, l’attitudine. Cerco di rubare aspetti del loro gioco e ripeterli in campo”

 

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