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Risultati NBA: i Clippers cadono sotto i colpi di Zion e Ingram, Simmons flexa davanti ai 3000 di Philly nella notte dei rookie

In una serata NBA che vede ben tre esordienti ritoccare al rialzo il proprio career-high, Anthony Edwards si prende la scena per battere di misura i Blazers di Lillard, Patrick Williams e Aleksej Pokusevski si rivelano preziosi nei successi casalinghi di Bulls e Thunder, mentre il “vecchio” Curry festeggia il compleanno nel migliore dei modi. Miami si aggiudica il derby della Florida, con Spurs e Rockets che incappano in due sconfitte molto pesanti

(21-18) Miami Heat 102 – 97 Orlando Magic (13-26)

Quarta vittoria di fila per gli Heat, che proseguono nel loro momento positivo a scapito dei cugini di Orlando, superati a domicilio grazie a una giocata decisiva del solito Jimmy Butler, autore per l’occasione di 29 punti, 9 assist, 7 rimbalzi e 5 palle recuperate.

Inizio di gara a marce piuttosto basse da entrambe le parti, con Miami che nel primo quarto si prende tre punticini di scarto che resteranno tali fino all’intervallo lungo (48-45). Di ritorno dagli spogliatoi, sono però i padroni di casa a piazzare la prima zampata del match grazie a un parziale da 32-25 in cui Nikola Vucevic, con i suoi 17 punti – a fine gara saranno poi 38, con 10 rimbalzi e 6 assist – recita un ruolo decisamente importante ai fini della rimonta di Orlando.

Rimonta che, però, non va a buon fine: nel corso dell’ultimo quarto le due squadre si scambiano la testa del match in più di un’occasione, ma alla fine sono gli Heat ad avere la meglio grazie anche al pallone recuperato da Jimmy Butler dopo un passaggio da rivedere da parte di Michael Carter-Williams: layup in contropiede a 4 secondi dal termine e vittoria in cassaforte.

Con quella di stanotte diventano otto le sconfitte consecutive dei Magic, a cui non bastano neppure i 31 punti di un ispiratissimo Terrence Ross. 22 punti in uscita dalla panchina, invece, per Tyler Herro, in dubbio fino a qualche ora prima del match e determinante dalla panca per la W numero 21 della regular season di Miami.

(19-16) San Antonio Spurs 99 – 134 Philadelphia 76ers (27-12)

Serataccia da dimenticare in fretta quella degli Spurs a Philadelphia, dove i padroni di casa dei Sixers banchettano tra gli speroni nella prima gara senza la stella di Joel Embiid a illuminare il parquet del Wells Fargo Center, con 3071 spettatori tornati ad assistere dopo tanto tempo al trionfo di Philly.

Gara che si mette subito in discesa per i ragazzi di Doc Rivers, che già nel primo quarto mettono in cascina 11 lunghezze utili a tenere distanti i pur arrendevoli ospiti, che dopo una seconda frazione in ripresa crollano una volta per tutte nel terzo periodo, nel corso del quale vengono letteralmente spazzati via dal campo da Ben Simmons e compagni.

Terrificante il parziale di 46-21 fatto registrare dai Sixers al rientro dagli spogliatoi dopo l’intervallo lungo, con lo stesso Simmons che può permettersi il lusso di flexare un po’ i muscoli per mandare in visibilio la ritrovata folla del palazzo.

Alla fine per lui saranno 14 punti e 9 assist, con Tobias Harris a fare la voce grossa con i suoi 23 punti, 9 rimbalzi e 7 assist e Seth Curry a dargli una mano con altri 21 punti. Difficile salvare qualcuno tra le fila degli Spurs, ma quantomeno Derrick White – che chiude con 17 punti, 4 assist e 4 rimbalzi – ci mette del suo per rendere meno amaro il risultato finale: obiettivo fallito.

(25-15) Los Angeles Clippers 115 – 135 New Orleans Pelicans (17-22)

La premiata coppia Williamson-Ingram coglie decisamente di sorpresa i Clippers, che inciampano senza appello sul campo dei Pelicans nonostante i 23 punti con il 69% dal campo di Kawhi Leonard.

L’inizio è di quelli da dimenticare per la squadra di coach Lue, che già in apertura di gara incassa una prima, sonora, ripassata concedendo dodici lunghezze di margine ai padroni di casa (24-36). Storia che si ripete anche dodici minuti più tardi, all’inizio del terzo periodo, quando i padroni di casa mettono il turbo piazzando un parziale da 26-43 utile a scoraggiare gli avversari dal tentare un’ormai tardiva rimonta. A mettere il punto esclamativo ci pensa poi Jaxson Hayes, che si porta al casa il poster di Reggie Jackson con un’esultanza un po’ sopra le righe che gli costa anche un tecnico.

Poco male, perché le ragioni per sorridere in casa Pelicans sono davvero tante, a partire dai 27 punti in 32 minuti di Zion Williams fino ad arrivare ai 23 in 26 di Brandon Ingram, senza dimenticare i 20 punti realizzati da Lonzo Ball. Dall’altra parte, stecca invece Paul George, fermo a quota 15 punti come Luke Kennard.

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