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NBAReligion Talks: Davide Moretti

Davide Moretti ha scelto in grande e, dall’Italia è partito per gli Stati Uniti con l’obiettivo di atterrare in NBA

La dinastia Moretti sul parquet della pallacanestro ha un secondo erede: Davide. Coloro che seguono il basket del nostro paese, conosceranno con ogni probabilità papà Paolo. Tre campionati con la Virtus Bologna, due coppe Italia e due Supercoppe e, non mancano i successi in nazionale: due medaglie d’oro ai Giochi del Mediterraneo e un argento agli Europei di Spagna 1997. Una vita devota al basket, prima nelle vesti di giocatore e poi in quelle di coach.

Adesso, però, è il momento di Davide. Il classe ’98 non si pone limiti e dopo qualche esperienza tra Pistoia (dove debutta in serie A a soli 16 anni, ndr) e Treviso, ha deciso di prendere un aereo in direzione Stati Uniti. Attualmente gioca tra le fila della NCAA, precisamente con Texas Tech. Tra passato, presente e futuro, noi di NBAReligion lo abbiamo intervistato per una chiacchierata.

 

Siamo alla fine di una stagione NCAA molto particolare, senza il classico torneo di Marzo e Final Four. Come giudichi la scelta di cancellare tutto?

“La giudico una scelta più che giusta. Si tratta di un problema che va al di fuori dello sport e di qualsiasi altra cosa, quindi, quello che stanno facendo con la NCAA e con gli altri campionati penso sia la cosa più giusta da fare. Al momento dobbiamo mettere prima la salute, dobbiamo salvaguardare i nostri cari e le persone che ci stanno intorno per poi tornare alle cose normali. C’è la delusione, ma pensiamo già a come ripartire la prossima stagione.”

 

A questo punto c’è da capire cosa fare in vista della prossima stagione. La domanda è secca: quanto credi nel sogno NBA? Ti dichiarerai eleggibile per il prossimo Draft?

“Ho il sogno NBA da quando ero piccolino, non mi sono mai nascosto dietro questo e l’ho sempre detto. Ho intenzione di dichiararmi al Draft e c’è ancora qualche piccolo pensiero. Il mio piano sarebbe quello di fare i provini, i workout, ma a quanto sento non ci saranno. Al momento resta solo un pensiero molto piccolo a causa di questo problema del virus. Spero che il duro lavoro di tutti questi anni venga ripagato. Ci credo tanto e sono determinato per riuscire ad arrivarci. “

 

Pensi che la situazione attuale possa influenzare la tua decisione? Attualmente è difficile pensare all’esecuzione del Draft Combine e all’organizzazione di workout con squadre NBA.

“Avevo in mente di fare workout NBA, Draft Combine e avevo già stabilito un piano di azione. Purtroppo è saltato tutto e non si sa neanche se la Draft Combine ci sarà. Stanno organizzando colloqui online, ma non si possono fare workout. È tutto più diverso, tutto più difficile. Questa gran confusione mi ha messo i bastoni tra le ruote e ha influenzato tantissimo la mia decisione, in quanto non so più cosa sia meglio fare per me. Non so se sia meglio tornare in Europa o continuare con i Texas Tech. È una cosa a cui sto pensando molto intensamente in queste settimane, ma purtroppo non ho le idee chiare perché in giro c’è tanta confusione, tanta incertezza per quanto riguarda la prossima stagione sia in America e sia in Europa. Questa situazione sta influenzando le mie decisioni.”

 

Facciamo un gioco: avessi l’opportunità di scegliere, in quale squadra NBA ti piacerebbe giocare?

“Mi piacerebbe giocare in qualsiasi squadra, mi piacerebbe arrivarci e basta in NBA. Però, simpatizzo molto per i San Antonio Spurs.”

 

Hai un idolo di riferimento con cui sei cresciuto?

“Sono cresciuto con la voglia di imitare mio padre e con la voglia di volerlo battere. Mio padre è sicuramente qualcuno a cui mi sono ispirato tanto. Crescendo sono diventato un fan sfegatato di Manu Ginobili, che è stato il mio idolo e lo è ancora per il giocatore che era e che è stato. Ho studiato altri giocatori, ma come idoli ho mio padre e Ginobili.”

 

Tornando al basket NCAA: hai già fatto diversi anni di esperienza in Italia, quali sono, secondo te, le principali differenze con il basket NCAA/americano?

“Le principali differenze sono la fisicità e l’atletismo, i quali sono di prim’ordine. Infatti, molti ragazzi lasciano dopo il primo anno perché sono già pronti fisicamente. Secondo me in Europa, dev’esserci un lavoro di formazione molto più lungo e molto più difficile. C’è una velocità di esecuzione più rapida. Il campionato NCAA è molto diverso rispetto a quello che mi sono ritrovato ad affrontare nei due anni a Treviso, a Pistoia. La differenza tra un campionato dilettantistico se così si può dire, quello della NCAA, e uno professionistico come quello europeo c’è.”

 

L’insegnamento più grande che hai appreso negli States? In cosa ti sta arricchendo questa esperienza?

“L’insegnamento più grande è che non ti viene regalato niente. Se vuoi qualcosa, devi andare lì e prenderla. I tre anni a Texas Tech sono sempre stati incentrati su questo e nessuno mi ha mai regalato niente, dallo starting five alle Final Four. Penso che la dedizione e la voglia di migliorare tutti i giorni che ho portato mi abbiano aiutato a raggiungere queste cose. Sono due fattori che servono per raggiungere ciò che ti sei preposto.”

 

Capitolo Nazionale: quando ti vedremo in campo con l’Italia dei ‘grandi’? L’anno prossimo ci sarebbero anche le Olimpiadi.

“Spero presto. Anche questo è un sogno che ho da quando ero piccolo. Giocare per la mia nazionale e rappresentarla è qualcosa che ho a cuore, sin dalle selezioni provinciali. Non vedo l’ora di riuscire a indossare la maglia della nazionale e spero di avere un’opportunità il prima possibile per coronare un piccolo sogno, cioè quello di riuscire a giocare alle Olimpiadi. Più di tutto, spero di avere questa opportunità e di togliermi tante soddisfazioni con la maglia della nazionale addosso.”

 

L’augurio che ti fai in vista della prossima stagione?

“Mi auguro di riuscire a togliermi tutte le soddisfazioni che non sono riuscito a togliermi quest’anno. Sono sicuro che il prossimo anno non ci sarà l’amaro in bocca come in questo. Non me lo posso permettere e non voglio che accada di nuovo per alcuna ragione al mondo. Questo è il mio augurio. “

 

A nome di tutta la redazione, un caloroso ringraziamento e un grande in bocca al lupo a Davide Moretti.

 

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