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Road to NBA Draft 2019: prospetti al di là dei numeri

Conclusa la lotteria, il Draft può riservare sempre diverse sorprese, qui alcune delle storie dei tanti giocatori meno noti che potremmo ritrovare tra il primo e il secondo giro

I ragazzi della West Coast

Moses Brown

Spostandoci dalla costa atlantica a quella opposta, atterriamo nella Città degli Angeli e in particolare in uno degli atenei più famosi e storici della nazione, UCLA. Nonostante il suo blasone l’università, che ha visto calcare il proprio parquet da giocatori come Kareem Abdul-Jabbar e più recentemente Kevin Love e Russell Westbrook, non supera le semifinali dei regional dal triennio 2005-2008 con le tre final four consecutive, e in questa stagione non si è neanche qualificata per la March Madness chiudendo 7th nella Pac-12 con un record di 9-9.

Nonostante questo UCLA potrebbe mandare ben 3 giocatori al prossimo Draft e uno di questi, quello da certi versi più intrigante, sopratutto dal punto di vista fisico, è Moses Brown centro di 216 cm che aveva ben cominciato la stagione (11.5 punti di media con 9 rimbalzi e 3 stoppate di media nei primi due mesi con una partita record da 23 punti, 14 rimbalzi e 8 stoppate), salvo poi chiudere in calando nel 2019 mostrando oltre a qualche lacuna tecnica anche un carattere abbastanza fragile

Dal punto di vista tecnico Brown ha un grandissimo tempismo nella stoppata, riuscendo anche a limitare i problemi di falli in cui spesso rischiano di incappare questi ottimi atleti (2.6 stoppate con 2 falli a partita di media). Inoltre ha un’ottima mobilità sulle gambe per la sua taglia e va molto forte a rimbalzo, sia in attacco che in difesa.

Il suo problema è che lontano dallo smile è un giocatore ancora assolutamente inefficiente: non possiede alcun range di tiro e anche alla lunetta le percentuali sono disastrose (35% su 4 tentativi a partita).Il nativo del Queens viene dato verso metà secondo girò ed è improbabile che non ci sia nessuno che voglia provare a dargli una possibilità (in molti gli avevano consigliato di rimanere almeno un altro anno i California), ma su di lui bisognerà investire davvero tanto lavoro per renderlo un giocatore da NBA.

 

Kris Wilkes

Al contrario del suo compagno Brown, per Kris Wilkes questa è stata la stagione della consacrazione, nonostante i risultati infelici della squadra, dopo che già nel 2018 entrò nel Draft salvo poi ritirare il proprio nome dopo le combine. L’ala di UCLA ha chiuso la stagione a 17.4 punti di media con 4.8 rimbalzi. Unici tarli un 33% da tre punti e un 66.7% ai liberi su cui sicuramente dovrà lavorare in vista della NBA.

Il nativo di Indianapolis è stato costante in tutta la sua annata chiudendo solo 2 volte sotto la doppia cifra di punti e andando 6 volte sopra i 25, con anche un 30ello nella partita contro Arizona.

Il meglio di se Wilkes lo fa sicuramente vedere in campo aperto e attaccando il ferro sfruttando a pieno i suoi 203 cm coadiuvati da 97kg. Nonostante il suo strapotere fisico il giocatore UCLA è molto bravo a giocare con i compagni ed è sottovalutato come trattatore della palla e passatore. Come già detto dovrà sicuramente lavorare sul proprio tiro sia da tre punti ma anche dal mid range, per trovare una valida alternativa alle penetrazioni quando si troverà gli intimidatori d’area della NBA. I Mock Draft lo danno come il suo compagno verso le metà del secondo giro, ma onestante, nonostante non sia un freshman non rimarrei sorpreso se qualcuno decidesse di investire su di lui anche qualche posizione prima puntando su un giocatore con meno potenziale, ma su un realizzatore di sicuro e immediato impatto

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