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Road to Draft 2018: De’Anthony Melton

Uno dei migliori difensori di questo Draft, rimbalzi e atletismo sopra la media. Come realizzatore ci sarà ancora molto da lavorare

Squadra: USC (Sophomore)

Ruolo: Point Guard

2016-17 Stats Per Game:

Pts TotRebs DefRebs OffRebs Asts Stls Blks FG% 3pts FG% FT%
8.3 4.7 3.3 1.4 3.5 1.9 1 43.7 28.4 70.6

2016-17 Advanced:

Ast% Reb% OffReb% DefReb% TO% Usg% Blk% eFG% TS%
22.5 9.9 13.8 6 18.5 17.7 3.9 48.3 53

 

Annata difficile quella di De’Anthony Melton, che è un sophomore solo sulla carta essendo rimasto fermo per tutto l’anno a causa di qualche problema con le regole NCAA. Il nativo di North Hollywod è infatti finito sotto la lente d’ingrandimento delle autorità che da tempo indagano sui pagamenti irregolari nel recruitment di diversi atenei della nazione.

Per questa ragione USC ha deciso di tenere fermo il giocatore per tutta la stagione 2017/2018, nonostante in questo caso specifico, lui non fosse direttamente colpevole, almeno a quanto dicono per ora le indagini (nel caso specifico i colpevoli sembrerebbero essere un suo amico e l’assistant coach Tony Bland). Senza di lui i Trojans hanno chiuso con un record di 24-13 mancando la qualificazione al torneo NCAA. Nonostante l’anno lontano dalle partite l’interesse nei suoi confronti non sembrano essersi affievolito, ed il giocatore si è presentato alle combine con tanta voglia di dimostrare il suo valore, cosa che non ha potuto fare in questo inizio di 2018.

 

Punti di forza

La difesa in primis. De’Anthony Melton è quel tipo di giocatore che ami quando gioca insieme a te nella tua squadra, ma che non vuoi mai affrontare tra le file degli avversari. A fronte dei sui 193cm infatti il giocatore di USC possiede un wingspan di 207cm che ne fanno un difensore sulla e lontano dalla palla di assoluto livello, con anche un notevole fiuto per la stoppata. I numeri sono dalla sua parte: 2 rubate e 1 stoppata a partita a partita in soli 27 minuti sul parquet (in percentuale ha un Blk% più alta di un atleta pazzesco come Marvin Bagley, 3.9 a 2.6).

Tra gli esterni Melton è uno dei migliori stoppatori della nazione.

Come rimbalzista è di gran lunga sopra la media, forse uno dei migliori tra le point guard della nazione; i palloni tirati giù sono 10 se rapportato per 100 possessi (un ottimo rimbalzista come Mikal Bridges ne prende 9.4). Da questi rimbalzi molto spesso Melton è in grado di condurre la transizione in maniera molto efficace, arrivando molto spesso al ferro prima degli altri nove giocatori sul parquet.

L’atletismo e la capacità di concludere al ferro sono sicuramente un punto di forza per il giocatore dei Trojans, che predilige questo tipo di soluzione, sopratutto se può utilizzare la mano destra. Non ha alcun timore dei difensori avversari e anzi, molto spesso cerca il contatto per trovare il giusto equilibro nel concludere ed evitare la stoppata.

Senza paura contro uno stoppate come Jordan Bell.

Anche le doti di playmaking sono buone, meglio sicuramente in transizione che nel gioco a metà campo, ma, come fatto vedere anche alle combine, ha sviluppato ottime letture anche nel giocare il pick-and-roll.

 

Punti deboli

Il tiro è sicuramente l’aspetto del suo gioco su cui dovrà lavorare di più. Nel suo unico anno di NCAA Melton ha tirato poco e male da oltre l’arco, il 28.4% con appena due tiri a partita. Una percentuale che in NBA si tende a pagare ancora di più, sopratutto quando vieni costantemente sfidato a prenderti questo tipo di conclusioni. Le cose vanno un po’ meglio da più vicino, ma neanche troppo. Stesse difficoltà ai tiri liberi, dove il giocatore ha mantenuto una percentuale appena superiore il 70%, una pecca per un atleta che tende a penetrare così tanto e quindi a subire falli.

Non fate troppo affidamento su questo tiro per ora, solamente 21 realizzati in stagione.

Queste difficoltà al tiro lo portano a non essere un realizzatore affidabile, gli 8.3 punti, seppur in soli 27 minuti di gioco, sono un dato assolutamente migliorabile, anche se molto dipenderà dal tipo di ruolo che potrebbe avere in squadra.

Un’altra pecca è sicuramente la scarsa predisposizione ad usare la mano debole. In penetrazione Melton utilizza quasi esclusivamente la mano destra e le poche volte in cui usa la sinistra risulta essere molto meno efficace. Come per il tiro, avere questi punti deboli in NBA può essere molto pericoloso quando si incontrano delle difese attente che studiano nel minimo dettagli i punti deboli degli avversari.

Upside

Per De’Anthony Melton si prospetta un sicuro ruolo di specialista difensivo in questi primi anni di NBA. Il mix di doti atletiche e fisiche non ne fanno un semplice difensore competente, ma un difensore di assoluto livello da dirottare sul perimetro per marcare i migliori giocatori avversari.

La sua parabola però potrebbe non limitarsi esclusivamente a questo. Per caratteristiche il prodotto di USC ricorda il Terry Rozier dei primi anni a Boston, ottimo difensore, che portava energia e grande intensità entrando dalla panchina, ma realizzatore assolutamente modesto, sopratutto da tre punti (nonostante a Louisville avesse dimostrato più doti offensive di Melton). Secondo questo schema non è da escludere assolutamente un suo possibile miglioramento al tiro e nella capacità di produrre punti, che potrebbe portarlo ad essere il tipo di giocatore che è ora “Scary” Terry (11 punti e quasi il 40% da tre in quest’ultima stagione).

 

Draft prediction

Nonostante l’anno di inattività, l’interesse intorno al giocatore è rimasto quasi del tutto intatto, e questo la dice lunga sulle potenzialità che Melton potrebbe esprimere in NBA secondo diversi addetti ai lavori. In questo momento nell’ultimo Mock Draft viene inserito ad inizio secondo giro dove potrebbe far molto comodo a tutte quelle squadre alla ricerca di una maggiore solidità difensiva (Phoenix, Sacramento, Orlando, Atlanta).

Proprio gli Atlanta Hawks potrebbero essere una delle franchigie più interessate: la squadra del neo coach Lloyd Pierce ha tre scelte oltre alla terza assoluta, e due di queste sono alla numero 30 e alla 34. L’ex assistant coach dei Sixers inoltre apprezza molto gli esterni con un’ottima predisposizione a difendere forte sulla palla, dopo anni di lavoro con giocatori come TJ McConnell e Robert Covington.

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