Il momento no dei Cleveland Cavs ormai va avanti da un mese abbondante (4 vittorie e 11 sconfitte dal 19 dicembre scorso). Coach Tyronn Lue, dopo l’ennesima brutta sconfitta (114-102 nella notte dei 30.000 di LeBron, contro i San Antonio Spurs), ha già fatto sapere di voler modificare il quintetto. Il principale indiziato per una transizione da starting five a panchina è JR Smith. La guardia 32enne avrebbe fatto sapere – fonte ESPN – di essere disposta a giocarsi le proprie chance dal pino.
PASSO INDIETRO?
Smith è abbondantemente alla peggior stagione in carriera. L’esterno originario del New Jersey ha medie di 7.4 punti (career low), 2.9 rimbalzi e 2.1 assist a partita. Il reparto percentuali non va meglio: 37% dal campo, 34% da tre e 69% dalla lunetta. Il tutto con un minutaggio corposo (30 a gara).
Il turning point – sin qui in negativo – della stagione Cavs è stato l’ingresso in quintetto di Isaiah Thomas, fermo fino al 2 gennaio per infortunio. Lo starting five composto da Thomas stesso, da Smith, Crowder, LeBron e Love non sta funzionando. 94.9 i punti segnati per 100 possessi. 117.7 quelli lasciati agli avversari. Per un net rating di -22.8.
Smith ha subito in modo particolare l’inserimento di Thomas. IT ha bisogno di avere la palla in mano per essere efficace, esigenza che mal si sposa col flusso offensivo necessario a dare il meglio per un tiratore come JR. La shooting guard sta convertendo con un orrido 24.3% da tre da quando Thomas è in quintetto.
Le opzioni possibili, a questo punto, non paiono tantissime. Lue potrebbe rimettere Wade nello starting five (come a inizio stagione), bruciandosi così il boost garantito dal veterano contro le pachine avversarie. Oppure potrebbe provare il doppio play Thomas-Rose, perdendo però spaziature ed efficacia difensiva. O, ancora, un altro tiratore come Kyle Korver avrebbe le fiches – almeno offensive – per prendere il posto di Smith.
Venerdì, contro i lanciati Indiana Pacers del fresco All-Star Victor Oladipo, partirà – in un modo o nell’altro – la Cavs-rivoluzione.
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