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Primo Piano

Rookie Ladder – Episodio 3

Un episodio gattopardico, movimentato, dove tutto cambia perché nulla cambi…

11 – Frank Ntilikina ( = )

In lotta fino all’ultimo per entrare nella top 10 con il buon Fox alla fine si è dovuto accontentare dell’undicesima piazza. Se nella metà campo offensiva è ancora tutto da costruire (7.5 punti di media a dicembre con il 37.5% da 3), con grandi punti di domanda sul livello che potrà raggiungere, dalle parti del suo canestro potrebbe diventare un fattore in tempi brevi, esattamente come ha scoperto suo malgrado Kyrie Irving in questa clip. Anche i numeri iniziano a dargli un po’ di ragione: Defensive Rating importante (99.6 punti su 100 possessi) e minutaggio in costante crescita (siamo oltre i 24 a partita). Ripassare nei prossimi episodi per sperare in un’ascesa in classifica.

12 – Bogdan Bogdanovic ( ↑ 4 )

Piano piano il buon Bogdan risale la corrente e si piazza in odore di top 10. Finalmente sopra gli 11 punti di media, finalmente con buone percentuali (49.6% dal campo, 40.9% da 3), finalmente con qualche responsabilità in più anche nella creazione del gioco (carrer-high di 8 assist contro Cleveland e più di 3 passaggi vincenti a partita). Alla fine sta arrivando Bogdan: il posto di Fox come migliore matricola in quel di Sacramento, da qui alla fine dell’anno, non è così scontato. Sempre che quel giovincello di nome Vince Carter…

13 – Jordan Bell ( ↑ 12 )

Decollo verticale. Non riesco a trovare una definizione migliore da dare al dicembre di Jordan Bell, il giocatore che ha fatto il salto in avanti più grande dell’episodio. Difficile non capire il perché: quasi 20 minuti a partita, qualche partenza in quintetto, 7.3 punti con il 65% dal campo, più di 5 rimbalzi a partita, quasi 3 assist ad allacciata di scarpe e più di una stoppata e un recupero di media. In aggiunta, per gradire, la sensazione di poter spingere ancora un passo più in là l’avanguardia degli Warriors quando schierato in coppia con Green. Ci si aspettava che dalla crisalide potesse uscire un giocatore del genere. Ecco, forse non al terzo mese di carriera e in una delle squadre più forti all-time.

Voi pensate che questo qui lo avevano scelto i Bulls (!) alla 35 (!!) e lo hanno regalato ad una squadra che il suo Draymond Green lo ha già (!!!) 

14 – Bam Adebayo ( ↑ 7 )

Era sparito un po’ dai radar in novembre, ha sfruttato appieno le assenze dei vari Whiteside e J.Johnson per ritagliarsi nuovamente un ottimo minutaggio (24+ minuti) in rotazione. Giocatore pescato al draft con l’etichetta ben appiccicata addosso di schiacciatore e rimbalzista sta dimostrando, grazie al sapiente lavoro di coach Spolestra e del suo staff, di poter aggiungere letture offensive di discreta qualità. Più dei 5.5 rimbalzi a partita (può sicuramente fare meglio) impressiona l’1.7 alla voce assist. Primo mese con Net Rating quasi a livello (-0.6). Se il ritorno degli infortunati non incide troppo sul minutaggio (difficile) può salire ancora.

15 – Luke Kennard ( ↑ 2 )

Non chiedetegli più di quello che sta facendo adesso. Un buon giocatore di rotazione in una squadra a cui serve un tiratore che non sia solo un tiratore. Ha fatto peggio di novembre, un po’ come i suoi Pistons, ma sale in classifica perché quelli che gli stavano davanti hanno fatto peggio di lui. Continua ad essere una sicurezza al tiro pesante (47%) e tornare ad avere quell’impatto difensivo su cui, però, influisce molto la salute di tutto il sistema Pistons. Under investigation.

16 – Dillon Brooks ( ↓ 3 )

Il dicembre del junior da Oregon non merita un calo di tre posizioni, ma i Grizzlies hanno fatto troppo schifo per rimanere indifferenti. Si annoverano, tra le altre, sconfitte a Phoenix e in casa contro Miami (-25): il nostro ha chiuso con 6 punti totali queste sfide, perché la NBA è anche un posto stronzo.

17 – Jarrett Allen ( ↑ 11 )

I motivi per seguire i Nets quest’anno:

-Quest’anno si tifano i Nets, l’avete notato anche voi?, perké sono la scuadra del futuro!1!1!1!! e quando perdono pensi sempre all’amico che non vede l’ora di spiattellarti i principi dell’attacco di coach Atkinson e tu scusa ma devo scappare.

-(Il baffo di) Spencer Dinwiddie.

-La mancina di Hollis-Jefferson.

-Osservare da vicino i progressi di Jarrett Allen, che diventerà qualcosa, ma non si sa cosa.

Jarrett (Ray) Allen da treeeeeeee

18 – Josh Jackson ( = )

Vedi voce “Dillon Brooks”, ma aggiungere molta ruggine in più e un progressivo scivolamento in fondo alle rotazioni dopo il rientro di Devin Booker. Nelle ultime 4 del mese di dicembre, per dire, ha giocato meno di 53 minuti totali. Sta tirando col 24,4% dall’arco e flirta col 55% da cronometro fermo. Alle volte fa male agli occhi osservare quanto è indietro rispetto alle (esigenti) aspettative, ma forse è un’ombra che su di lui proiettano Bender, Chriss e Len.

19 – Malik Monk ( ↓ 4 )

Caaalma, è un ragazzino. Nato 4 febbraio 1998, i giovanotti non vanno bollati nemmeno dopo il primo paio di stagioni, figuriamoci se si tratta di teenagers. Ciò non toglie che sta faticando, è stato spedito in G League e sta tirando male (e lui quello farebbe di mestiere): 34,3% dall’arco, 70% in lunetta e 34,6% dal campo. Nel singolo anno a Kentucky i numeri erano ben diversi, serve tempo. Mentre aspettiamo, magari vi interesserà sapere che nella sua storia la NBA ha visto giocare sotto il proprio logo un solo altro Monk, che in realtà era il soprannome di Donald E. Meineke, il primo Rookie dell’Anno di sempre. Correva l’anno 1953. Meineke, deceduto nel 2013, giocò una manciata d’anni in NBA coi Fort Wayne Pistons e i Rochester (poi Cincinnati) Royals, gli antenati dei Sacramento Kings.

20 – Maximilian Kleber ( NE )

C’è un nuovo lungo in città! Maxi Kleber sta discretamente, velatamente ritagliandosi un posto nel quintetto titolare di una delle squadre più zuccherose delle festività natalizie: i Dallas Mavericks. Fa un sacco di cose, tra cui difendere e tirare da 3: nome da suggerire nell’orecchio agli apertivi con l’inteligentia baskettara della vostra città.

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