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Rookie Ladder – Episodio 2

Torna l’appuntamento mensile con la rubrica che mette in fila giovani rookie come se avessero rubato qualcosa in un supermercato cinese.

11 – Frank Ntilikina ( ↑ 18 )

Il più grande balzo in avanti di questo mese! Frankie Smokes baby!

Le stats non mostrano un avanzamento così repentino di posizione: tira un orrendo 25% dall’arco e dal campo si ferma al 38%. Neanche 5 punti di media a partita rivelano ciò che è offensivamente: nulla o quasi. Al giorno d’oggi, nella metà campo offensiva The Frenchise è tutto da costruire. Nella metà campo difensiva, però, wow! Sfruttando leve lunghissime e piedi veloci, è uno dei più interessanti difensori perimetrali della Lega. Anche senza aggiungere un tiro da Kevin Durant, questo gli permetterà di rimanere in NBA a lungo.

12 – Mike James ( ↓ 3 )

Il suo novembre ci ha sollevato più di un ragionevole dubbio, ora che grazie al cielo i Suns si sono accorti che farlo partire in quintetto anche no: è un giocatore che dipende solo ed esclusivamente dalle proprie percentuali o ha una qualche, anche minima, utilità nel sistema? É più uno da 1 su 13 dal campo per 3 punti o uno da 10 su 20 e 26 punti? In attesa della risposta, Mike, cala di tre posizioni e pensa alle tue colpe.

James GIF

YOLO Mike James è il miglior Mike James. I suoi tiri hanno un che di inutilmente paraboloso: qua deve sì scavalcare Dieng, ma non era più semplice servire Monroe?

13 – Dillon Brooks ( ↓ 1 )

Una delle note positive dello strano primo quarto di stagione dei Grizzlies. Si è guadagnato il posto da titolare (sorry for that Andrew Harrison) e l’ha mantenuto dopo il terremoto che ha sconvolto Memphis, che ne hanno perse 9 di fila e Conley resterà lontano dai parquet ancora due/tre settimane. Qualche punticino in più dalle mani di Brooks farebbe comodo a Grind City, 23° in efficienza offensiva.

Cosa piace, inoltre: con 3,5 falli a partita è uno dei giocatori più fallosi della lega (John Collins di cui sopra è secondo a 3,7). Il canadese prodotto di Oregon ha quasi più falli (69) che rimbalzi (73).

14 – Jonathan Isaac ( ↓ 3 )

Aveva cominciato bene il mese di novembre, segnando anche un career-high (e prima volta in doppia cifra) da 11 punti. Poi un guaio alla caviglia destra ne ha compromesso la continuità e attende in 14esima piazza in attesa di miglior giudizio.

15 – Malik Monk ( ↓ 5 )

Un mese fa convinti che avrebbe aggiustato la mira, per una volta non siamo stati smentiti: 34,6% dall’arco e 35,3% dal campo, che non è malvagio per un rookie, considerando anche che la curva pare in crescita.

C’è un motivo, tuttavia, se è stato messo cinque posizioni più in basso, nonostante sia il 2° rookie dietro Kuzma per 3P% (minimo 4 tentativi a partita). Sebbene coach Clifford lo ha schierato solo il 32% del minutaggio possibile, quando il prodotto di Kentucky si siede l’attacco di Charlotte peggiora di 12,9 punti su 100 possessi. La panchina di Charlotte è una disgrazia, ma il mese di novembre degli Hornets è peggio: vinta una partita contro i Bucks (nella quale Monk ha segnato il career-high da 25 punti, inarrestabile nell’ultimo quarto!), le uniche tre vittorie novembrine sono arrivate una dietro all’altra, nelle quali Monk ha giocato un totale di 67 secondi. Ondivago.

16 – Bogdan Bogdanovic ( ↑ 6 )

Bogdanovic GIF

Battere GS alla Oracle in faccia a Draymond? Fatto. #HangyBogy

Qualcosa si muove ma è ancora troppo poco per un giocatore che ha dominato mentalmente e tecnicamente l’ultimo Eurobasket. Bogdan sta iniziando a prendere confidenza con la pallacanestro di oltreoceano, vedere GIF qui sopra se non ci credete, anche se nella maniera peggiore possibile, ovvero nel contesto Kings. I numeri ancora non sono all’altezza di Bogdanovic: -13.1 di NetRating e solamente il 42.7% dal campo (a novembre). In cinque delle ultime sei uscite ha chiuso in doppia cifra dimostrando almeno un minimo del potenziale offensivo che si ritrova. Incrociamo la dita e speriamo che se la cavi…

17 – Luke Kennard ( ↑ 3 )

Solidissimo giocatore di rotazione in quei Detroit Pistons che si stanno guadagnando partita dopo partita i galloni di franchigia d’élite della Eastern Conference. In novembre Luke si è preso stabilmente i suoi 17 minuti a partita, mettendo a referto poco più di 6 punti a partita (dati sporcati dalle ultimissime partite del mese) e mettendo in luce quella che è la sua qualità migliore: una tecnica di tiro pulitissima che gli consente di essere una seria minaccia dalla linea dei 3 punti, da cui tira con il 46.4%. Non solo, inserito in un sistema a basso ritmo come quello dei Pistons dimostra di avere anche un sorprendente impatto nella sua metà campo (99 punti concessi su 100 possessi). Se cercate un giocatore affidabile siete nel posto giusto.

18 – Josh Jackson ( ↓ 4 )

Niente di nuovo dal fronte Phoenix, Josh Jackson è ancora alla ricerca di sé stesso e di quelle qualità che ha messo in mostra a Kansas e che lo hanno proiettato fino alla #4 dello scorso draft. Qualità che per ora sembrano essersi sciolte sotto il sole dell’Arizona. Il mood è lo stesso che avevamo evidenziato nel primo episodio di questa ladder: brutte percentuali (se migliora leggermente quella complessiva, 40%, evapora quella da 3 punti, 18.4%), bruttissimo impatto su 100 possessi (-12.3), sensazione di essere ancora troppo acerbo per impattare al piano di sopra. La matricola dell’anno in casa Phoenix rimane Mike James.

19 – TJ Leaf ( ↓ 3 )

Scende nella Rookie Ladder e probabilmente scenderà ancora, un calo che coincide con lo spazio sempre più ridotto al lumicino che si riesce a trovare ad Indiana, una delle franchigie rivelazione di questo inizio stagione. Un peccato perché dimostra quella capacità di spaziare il campo che è tanto ricercata nei “lunghi” nel basket odierno: tira infatti con il 47.6% da 3 punti, dato comunque da prendere con le pinze per l’esiguo campione a disposizione (solamente 21 triple tentate). Se perfino un giocatore on fire come Sabonis fatica a trovare lo spazio che meriterebbe allora per Leaf la vita si fa dura. Keep it up, il tuo momento arriverà.

20 – Daniel Theis ( ↑ 8 )

Il tedescone che ha trovato domicilio a Boston vede il campo con continuità, addirittura nella squadra con il miglior record della Lega. Il dato migliore da segnalare è l’eccellente rating difensivo (100.7), in piena coerenza con il miglior sistema difensivo della Lega venuto alla luce da quel giovane genio in panchina che risponde al nome di Brad Stevens. Non avremo mai la conferma ma il giovane Daniel non giocherebbe in gran parte delle altre 30 franchigie NBA, ma esattamente come il calabrone che non sa di non poter volare il #27 se ne frega e continua a frequentare i parquet americani.

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