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Pistons, Jackson: “Se fossi un arbitro, mi vergognerei”

Duro sfogo nel dopogara del nativo di Pordenone contro la terna arbitrale, rea a suo dire di aver penalizzato Detroit con troppi fischi contrari

Prima sconfitta stagionale per i Detroit Pistons che cadono 115-111 alla Capital One Arena di Washington D.C.. Un k.o. maturato nelle battute finali nonostante una grande rimonta piazzata dagli ospiti nell’ultimo periodo, una battuta d’arresto che non va giù affatto a Reggie Jackson.

L’ex guardia degli Oklahoma City Thunder è stato parecchio polemico nel dopopartita, accusando la terna arbitrale di una pessima direzione. Ecco le dichiarazioni di Jackson rilasciate in conferenza stampa.

In campo mi sono sentito bloccato, come se non ci fosse consentito di giocare a basket. Se fossi uno degli arbitri che ha fischiato stasera, mi vergognerei.

Parole non certo concilianti quelle di Jackson, che si è scagliato contro i tre referees del match ovvero Sean Corbin, Curtis Blair e Kevin Cutler. Le rimostranze Pistons vertono soprattutto sulla netta disparità alla voce tiri liberi tentati, 20 contro i 35 tirati dai Wizards, e sull’eccessiva fiscalità delle chiamate nel corso della partita.

Una particolare severità che avrebbe condotto anche all’uscita anzitempo per falli all’inizio dell’ultimo quarto per Andre Drummond, senza il quale però Detroit ha dato vita alla remuntada che ha riaperto la contesa fino in fondo grazie a un quintetto versione small ball.

Uno sfogo sopra le righe quello di Jackson, uno sproloquio che potrebbe anche pagare a caro prezzo in termini di sanzioni pecuniarie visto che l’NBA è sempre molto vigile sul comportamento dei giocatori a livello di comunicazione.

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