Seguici su

Denver Nuggets

Gallinari-Millsap: sliding doors necessarie

Cosa ci dice la sign-and-trade che ha portato Paul Millsap a Denver e soprattutto Danilo Gallinari ai Los Angeles Clippers?

Denver Nuggets: un Gallo in meno, un Millsap in più

Con ogni probabilità a Denver avevano subodorato la possibilità di perdere uno dei propri leader ed erano corsi ai ripari firmando un giocatore dallo status NBA ancora più elevato. Millsap non ha né la versatilità offensiva né l’affidabilità al tiro del nostro connazionale ma porta in Colorado una serie di skills necessarie e che il Gallo, suo malgrado, non poteva garantire.

Millsap aveva già scelto i Nuggets. Si sarebbe accasato a Denver con un contratto identico anche se questa sign and trade non fosse andata in porto. L’ala grande ha firmato un contratto da 90 milioni in tre stagioni, con l’ultima stagione vincolata da una team option. La firma, a livello economico, appare un ottimo affare per entrambe le parti: l’ala grande firma finalmente l’accordo della vita, uscendo dal contratto con gli Hawks che gli avrebbe garantito poco più 20 milioni mentre i Nuggets hanno preso un giocatore che cercavano da tempo senza sottoporsi al salasso che avrebbe comportato la firma di Millsap unita alla riconferma di Gallinari, garantendosi una via d’uscita con l’opzione sul terzo anno di contratto.

A livello tecnico, Millsap assume ancor di più le soddisfacenti sembianze di un incastro perfetto nel tetris tecnico del team del Colorado, viste le necessità ben marcate – evidenti almeno quanto i punti di forza – della squadra di coach Mike Malone. I Nuggets vanno forte a rimbalzo segnando più di chiunque da rimbalzo offensivo, corrono piuttosto bene il campo, segnano molto nel pitturato, tirano tanto e più che discretamente da tre punti, cercando spesso canestri assistiti: detta in breve, coach Malone ha creato una squadra moderna. Lo scorso anno, però, Denver è arrivata decima nella Western Conference, ottenendo un poco positivo record di 40-42 e fallendo per la quarta stagione di fila l’approdo ai playoff. Il motivo? Un pessimo rendimento difensivo.

I Nuggets sono stati la penultima squadra per Defensive Rating (110.5), Deflections (13.7) e per Loose Ball Recovered (6.4), oltre che quartultimi per stoppate (3.9). E’ evidente che Mike Malone avesse necessità di aggiungere un difensore eccellente, che potesse contribuire a difendere sia sul perimetro che nel pitturato e che apportasse quell’effort difensivo di cui in Colorado sembrano decisamente essere sprovvisti. Paul Millsap è in grado di cambiare radicalmente il quadro difensivo per i Nuggets.

Millsap cancella Carmelo Anthony nella sua situazione di gioco preferita: l’isolamento.

Rapido di piedi e capace di reggere l’uno contro uno di giocatori ben più alti o veloci di lui, Millsap sopperisce ad eventuali gap di centimetri con un’esplosività rimasta del tutto intonsa negli anni, complici la sua grande cura del corpo e una carriera che non lo ha mai visto incrociare un infortunio di grandissime dimensioni. La sua struttura lo rende più che adatto a difendere costantemente sulle ali (piccole o grandi che siano) avversarie senza alcuna difficoltà, restando comunque un difensore non disprezzabile sui cambi con le guardie e con i centri avversari.

Cambio difensivo degli Hawks: Millsap attende efficacemente DeRozan, strozzandone il jumper e propiziando il recupero e il contropiede.

I soli 203 cm non ne fanno uno stoppatore sopra-media (mai sopra le 1.7 stoppate a gara in carriera), ma gran parte del suo lavoro difensivo si svolge sulla palla.

Anche in aiuto, però, non se la cava malissimo.

Se in difesa Paul Millsap era una necessità assoluta per i Nuggets, in attacco non si può certo dire che li lasci privi di opzioni. Il presunto impatto difensivo dell’ex numero 4 degli Hawks non deve, in ogni caso, distoglierci dal fatto che sia un quattro volte consecutive All-Star capace di chiudere la scorsa stagione a 18.1 punti e 7.7 rimbalzi di media. L’immensa etica del lavoro gli ha permesso di raffinare la sua produzione offensiva, costruendo un solido gioco nel pitturato. Alle carenze di Millsap (come spaziare il campo o costruirsi un tiro dal palleggio) potrebbero sopperire la costante ricerca dell’uomo libero operata dal sistema di Malone e la pura fantasia cestistica di Nikola Jokić, col quale andrà a comporre una coppia di lunghi moderna e davvero interessante.

I Nuggets potrebbero aver trovato il pezzo che gli mancava per registrarsi definitivamente e dare la caccia ai playoff già sognati a lungo nella passata stagione. Il futuro della squadra del Colorado è roseo.

Clicca per commentare

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Advertisement
Advertisement
Advertisement

Altri in Denver Nuggets