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Storie di D-League: D.J. Stephens

Un atleta unico, un talento purissimo, pronto a dire la sua anche in NBA

D.J. Stephens (Killeen, 19 Dicembre 1990) è il nuovo protagonista di storie di D-League, la rubrica dove raccontiamo i migliori talenti uscenti dalla lega di sviluppo dell’NBA.

D.J. è il tipico ragazzo atletico a cui il basket sembra affiliarsi sin dalla nascita. L’amore per il basket inizia dunque sin dai primi anni di vita e come tutti i ragazzi americani a cui piace il basket forma il suo talento in un campo di strada insieme ad i suoi amici. Diventa subito famoso date le sue gambe esplosive, si dice che già all’età di 15 anni riusciva a schiacciare in quei canestri familiari del campo dietro casa.

Per l’high school non decide di andar lontano frequentando la Harker Heights, piccola scuola del Texas vicino casa sua. I primi anni sono i più difficili infatti non riesce a convertire i suoi mezzi atletici in punti di forza restando ancora un talento grezzo. Durante una partita viene avvicinato da Josh Pastner allenatore dell’Università di Memphis, il quale rimase sorpreso dal sensazionale atletismo del ragazzo a cui offre una borsa di studio. D.J. rimane colpito in quanto nonostante abbia mandato molte lettere a diversi college non aveva ancora ricevuto nessuna risposta a pochi mesi dalla fine dell’High School.

Fin da subito diventa un pupillo del coach e del pubblico grazie alle sue spettacolari stoppate e schiacciate. Durante il College riesce a migliorare le sue doti offensive e ad affinare le sue già ottime tecniche difensive, vincendo infatti il premio di miglior difensore della conference. Stephens ottiene l’attenzione dai media dopo le partite con St.Mary e Michigan State trasmesse in TV nazionale durante il torneo NCAA del 2013. Al draft combine ottiene numeri incredibili con una misura del salto da fermo di 1 m e in corsa di 1 m e 16 cm battendo qualsiasi record NBA (per capirci meglio D.J. riesce a toccare quasi la cima del tabellone).

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Nonostante questo, come quasi tutti i protagonisti di queste storie rimane Undrafted e da qui inizia il calvario di ogni giocatore promettente uscito dal College senza sbocco in NBA: prima la Grecia poi la Russia con intermezzi in America in squadre che lo hanno tagliato dopo pochi giorni. Esordisce in NBA nel 2014 in un 10-day contract con i Milwaukee Bucks, in soli 12 minuti registra 5 punti con due schiacciate e un tiro libero aggiungendo 4 rimbalzi e 3 stoppate in una sconfitta con i Miami Heat.

Il 2015 è l’anno della svolta, dopo l’ennesimo taglio da parte dei Cavaliers, i suoi diritti vengono acquisiti dai Canton Charge loro squadra affiliata. Diventa Performer of the Month con medie straordinarie di 24 punti a partita, 8 rimbalzi e 2 stoppate di media, durante questo lasso di tempo insieme a 2 suoi compagni mette in atto forse la miglior giocata della D-League.

Viene scambiato agli Iowa Energy per scelte al draft. Conclude qui la sua stagione con medie tutto sommato normali 11 punti 5 rimbalzi e una manciata di assist. Nel 2016 riesce a firmare un contratto garantito con i Memphis Grizzlies tornando nella sua Memphis che lo aveva fatto conoscere alla Nazione. In questa offseason si è messo a lavorare sul suo tiro, sapete dove? Nel campetto di Killeen con i suoi vecchi amici cercando di renderli partecipi della sua grande avventura. D’altronde in questo sport si gioca di squadra e quale miglior squadra si può avere se non formata dai propri amici. Speriamo in una stagione fortunata e piena di sorprese per l’High Flyer di Memphis… Sicuramente qualche schiacciata memorabile la vedremo.

Articolo di Ferdinando Ottaviani

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