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Memphis Grizzlies

Memphis Grizzlies Season Preview: Una spina nel fianco ad ovest?

Memphis ha dato l’arrivederci al basket NBA lo scorso maggio con l’eliminazione al primo turno dei Playoffs contro gli allora pretendenti al titolo degli Oklahoma City Thunder in una spettacolare serie conclusa a gara-7 dove la tecnica e il talento della coppia Durant-Westbrook ha prevalso sulla tenacia e organizzazione dei Grizzlies, usciti a testa alta e con un risultato che ad inizio anno sembrava irraggiungibile. La stagione scorsa, infatti, iniziò con un velo di scetticismo davanti agli occhi dei fan, vuoi per l’allenatore esordiente, vuoi per il cliché che aleggiava attorno ad una squadra considerata non all’altezza dei giganti dell’ovest. In una conference di altissimo livello e composta da squadre di grande impatto offensivo, però, i Grizzlies hanno dimostrato col tempo di meritare un posto fra le prime otto grazie alla concretezza della loro pallacanestro, rompendo i pregiudizi sul coach esordiente David Joerger, se volete vero MVP della stagione per la squadra del Tennessee, e nonostante la prolungata assenza della stella, e pilastro difensivo, Marc Gasol. È stato il ritorno in campo del centro catalano, però, il fattore determinante per la qualificazione ai playoffs di una squadra che, dopo 2 mesi con un record negativo, è riuscita a svoltare in un gennaio quasi perfetto (12 vittorie e 3 sconfitte), proseguendo fino ad aprile con una sola sconfitta fra le mura domestiche del FedEx Forum ad opera dei Dallas Mavericks.

L’ARENA

 

MERCATO

 

La ricerca di un giocatore in grado di aprire il campo, la cui assenza è stato un fattore davvero problematico nel corso della passata stagione, ha portato il general manager Chris Wallace ad offrire un contratto di due anni, per 3 milioni di dollari ognuno, ad un giocatore di grande esperienza come Vince Carter, riponendo speranze e fiducia fra le mani di uno dei personaggi più rappresentativi del basket degli anni zero. Carter, seppur negli ultimi anni della sua decennale carriera, è riuscito comunque ad essere determinante nel corso dell’esperienza a Dallas e, se in grado di ripetersi e mantenere una condizione fisica soddisfacente, potrà rivelarsi uno dei fattori decisivi ai fini dei risultati della squadra. L’ala Ed Davis, invece, ha deciso di firmare con i Los Angeles Lakers, mentre il veterano Mike Miller si è mosso in direzione di Cleveland. Destino differente per Jamaal Franklin, che ha iniziato la stagione nel campionato cinese per gli Zhejiang Lions. Dal Draft 2014, invece, esordiranno i due nuovi innesti Jordan Adams, guardia che potrebbe sostituire Miller in rotazione, e l’ala Jarnell Stokes.

QUINTETTO BASE

 

 

PANCHINA

 

 

SITUAZIONE SALARIALE

 

COACH

Come già accennato in precedenza, l’apporto di coach Joerger nella qualificazione ai playoffs della scorsa stagione è stato essenziale. Nonostante l’inizio in salita è riuscito a confezionare una squadra in grado di mettere in seria difficoltà molti pretendenti al titolo già nel corso della regular season. Le prestazioni nella serie con i Thunder, poi, hanno messo in evidenza la grande organizzazione di una squadra che, sulla carta, era nettamente inferiore ai propri rivali, nonostante l’eliminazione. Tenendo conto dell’esperienza acquisita nel corso del primo anno come head coach, Joerger ha l’occasione di confermarsi, continuando il trend positivo delle ultime gare stagionali e spiazzando definitivamente lo scetticismo nei suoi confronti, nonostante le ottime esperienze nelle leghe minori, come i titoli in CBA (3), IBA (1) e D-League (1) con i Dakota Wizards.

 

GIOCATORE CHIAVE IN ATTACCO

Dando per scontato l’apporto in attacco di Zach Randolph e Mike Conley per la prossima stagione, il ruolo chiave all’interno dei Grizzlies, sul fronte offensivo, potrebbe essere proprio quello del nuovo arrivato Vince Carter. Nella stagione 2013-14 si è cercato a lungo un giocatore in grado di dare peso al gioco esterno; Nick Calathes non è mai riuscito ad incidere seriamente, prima di farsi squalificare per venti partite ad aprile, e né Quincy Pondexter né Mike Miller hanno saputo fare la differenza per quanto richiesto dalle effettive necessità della squadra. Per questo motivo è arrivato Carter. Per questo motivo potrà essere lui la chiave di svolta offensiva dei Grizzlies, anche nel caso si decidesse di continuare ad usarlo come sesto uomo.

 

GIOCATORE CHIAVE IN DIFESA

 

Ok, Marc Gasol è un former Defensive Player of the Year (per dirla a là américain) e quando è stato costretto a sedersi sul pino in giacca e cravatta la squadra ha sofferto incredibilmente, ma essendo il pilastro della squadra (non me ne voglia Zach Randolph) il suo contributo in fase difensiva deve essere dato per scontato. Un po’ come nel paragrafo precedente, in questi casi è il secondo punto di riferimento che può fare la differenza. Per questo motivo se le chiavi della difesa sono ovviamente consegnate al catalano, colui che ha la possibilità e le capacità di tenere alta la guardia della squadra nei momenti che contano è certamente Tony Allen. Lasciandosi andare a facili sentimentalismi verso quei giocatori che in silenzio e a testa bassa lavorano per tutti, Allen può essere tranquillamente considerato uno dei difensori più importanti della lega. Il suo contributo è risultato molto spesso essenziale e potendo giocare sia guardia che ala è in grado di marcare la maggior parte degli esterni offensivamente più forti e determinanti con risultati al limite del surreale, vedere la serie contro OKC per credere.

 

COMPRIMARIO

 

Avendo già parlato abbastanza dell’importanza che potrà avere l’apporto di Vince Carter, anche partendo dalla panchina, ad oggi il nome che potrebbe fare davvero la differenza nel backcourt dei Grizzlies è Courtney Lee. L’obiettivo è quello di migliorare gli 11 punti di media dell’anno scorso, che comunque gli hanno permesso di essere il quarto realizzatore della squadra, per poter essere ancora più importante ove richiesto.

 

RIVELAZIONE

Considerando le continue prestazioni al di sotto delle aspettative, senza deludere totalmente, ma senza neanche entusiasmare o mettere a referto importanti numeri, Quincy Pondexter, a Memphis dal 2011, all’età di 26 anni è chiamato a mettere in mostra la propria maturazione, anche perché i 6,3 punti di media della scorsa stagione dovranno essere il primo aspetto da migliorare, soprattutto quando si è chiamati a partire in quintetto base. Per questo motivo il giocatore che, ad oggi, sembra essere destinato a migliorare maggiormente è proprio lui.

 

PRO E CONTRO

 

Quando si parla dei Grizzlies non si possono trascurare le due pedine fondamentali della squadra: Zach Randolph e Marc Gasol. La prestanza fisica e le doti tecniche dei due lunghi la rendono una delle squadre più pericolose sotto canestro, sia in fase offensiva che difensiva. Il tutto aiutato dal talento e dalla costanza di Mike Conley, uno dei giocatori più sottovalutati dell’intero pianeta. Il gioco non sarà dei più spettacolari o per il quale stare svegli fino all’alba, ma l’efficacia del sistema messo in piedi da Joerger è quasi esaltante.

Qualora l’apporto di comprimari quali Kosta Koufos e i già citati Pondexter, Carter e Lee, non dovesse funzionare, però, si rischierebbe di concentrare tutte le speranze nei due lunghi, diventando così eccessivamente prevedibili e facilmente contrastabili. Sarà essenziale, quindi, riuscire a garantire questa alternativa al gioco di Gasol e Randolph.

 

MIGLIOR SCENARIO

Nel caso si concretizzassero le buone speranze riposte nel gioco degli esterni, il tutto unito almeno ad una conferma di ciò che già funzionava lo scorso anno, i Grizzlies potrebbero diventare una seria spina nel fianco delle grandi dell’ovest come Thunder, Clippers, Warriors e Spurs. D’altronde migliorando ciò che più era mancato nella serie contro Oklahoma City e considerando quanto questi sono stati messi in difficoltà dalla squadra di Joerger, la prospettiva di un avanzamento almeno al secondo turno dei playoffs potrebbe non sembrare così surreale. Per fare questo, ovviamente, si rende necessaria una continuità nel corso della regular season, senza la quale, in quella conference, non si va da nessuna parte.

 

PEGGIOR SCENARIO

 

Il rischio più grande per i Grizzlies nella prossima stagione è proprio quello di finire inghiottiti nella grande competitività dell’ovest. Se dovessero iniziare così male quanto l’anno passato potrebbe non essere così facile recuperare come è stato fatto l’ultima volta, vedendo svanire la qualificazione ai playoffs, periodo in cui, forse paradossalmente, potrebbero essere una squadra molto più pericolosa.

 

PREVISIONI REALISTICHE

 

Considerato quanto detto in precedenza, l’obiettivo primario dei Grizzlies deve essere la qualificazione ai Playoffs. Che poi è quello a cui quasi ogni squadra della Western Conference deve puntare. Il piazzamento in una delle prima otto posizioni della conference, quindi, sembra essere abbastanza realistico, sempre tenendo in considerazione che il sistema messo in campo da Joerger potrebbe anche smettere di funzionare così bene come è stato da gennaio 2014.

 

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