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L’incrollabile fiducia del Black Mamba

La sua carriera da giocatore NBA è vicina al tramonto, sostiene di avere l’età cestistica di un settantenne, ma Kobe Bryant continua a far parlare di sè. Alcuni aneddoti relativi al documentario di Gotham Chopra sulla monografia della stella dei Lakers, sono stati già resi pubblici. Ma questo potrebbe essere il migliore.

Il regista di Kobe Bryant’s Muse racconta di quando, dopo aver visto una partita tra Heat e Nets insieme a Kobe, è nato un vero e proprio dibattito sul tema della performance. A gara terminata, Chopra osserva: “Deron Williams ha chiuso con 0-9, è possibile che Deron Williams abbia fatto solo 0-9?”.

La risposta di Kobe non si fa attendere: “ Avrei fatto anche 0-30, invece che chiudere con 0-9 e smettere di tirare. 0-9 vuol dire che ti sei fatto battere, hai messo te stesso fuori dal gioco, perché Deron avrebbe potuto prendersi più tiri. L’unica ragione è che in quel momento ha perso la fiducia nei suoi mezzi”

E’ il Mamba pensiero, un classico. La tua fiducia non può essere scossa, in alcun modo. I più grandi realizzatori di ogni epoca ragionano così, hanno la memoria breve e credono sempre che il prossimo tiro andrà dentro, nonostante i primi dieci siano usciti. Bryant ha la stessa tenacia da inizio carriera, ne ha così tanta che è diventata la principale bandiera dei suoi detrattori. Questa storia conferma quello che già si sapeva su Kobe.

Ma è la giusta mentalità? Nessuno può dubitare sulla comprensione o le capacità di gioco del Black Mamba, ma se i tiri tentati superano quelli segnati , l’andazzo diventa più un ostacolo che un beneficio per il successo della squadra. Se Kobe o un altro top scorer continuasse a tirare in una serata storta, in cui la palla chiaramente non vuole saperne di entrare, andrebbe solo a svantaggio della squadra.

Difficile poter smuovere il pensiero della guardia trentaseienne, alcuni top scorer sono top scorer perché continuano a tirare anche se non entra, opponendosi alla cosa giusta da fare per la squadra in quel momento. Michael Jordan ragionava così, Lebron no, un fatto spesso usato come punto critico nelle discussione per difendere o smentire il secondo.

Si può pensare che un approccio sia giusto e l’altro sbagliato,  si può pensare che Bryant segua la mentalità giusta o quella sbagliata. Va bene così, la sua attitudine (ed è un fatto) gli ha permesso di vincere 5 titoli e di guadagnarsi un futuro posto nella hall of fame. Ma viene da chiedersi quanto successo in più avrebbe ottenuto, se (nell’ipotetico scenario) avesse coinvolto i propri compagni dopo i nove tiri sbagliati, invece che mancarne altri 21.

SOURCE: http://dimemag.com/2014/08/kobe-says-hed-rather-shoot-0-30-0-9/

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