Qualcuno ha visto i Thunder? San Antonio non fa sconti: passeggiata e 2-0

35. E’ il numero di maglia di Kevin Durant, Mvp obbligato con le cattive maniere ad accontentarsi delle briciole. 35. E’ il numero dei punti combinati dalla premiata ditta Duncan-Green (14+21), bocche da fuoco armate dalla musa ispiratrice Tony Parker. 35. E’ l’imponenza dello scarto (severo) inflitto da San Antonio ad Okc. I texani, tiranni per il loro stile autoritario nel gestire una finale di Conference, imbavagliano il nemico e lo fanno senza mezzi termini. KD e Westbrook castigati alla miseria di 15 punti è roba da neve a fine maggio. E così, nella battaglia senza storia, succede che le gerarchie si ribaltano, con le panchine in campo più minuti rispetto ai quintetti titolari. Succede che Belinelli va vicino alla doppia doppia, succede che Diaw (pesante e sovrappeso quanto volete) regala sprazzi di raffinato basket alla platea dell’AT&T Center.

Eppure il primo quarto, equilibrato, lascia presagire tutt’altro copione. Le dominatrici dell’Ovest lottano punto a punto, se le danno di santa ragione e cospargono di benzina un duello infuocato già di suo. E’ il secondo periodo, nel silenzio generale, a scavare il solco in favore della combriccola di Popovich. Nick Collison getta fumo negli occhi di Okc, emulando Stephenson con un canestro “di tocco” degno del miglior poeta del parquet. Ma si tratta di una sottomarca, di un falso destinato a venire a galla nel corso dei minuti. A dispetto delle dichiarazioni di facciata di Brooks, l’assenza di un colosso come Serge Ibaka si fa sentire, specie dal punto di vista difensivo. Le lancette girano e parallelamente Parker inizia a danzare in mezzo alla schiera di canotte azzurre: soluzioni personali, compagni pescati in angolo per la tripla assassina, movimenti di rara intelligenza pronti a minare il precario equilibrio dei Thunder.

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L’immagine di Westbrook che predica calma e rimprovera Durant con una certa veemenza, è il manifesto di una Okc letteralmente alla deriva. Recuperare 14 punti a questi pantagruelici Spurs è un progetto che sa di miraggio. La forbice invece di ridursi si allarga, trasformando gli ultimi due quarti in una mattanza senza precedenti. Mentre Oklahoma tilta, Green aggiunge un po’ di crudeltà seppellendola sotto una valanga di triple. Quadretto impietoso. Quell’enciclopedia cestistica chiamata Tim Duncan esulta seduto a bordocampo, felice nel vedere scorrazzare riserve solitamente prive di ogni gloria. Tanto riposo per i big, tanto sonno per noi, che in attesa di Gara 3 ci siamo sciroppati un confronto a senso unico. San Antonio e i Thunder, i giganti e i bambini. I rapporti di forza, al momento, sono questi qui.