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Il Super Bowl nei primi anni ’90

Il Super Bowl XXV vide trionfare i New York Giants sui Buffalo Bills per 20 a 19 e fu l’unica finale che si decise per un punto. Emozionante l’inno cantato da Whitney Houston prima della partita giocata a Tampa in Florida.La partita venne decisa di fatto da un errore del kicker dei Bills, il quale sbagliò il field goal decisivo che avrebbe potuto portare la vittoria alla squadra di Buffalo; il premio di MVP venne vinto da Ottis Anderson, running back che corse 21 volte per un guadagno di 102 yards e un touchdown.I Giants invece risucirono a tenere il pallone per 40 minuti e 33 secondi, record per il Super Bowl. I Bills aprirono una serie di 4 sconfitte consecutive al Super Bowl.

L’anno successivo furono i Washington Redskins a vincere per 37 a 24 proprio sulla squadra di Buffalo; eroe della giornata fu il QB di Washington Mark Rypien, MVP del Super Bowl con 18 passaggi completati su 33 per 292 yard, 2 touchdown e un intercetto. L’attacco dei Bills guidato dal QB Jim Kelly venne imbrigliato dalla difesa dei Redskins grazie anche ai 4 sack e ai 3 intercetti. Kelly divenne famoso per l’attacco chiamato “K-Gun“, uno dei sistemi offensivi più produttivi della storia che consisteva nel formare veloemente formazioni di shotgun senza passare attraverso l’huddle.

Il Super Bowl XXVII si concluse con il punteggio di 52-17 dei Dallas Cowboys sui Buffalo Bills alla loro terza sconfitta consecutiva.

La maggior parte dei punti dei Cowboys (35) vennero da turnover, 9 palloni persi tra cui 5 fumble. L’MVP del SB fu Troy Aikman, attualmente commentatore per la FOX Sports, QB dei Cowboys che completò 22 passagi su 30 tentati per 273 yards e 4 touchdown (corse inoltre 28 yards).

Il concerto durante l’intervallo venne tenuto da Michael Jackson, re del pop; l’attrazione mediatica che portò questo evento convinse l’NFL a chiamare da li in avanti solo grandi artisti, in modo da aumentare l’audience dell’evento.

L’anno seguente i Buffalo Bills alla quarta finale consecutiva, ebbero l’opportunità di rivincita contro i Cowboys; la gara giocata al Georgia Dome di Atlanta finì con il medesimo esito dell’anno precedente. Dallas si impose per 30 a 13, vincendo il quarto Super Bowl della sua storia e raggiungendo Pittsburgh e San Franciso nel palmares.

I Cowboys rimontarono dal 13-6 patito nel primo tempo, segnando 24 punti nel secondo. Il premio di MVP andò al running back di Dallas Emmitt Smith, il quale diede la svolta alla partita con le sue giocate: Smith corse 30 volte per 132 yard e 2 touchdown, ricevendo anche 4 passaggi per 26 yard.

Il Super Bowl XXIX vide ancora una volta sul tetto del mondo i San Francisco 49ers guidati da Steve Young protagonista di un’ecezionale prestazione condita da 6 passaggi da touchdown che gli valsero il premio di MVP. Young completò 24 passaggi su 36 tentati per 325 yard e corse anche per 49 yard, miglior corridore della partita.

I 49ers sconfissero i San Diego Chargers per 49 a 26: quest’ultimi erano arrivati al SB come sfavoriti e persero a testa alta contro una squadra decisamente più forte della loro. San Francisco sancì sempre più la sua supremazia nell’NFL con 5 finali giocate ed altrettante vittorie.

Nel Super Bowl XXX Dallas e Pittsburgh, entrambe con 4 titoli in bacheca, si sfidarono a Phoenix con l’obbiettivo di raggiungere i 49ers con cinque titoli vinti. La partita venne vinta dai Cowboys per 27 a 17, i quali furono i primi a vincere 3 SB nell’arco di quattro anni. Per gli Steelers invece fu la prima sconfitta in una finale.

L’MVP dell’incontro fu Larry Brown, primo cornerback a vincere questo riconoscimento; Brown intercettò due volte il QB degli Steelers, intercetti che vennero poi trasformati in touchdown dall’attacco dei Cowboys.

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