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Charlotte Hornets

Media Day – Qui Charlotte Bobcats

I Charlotte Bobcats negli ultimi anni hanno saputo dimostrare poco o niente in termini di competitività ed impegno profuso durante la stagione regolare, abbattendo tutti i record negativi della lega. Dal 29 Ottobre, però, le cose saranno destinate a cambiare grazie agli innesti estivi che hanno portato maggiore qualità in un roster che ne aveva estremamente bisogno, soprattutto sotto canestro.

“Questa squadra deve migliorare molto sotto canestro” ha rivelato coach Steve Clifford. “Al Jefferson è sicuramente un buon rimbalzista difensivo, non ottimo, ma comunque buono. Anche Michael Kidd-Gilchrist è stato un buon rimbalzista nella sua annata da rookie, oltre a loro però non abbiamo giocatori in grado di essere costanti nel catturare rimbalzi. Non è fondamentale essere molto alti, guardate Reggie Evans…Quando la palla schizza in alto lui sa già dove andare a posizionarsi, sa dove andrà a cadere, e il più delle volte ha ragione. Insisto sui rimbalzi perchè questa squadra ha bisogno di ottenere più possessi possibili, se non riusciremo a migliorare sotto questo punto di vista importerà poco il modo di attaccare e difendere, perderemo lo stesso.”

“Non so se avrò la stessa efficacia nel catturare i rimbalzi come facevo in NCAA” ha detto il rookie Cody Zeller. “In NBA ci sono ragazzi molto più grossi e molto più forti, ma so che alla fine bisogna tirare fuori gli artigli e fare di tutto per cercare di conquistare quella palla che volteggia in aria, usando gomiti e unghie se c’è la necessità”

La punta di diamante di questi Charlotte, Al Jefferson, è molto carico per la nuova avventura con la squadra del North Carolina, esprimendo tutta la sua voglia con queste parole:

“Qui abbiamo Patrick Ewing come aiuto-allenatore, in molti si sono dimenticati che Dwight Howard è diventato il giocatore che è anche grazie agli insegnamenti che Patrick gli ha concesso ai tempi di Orlando. Non vedo l’ora di imparare molto da lui!”

“Non sono il giocatore da più anni a Charlotte” comincia così l’intervista a Gerald Henderson, giocatore che dovrà dimostrare di essere cresciuto rispetto agli scorsi anni per poter giustificare il contratto appena stipulato. “Con Kemba Walker e Kidd-Gilchrist ho un rapporto quasi fraterno, facciamo praticamente tutto assieme. Non siamo perdenti, sì in questi ultimi anni abbiamo avuto record negativi ma non è in linea col nostro carattere di atleti.”

“Quando sono arrivato qui la prima volta” ammette Walker, “ho capito che Henderson era il ragazzo dal quale avrei potuto imparare di più, è il nostro leader, c’è sempre per me e c’è sempre anche per gli altri. Quando qualcosa va storto durante una partita, lui è il primo a caricarsi addosso tutte le responsabilità ed a aiutarti.”

“Il primo anno in NBA?” Questa è la domanda iniziale rivolta a Kidd-Gilchrist. “Debbo dire che sono rimasto deluso da me stesso. Non per le sconfitte, e nemmeno per i compagni con i quali mi trovo molto molto bene. Semplicemente ero arrabbiato con me stesso perchè mi ero posto degli obiettivi che poi non sono riuscito a raggiungere. Ho impostato così tutta la mia vita, e lo scorso anno ho mancato un obiettivo, non posso permettermelo. Ora devo pensare a migliorare il mio tiro e lo sto facendo con Mark Price, prima di tutto mi ha insegnato come posizionare le gambe ed ora sono pronto a sparare da qualsiasi posizione. Mi sono impegnato molto durante questa estate e lui (Mark) ha fatto lo stesso. In futuro voglio essere uno che vince le partite, un giocatore completo e di certo un All-Star.”

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