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San Antonio Spurs

America, Texas, San Antonio. La gloria di una franchigia!

Penso che sia doveroso, per chi vuole fare informazione sportiva, introdurre e portarvi all’interno dei luoghi, della storia e del DNA di un popolo o come in questo caso di una città.

La città di San Antonio di origine spagnola, nasce proprio con una spedizione iberica che si insediò nella zona nel 1861.Con una popolazione, attuale, di un milione di persone è la nona città degli Stati Uniti per residenti.  San Antonio è famosa per i parchi a tema SeaWorld, i molti presidi dell’esercito americano (Fort Sam Houston e le basi aeronautiche di Lackland, Randolph e Brooks)  e per il forte di Alamo, un pezzo di storia americana. La Battaglia di Alamo avvenne durante la guerra per l’indipendenza del Texas, nel 1836 al culmine di un assedio durato per 9 giorni. 1500 soldati dell’esercito messicano guidati dal Generale Santa Anna assaltarono una guarnigione di indipendentisti texani asserragliati presso la missione di EL ALAMO vicino a San Antonio. La loro difesa fu strenua, ma, dovettero cedere al maggior numero dei messicani. Nonostante la sconfitta l’episodio fu eretto a simbolo dell’unità degli Stati Uniti d’America, diventando un vero e proprio mito.

Per quanto riguarda la NBA, San Antonio, nonostante le recenti vittorie non è una delle squadre sotto i riflettori, non siamo in California o a New York, qui, in Texas le cose vanno piano, si costruiscono da lontano.

Gli Spurs nascono in Texas, ma non a San Antonio, bensì a Dallas con il nome di Chaparalls, disputando la stagione inaugurale della ABA allo State Fair Coliseum.  Dallas, però, non era una delle città nella quale la palla a spicchi poteva portare pubblico, così nel 197o-71 ci si trasferì a San Antonio e si cambio, ovviamente, anche stadio passando al HemisFair Arena.

Nel 1976 la NBA decise di ammettere nella lega quattro squadre dalla ABA: Pacers, i New York Nets  i Denver Nuggets e, appunto, gli Spurs. Nella loro esperienza ABA i nero-argento non riuscirono a vincere nulla, mancando anche l’accesso alle finali, nonostante fra le proprie fila potessero vantare molte star: James Silas, George Gervin e Swen Nater.

A San Antonio, dunque, il basket inizia ad essere sinonimo di vittoria molto tardi. Nel 1989-90 con l’arrivo di Larry Brown e  David Robinson iniziano le vittorie, quanto meno in regular-season. L’apice arriva nel 1997, al draft, gli Spurs chiamano Tim Duncan, due anni dopo, stagione 1998-99, arrivò il primo titolo NBA ,con Robinson e Duncan padroni indiscussi del campo e Gregg Popovich ideatore del sistema San Antonio. Dopo il ritiro di Robinson, con l’innesto di giocatori come Parker e Ginobili seguirono altri tre titoli (2002-03, 2004,05, 2006-07). Nella stagione 2002-03 si cambia anche arena passando dall’Alamodome all’attuale AT&T Center, inaugurato con la vittoria del secondo anello NBA.

Nella scorsa stagione, dopo anni di lotte ai play-off, gli Spurs sono tornati a giocare una finale NBA contro i Miami Heat. L’ossatura della squadra è rimasta simile a quella del 2007. Con gli stessi Parker, Ginobili e Duncan a sorreggere il peso della franchigia, il risultato, questa volta è andato a favore dei rivali e non è arrivato il 5° anello per Timothy.

I San Antonio versione 2014 non presentano molte novità; una consuetudine per la franchigia texana, che mai si è messa in mostra durante le sessioni di mercato. Tutti i top player sono arrivati grazie al draft  a parte qualche rara eccezione. Quest’anno oltre il rinnovo di Tiago Splitter a circa 10,000,000 $ a stagione e quello di Manù Ginobili, i San Antonio, dopo essersi liberati di Gary Neal, hanno deciso di puntare sul nostro Marco Belinelli (contratto di $2,750,000).

La stagione di Belinelli potrebbe avere un duplice volto, se dovesse riuscire ad entrare nel sistema di Pop, potrebbe ritagliarsi un ruolo importante all’interno dei meccanismi degli speroni, se invece, non riuscisse in questa impresa potrebbe finire, addirittura, ai margini della squadra. Personalmente credo che la crescita di Marco nella passata stagione, sotto la guida di coach Thibodeau, sia stata determinante per il suo futuro nella lega e dunque sono convinto che riuscirà a ritagliarsi un ruolo determinante all’interno del sistema.

Il sistema, è questa, forse, la parola che più di tutte si erge ad emblema di questa franchigia. Un sistema che ha portato vittoria anche inaspettate e che spesso ha tirato fuori il meglio dei suoi componenti. Nella scorsa stagione abbiamo visto un Danny Green stupendo, anche e soprattutto nelle Finals, così come abbiamo potuto ammirare la crescita, lenta e costante, di un Leonard devastante.

Quest’anno ci riproveranno, non sarà facile, sicuramente sarà una lotta costante, non solo contro i rivali, ma soprattutto contro l’età dei suoi BIG THREE.

Il cuore di San Antonio è custodito proprio nel mito di EL ALAMO, la fortezza (in realtà una semplice Missione) che, combattendo fino all’ultimo uomo, cadde, perse la sua guerra, ma rimase cruciale per la storia di quell’America in fasce. Così gli Spurs, figli di quella terra sono caduti, ma, rimangono indimenticabili per l’impresa fuori da ogni sogno ed aspettativa. Quest’anno, ancora una volta, il ragazzo di Saint Croix, (un’isola caraibica delle piccole Antille appartenente all’arcipelago delle Isole Vergini americane), dove il basket è mischiato con il mare e il verde della vegetazione tropicale, proverà l’impresa di dominare avversari ed anni che passano.

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