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Miami Heat

Rashard Lewis spera di riuscire finalmente a vincere il titolo NBA a Miami

Da quelle NBA Finals del 2009 con gli Orlando Magic, la carriera di Rashard Lewis ha cominciato a prendere una piega sempre più declinante anche per via dei molteplici infortuni che hanno colpito il giocatore e che non gli hanno consentito di esprimersi al meglio sui parquet della lega. Da Orlando a Miami, passando per Washington e l’impercettibile avventura a New Orleans (come parte dello scambio nel Giugno 2012 che ha portato Okafor e Ariza nella capitale degli U.S.A.), Rashard ha cercato di non farsi abbattere dalle sue disavventure, e adesso è di nuovo lì sul palcoscenico più importante di tutti, le NBA Finals, a dare il proprio contributo per la vittoria della propria squadra, seppure con un ruolo molto minore di quello precedentemente avuto agli Orlando Magic.

“Non credo che ci si possa dire sollevati quando vieni scambiato, oppure tagliato. Il mio sollievo fu la chiamata di Pat Riley, che mi chiese di andare a giocare per gli Heat. Credo di poter dire che il mio obiettivo sopra ogni altro è giocare in una squadra che può competere per il titolo. E ovviamente Miami è una di queste.”

Rashard Lewis, ormai 33enne, durante queste finali è apparso già in due occasioni, la vittoria in gara-2 di Miami e la sconfitta in gara-3 a San Antonio, contribuendo con appena 4 punti tra la prima e la seconda presenza. Tuttavia il giocatore di ritiene già fortunato a poter stare su un palcoscenico che, restando a Washington o a New Orleans, non avrebbe altrimenti potuto calcare.

“E’ fantastico avere l’opportunità di giocare per il titolo NBA, anche perché è davvero dura ottenere questa possibilità quando giochi in questa lega. Basti pensare che ho impiegato 10 anni per giocare la mia prima finale.”

La dichiarazione di Lewis fa riferimento chiaramente alla serie di finale persa dai suoi Orlando Magic contro i Los Angeles Lakers di Kobe e Phil Jackson nel 2009, una sconfitta ancora dura da mandare giù per Rashard.

Quest’anno Lewis ha fatto registrare statistiche davvero povere, appena 5,2 punti di media con 1,9 rimbalzi, le statistiche più basse in carriera da quando è entrato nella lega come rookie. Ma essere parte di una squadra che vuole competere ha reso più semplice accettare di ricoprire un ruolo minoritario:

“E’ molto più facile sacrificarsi in una squadra come questa, dove abbiamo anche grande profondità in panchina. Abbiamo un sacco di giocatori che potrebbero perfettamente essere titolari in altre squadre. E’ molto più difficile invece sacrificare il proprio minutaggio o non giocare in una squadra giovane come i Wizards. Sapevo che la loro intenzione è quella di far giocare i giovani e fargli acquisire esperienza sul campo, così da poter costruire un futuro più roseo per la franchigia. Ma col passare del tempo è divenuto sempre più frustrante.”

E per concludere Rashard parla di cosa ha significato per lui arrivare a Miami:

“Quando sono arrivato agli Heat era come se da 3 anni non giocassi, cosa che in effetti è stata per il poco minutaggio che avevo e per via degli infortuni. Così mi sono sentito come se stessi tornando adesso ad acquisire il ritmo del basket NBA, che impone di essere sempre concentrati fisicamente e mentalmente per giocare una stagione da 82 partite. Ho sfruttato l’opportunità che i Miami Heat mi hanno dato e ho cercato di trarne il massimo possibile. In questo momento, arrivati alle Finals, abbiamo una grande possibilità, ma ancora il nostro lavoro non è finito.”

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