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Chicago Bulls

Derrick Rose e la memoria muscolare

Ad un anno dal terribile infortunio patito contro i Philadelphia 76ers, il rientro in campo di Derrick Rose è ancora avvolto da un alone di mistero, come ben sanno gli appassionati che ne hanno seguito le vicende negli ultimi mesi. Come era facilmente ipotizzabile, l’argomento è tornato prepotentemente di moda in questi giorni, durante lo svolgimento della serie tra Nets e Bulls, che vivrà l’epilogo di gara 7 nella notte italiana di sabato.

Più volte Rose è stato inquadrato dalle telecamere americane mentre dalla panchina faceva il tifo per i propri compagni di squadra. Chicago si ritrova con la rotazione ridotta ai minimi termini a causa di una sequenza impressionante di infortuni. Oltre al predetto Rose, la franchigia dell’Illinois ha giocatori che stanno giocando sul dolore ed altri che hanno saltato alcune gare della serie con Brooklyn. Nella prima categoria troviamo Joakim Noah (fascite plantare), Taj Gibson (ginocchio) e Nate Robinson, che, parole sue, ha vomitato in panchina durante l’ultimo match. Nella seconda categoria troviamo Kirk Hinrich, azzoppato da un problema al polpaccio, e Luol Deng, la cui situazione sta venendo monitorata in queste ore. Secondo alcune fonti non confermate, infatti, il giocatore si è sottoposto ad accertamenti, risultati poi negativi, per la meningite.

In questo lazzaretto di manzoniana memoria in molti si sono interrogati una volta di più sulla possibilità concreta di un rientro di Derrick. A maggior ragione vedendo che, sull’altra costa, David Lee tornava in campo alla Willis Reed per ispirare i propri compagni di squadra con la sua mera presenza. A smorzare, per l’ennesima volta, i voli pindarici dei tifosi rosso-neri sono giunte alcune dichiarazioni riportate dalla TNT, estrapolate da una dichiarazione “off-records” del giocatore stesso.

A quanto pare Rose avrebbe un problema con la memoria muscolare del suo ginocchio. Nonostante abbia ricominciato ad allenarsi a Febbraio, e dal mese seguente autorizzato a giocare, il playmaker non riuscirebbe a trovare il giusto feeling col legamento offeso lo scorso anno. La mancanza di memoria muscolare ne starebbe condizionando i movimenti, il tiro e, in generale, la fiducia nel poter giocare senza dover stare a pensare al proprio corpo.

Per l’ennesima volta coach Thibodeau si è trovato davanti i reporter con la solita domanda sul numero 1, che hanno ricevuto in cambio l’ennesima risposta negativa. A meno di un ritorno hollywoodiano in gara-7, per rivedere in campo l’MVP del 2011 dovremo aspettare ancora alcuni mesi.

Alessandro Scuto

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