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Gli Spurs trascinati da Parker vincono 102 a 91 e si portano sul 2-0. Per i Lakers si fa sempre più dura!

Il secondo atto andato in scena nella notte all’AT&T Center traccia ancora più nitidamente una linea di demarcazione tra i gli Spurs, che oltre a confermarsi vincenti ritrovano anche qualità nel gioco e alte percentuali, e i Lakers, sempre più alla canna del gas, senza energie e senza idee da contrapporre in maniera valida.

Alla fine di gara1 l’obiettivo per i Lakers era quello di alzare il più possibile le percentuali dal campo, cosa che hanno si fatto (passando dal 41 al 45%), ma che, purtroppo per loro, anche la squadra texana è riuscita a compiere, chiudendo con un ragguardevole 51% dal campo, col 50% da 3 (con un primo tempo chiuso con un 5/7 con i piedi dietro l’arco).

I Lakers sono riusciti ad abbassare anche il numero delle palle perse, limitandole a 13, vincendo la battaglia a rimbalzo, catturando 3 rimbalzi offensivi in più rispetto alla squadra di San Antonio. Tutto questo però non è sembrato bastare, non dando mai l’impressione di poter “prendere possesso” di un match che gli Spurs hanno controllato con la stessa facilità messa in mostra 3 giorni fa.

Tra gli uomini di coach Popovich domina il tabellino finale Tony Parker con i suoi 28 punti, con 9/20 al tiro, 7 assist e 0 palle perse. Il playmaker francese ha realizzato 12 punti consecutivi nel terzo quarto, nel momento in cui sostanzialmente la squadra di San Antonio ha creato quel gap che i losangelini non sono più riusciti a colmare. Ai suoi si aggiungono i 16 punti di Leonard, molto più in palla offensivamente nella notte (oltre ad essere sempre un super difensore) e 16 anche per il solito Duncan, che chiude con un plus/minus di -9 che non rende giustizia all’ottima partita giocata dal caraibico.

Difatti Tim, partendo in quintetto all’inizio di ogni quarto, si è accomodato in panca nel finale degli stessi, nei momenti in cui San Antonio hanno dato puntualmente una zampata per ottenere la vittoria, merito dell’ingresso e dell’impatto dato da Bonner e soprattutto da Ginobili, sempre più in palla e determinante nell’entrare a partita in corso. Il giocatore argentino chiude con 13 punti e 7 assist (in 19 minuti) e con un +19, secondo soltanto allo stratosferico +29 messo a referto da un Bonner da 10 punti e 6 rimbalzi.

Per i Lakers ci sono i 16 punti di Howard e i 13 di Gasol e World Peace, con il il contributo di Steve Nash che si ferma a soli 9 punti, non riuscendo nuovamente ad incidere a dovere. Il canadese ha distribuito anche 6 assist, il triplo rispetto a quelli smazzati da uno Steve Blake che ha si segnato 16 punti, ma che ha cercato troppo la “soluzione personale”, preferendo questa opzione molto più frequentemente rispetto all’assistenza per i compagni.

Nonostante quindi si siano visti passi in avanti da parte dei gialloviola (che anche difensivamente nel primo tempo hanno dato una discreta dimostrazione di solidità, chiudendo sotto di soli 8 punti la prima metà di gara, interpretata magnificamente dai nero argento) tutto questo sembra non essere abbastanza da impensierire i sempre più in forma Spurs.

Alla fine il risultato dice 102 a 91, vittoria con cui San Antonio diventa la seconda squadra in quanto a record nei playoff dal 1997 ad oggi, cioè da quanto ha avuto la fortuna di pescare alla numero 1 quel fenomeno di Tim Duncan. Difatti con questo risultato la squadra texana  si porta sul 119-77 dietro proprio ai Lakers che giudano la classifica con il loro 133-81. In questo almeno i gialloviola sono ancora in vantaggio, magra consolazione di fronte ad un presente che lascia ben poche possibilità.

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