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Chicago Bulls

Futuro incerto a Chicago per Nate Robinson

In una stagione che finora non ha regalato grandi soddisfazioni, i tifosi dei Chicago Bulls hanno trovato un nuovo beniamino in un ragazzetto di 1,75 m che porta sulle spalle il no.2  e che, pur in un cronico stato di incoscienza cestistica, ha dato una grande mano a coach Thibodeau e ai tori aspettando (o più che altro sperando) il ritorno della loro superstar, Derrick Rose. Di chi stiamo parlando? Ma ovviamente di lui, Nate Robinson, anche detto Nate “The Great” o “KryptoNate” (dalla famosa gara delle schiacciate del 2009, in cui il nostro schiacciò saltando come ostacolo nientemeno che “Superman”, Dwight Howard).

Pur con un ruolo di secondo piano, Nate sta attraversando (a costo di volere esagerare) la migliore stagione della sua carriera, non tanto quanto a cifre (i 12,7 punti per partita della stagione corrente sono lontani dai 17,2 della stagione 2008-09, e i 4,4 assist attuali vengono superati soltanto dai 4,5 della passata stagione a Golden State), ma piuttosto quanto a rendimento, che mai come quest’anno è stato così costante. Il tutto è forse spiegabile come cambiamento dell’approccio psicologico al gioco da parte di “KryptoNate”, che ha accettato di giocare più per la squadra, all’interno di un sistema capace di valorizzare le caratteristiche di tutti i giocatori in rotazione, e meno per se stesso. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: perchè a prestazioni non brillanti (che certo non mancano quando, come Robinson fa spesso e volentieri, si tende a forzare tiri che, a lume di naso, sarebbero evitabili) seguono prestazioni nelle quali il nostro, lungi dalle indiscutibili capacità balistiche (si veda il 7/7 da dietro l’arco, con 25 punti complessivi, nel suicidio cestistico dei Bulls contro i Mavericks di sabato scorso), dimostra anche una buona tenacia difensiva e una migliore, ma ancora ulteriormente rivedibile, capacità di gestire i possessi della propria squadra.

Ma nonostante l’ottimo apporto alla causa nelle 73 partite finora giocate, il futuro di Robinson a Chicago è ancora incerto (il suo è un contratto annuale infatti) e il giocatore stesso è pronto ad affrontare l’imminente free agency con un atteggiamento aperto a tutte le eventualità:

“Non prevedo il futuro; so solo che in questo momento sto giocando al massimo delle mie possibilità. Ovunque Dio mi vorrà, io andrò lì. Mi muovo come un paguro. Vado da un posto all’altro quando devo. Qualsiasi posto va bene purché possa dare da mangiare i miei figli e mettergli un tetto sopra la testa. Non mi importa dove devo andare.”

Aldilà della diligenza paterna di Robinson (e del fatto che i suoi figli certamente non muoiono né di fame né di freddo), c’é da domandarsi se per i Bulls non possa essere una buona mossa rifirmare Nate: appurato infatti il potenziale di Jimmy Butler, con Belinelli anche lui sulla via della free agency (ma che potrebbe essere riconfermato anche lui alla luce delle buone prestazioni stagionali, sperando che l’italiano possa dare un apporto di qualità anche in postseason) e con Rip Hamilton, già con un piede fuori da Chicago, potrebbe essere utile rifirmare Robinson per impiegarlo nello spot di guardia tiratrice (magari uscendo dalla panchina), limitando o eliminando l’impiego da PG, visto anche l’imminente ritorno di Rose e la più che probabile riconferma di Kirk Hinrich.

Sono soprattutto i risultati a dare conforto a questa ipotesi: l’imprevedibilità di Nate frutta punti importanti ai Bulls quando il nostro viene fuori dalla panchina, e riesce a sbloccare un attacco che spesso ristagna e ha bisogno di una fattore X che riesca a tirarlo fuori dalle secche. Certo, a questo fa da contraltare la mole esagerata di tiri che Robinson si prende, e che a volte farebbero imbestialire il più paziente degli allenatori (e sappiamo che Thibodeau non è sicuramente Ghandi da questo punto di vista!).

Quali che siano le intenzioni dei Bulls al momento, sarà importante vedere come Nate si comporterà quando le partite conteranno davvero, nella bagarre dei playoff: solo un buon rendimento in postseason potrebbe fruttare una riconferma al 99% per “Kryptonate” e, con Rose ancora sospeso nel limbo del “Solo Dio lo sa”, Nate potrebbe essere uno dei fattori determinanti (nel bene e nel male) per capire quanto lungo sarà il cammino dei tori nella fase più calda della stagione.

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