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Marco Belinelli: “Ho lavorato ogni singolo giorno per arrivare fino a qui. Futuro? Vedremo questa estate”

E’ un anno da incorniciare per Marco Belinelli che, arrivato questa estate nella “Wind City”, ha sorpreso tutti gli addetti ai lavori ma non se stesso, consapevole del grande lavoro effettuato per arrivare fino a questo punto della sua carriera. Sam Smith, autorevole giornalista di NBA.COM per i Chicago Bulls, gli ha dedicato un intero articolo sottolineando la grande importanza del Beli nel contesto creato da coach Thibodeau, definendolo una shooting guard capace di tirare e creare dal palleggio:

“E’ importante per me che io possa segnare da tre punti e allo stesso tempo penetrare in area creando azioni che possano favorire anche i miei compagni di squadra” ha rivelato Marco. “Quest’ultimo aspetto del mio gioco l’ho migliorato durante l’estate scorsa, ho lavorato molto sul mio ballhandling e mi piace anche giocare come playmaker. La cosa più importante comunque è essere sul parquet e giocare, io voglio aiutare questo team a vincere e per farlo non devo fare altro che effettuare il mio lavoro.”

Chi si trova d’accordo con quanto detto da Marco è sicuramente coach Thibodeau, colui che ha creduto nel giocatore italiano in conseguenza dell’infortunio di Rip Hamilton ad inizio stagione:

“Ha grandi capacità di playmaking, mi piace quando la palla gira da un lato all’altro. Marco nella partita di sabato contro i Pacers ci ha dato un buon ritmo, ha fatto tante piccole cose. Dall’inizio della stagione si è trovato molto più a suo agio col passare del tempo.”

Parlando del futuro del giocatore originario di San Giovanni in Persiceto, Sam ha provato a capire cosa succederà questa estate in quanto il contratto è in scadenza e la free-agency sempre più vicina:

“La Nba non è facile,” ha aggiunto l’ex Hornets. “Devi essere fortunato a trovare la giusta organizzazione, trovare qualcuno che creda veramente in te. Ora come ora sono molto felice di essere qui, amo tutti quanti, dai tifosi al coaching staff, dai dirigenti ai compagni di squadra. Voglio giocare il meglio che posso, mentre per il futuro vedremo cosa succederà questa estate. Il mio passato da ragazzino? Sono cresciuto tifando i Chicago Bulls di Michael Jordan, in Italia non abbiamo nulla di simile a NBA TV e a volte mi dovevo alzare alle 2 di mattina per vedere le partite delle finali NBA. Ero un grande fan di questa lega. Ricordo, quando ero molto giovane, che a scuola ci chiesero cosa avremmo voluto fare raggiunti i 25,30 anni ed io risposi ‘voglio essere un giocatore di pallacanestro, voglio giocare nella NBA’. Risero in molti e facevano battute su ciò che dissi, ma ho lavorato ogni singolo giorno per arrivare fino a qui. Anche la mia famiglia ha fatto tanti sacrifici per aiutarmi a diventare ciò che sono ora; mi portavano a scuola, ad allenamento e poi a lavorare. Ora sono felice di praticare lo sport che amo.”

 

 

 

 

 

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