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San Antonio Spurs

Tony Parker: The Real Mvp

Chris Paul, Rajon Rondo, Steve Nash, Derrick Rose, Russel Westbrook e forse Deron Williams: questa, se andate a chiedere in giro, e’ la risposta che la maggior parte dei “baskettari” vi darà se gli chiederete di elencarvi le migliori PG della lega. Nulla da obbiettare, sono tutti fenomeni, ma c’è qualcosa da aggiungere: Tony Parker.
Troppo spesso il numero 9 dei San Antonio Spurs non è considerato nell’elite della lega quando invece meriterebbe di starvi, e non solo come playmaker.
Nell’ultimo titolo visto all’Alamo (2007 vs Cavaliers), il francese ha messo lo zampino, eccome, entrando nella storia come primo giocatore dell’area FIBA a vincere il titolo di MVP delle Finals.
Se poi si guarda alle ultimissime stagioni, ci si rende conto una volta di più di quanto questo giocatore sia influente sulla propria squadra: lasciamo perdere le statistiche personali, che parlano di 17 punti e 7 assist di media lo scorso anno e che resistono anche in queste prime settimane di Regular Season, e concentriamoci sugli effetti che Parker ha sui suoi compagni. Il buon Tim Duncan sta vivendo una seconda giovinezza da un anno in qua, e se parte dei meriti vanno attribuiti alla straordinaria cura che il caraibico ha per il suo corpo, non è certo insignificante la partecipazione del francese, che si è letteralmente adattato ai cambiamenti del compagno per permettergli di rendere al massimo nonostante l’avanzare del tempo. Manu Ginobili non è più costretto ad essere quel giocatore di incredibile intensità che tutti conosciamo nell’arco di 82 partite, ma può concedersi numerose pause (dei Big Three e’ quello che più degli altri sta accusando cali fisici) grazie alla leadership che TP9 con il tempo ha acquisito nei confronti del resto della squadra.
Due stagioni fa gli “Speroni” hanno concluso la regular season con il miglior record della lega, impresa che sono riusciti a replicare anche lo scorso anno, lasciandosi alle spalle gente come Kevin Durant, Kobe Bryant e Blake Griffin, non proprio novellini, ed hanno addirittura raggiunto le finali di Conference, cedendo solo ad una squadra semplicemente “troppo più giovane ed atletica”.
Quando, all’inizio di ogni post season, si fanno i pronostici su chi sarà nominato MVP, si pensa a gente come Lebron James e Carmelo Anthony, ma mai a Tony Parker. Se anche quest’anno i guardiani dell’Alamo si presentano come una delle contender più solide, e’ anche e sopratutto merito suo, quindi nessuno stupisca se durante l’anno, dagli altoparlanti dell’AT&T Center, sentirà urlare a gran voce:“Ladies and gentleman, stand up for the real MVP!”.

Leonardo Granduardo Flori

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