E’ gara-4 alla Quicken Loans Arena, dove i Cleveland Cavaliers sono chiamati a rispondere alla inaspettata vittoria esterna rimediata allo scadere dai Celtics nella notte di domenica. Ma i campioni in carica iniziano la partita tutt’altro che concentrati, trovando 5 punti da parte del solo Love, ma anche tante palle perse banali (già 4 al termine del primo quarto). Boston al contrario muove bene la palla, serve puntualmente tagli efficaci e trova punti importanti dalle mani di Bradley (parziale di 11-5 con ancora 7 minuti da giocare).
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I Celtics continuano, sulla scia di gara-3, a blindare la propria area in difesa, rendendola una vera e propria Alcatraz per qualsiasi “malintenzionato” penetratore Cavaliers. Il 3/3 da dietro l’arco realizzato da Crowder contribuisce quindi a far distanziare gli ospiti. Il primo periodo si chiude col parziale di 29-19 a favore della franchigia del leprecauno, la quale tira col 52% dal campo, a fronte dell’appena 31% di Cleveland.
Ad inizio secondo quarto, James prova ad accelerare con due decise sciabolate al ferro, ma sull’altro lato del campo i Cavaliers non riescono a frenare l’attacco di Boston e il punteggio rimane fissato su uno scarto di 10 lunghezze fra le due squadre. In situazione di svantaggio per 43-33, LeBron è costretto alla panchina per problemi di falli (4 a questa altezza e rimasti tali sino a fine gara). A fare le degne veci del Re è Kyrie Irving che, vestite le spoglie del numero 23, si mette in proprio e produce 8 punti consecutivi che riportano Cleveland a -8, dopo essere stati in massimo svantaggio a -16.
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Ma l’attacco biancoamaranto è fatto di sole iniziative personali, spesso a infelice conclusione, e questo non permette di fare meglio di un 57-47 all’halftime.
Al rientro dagli spogliatoi i Cavs provano ad innalzare il ritmo di gioco, andando velocemente in contropiede ond’evitare che la galoppante difesa quadrifoglio abbia il tempo di schierarsi. In contemporanea, i Cavaliers migliorano anche l’esecuzione difensiva invertendo l’andamento della gara. A questo punto è Boston a non trovare più soluzioni offensive semplici e i padroni di casa ne approfittano per sferrare il colpo ferale. A farlo non sono i 9 punti nel quarto di LeBron James, bensì i 21 (il massimo in una partita di NBA Playoffs) con 9/10 al tiro da parte di Irving. Il secondo violino Cavaliers si prende il palcoscenico prima capeggiando la rimonta,
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quindi concretizzando il sorpasso sul 72-73 (prima leadership del match per i campioni in carica da dopo il 4-5 iniziale) e infine chiudendo in questa maniera il proprio giottesco terzo periodo.
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Nell’ultimo quarto i Celtics però riprendono dando l’idea di essere lungi dalla resa e segnano 2 triple consecutive che li riportano ad un possesso di distanza. Dopo un magistrale Irving, a questo punto è però arrivato il momento perché LeBron si riscatti dalla brutta prestazione dell’episodio precedente ed effettivamente, il Re non manca all’appuntamento.
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Con un assurdo jumper in virata allo scadere dei 24 secondi, James regala il primo vantaggio in doppia cifra della partita ai propri (88-98), quindi produce ben 15 punti nel quarto e distribuisce gli assist che distanziano definitivamente i Cavaliers verso il risultato finale di 99-112 che vale gara-4 e il 3-1 nella serie.