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NBA Rookie Ladder 2024 – Ep. 2 – Una poltrona per due

Tante new entry, perché Natale è soprattutto tradizione

Photo via @UsherNBA on X

11. Anthony Black (↑ 1)

Miglior partita della sua stagione contro Boston, 5-8 per 13 punti in 18’. Se possibile ancor più efficiente contro i Cavs (11, senza errori dal campo). Titolare da metà novembre in avanti, di questo passo avrà tempo e modo di provare l’ingresso in top 10.

12. Scoot Henderson (↑ 1)

I compagni chiedono pazienza per lui. Lui chiede pazienza per i Blazers. Chi siamo noi per spezzare questo momento di fiducia? Non ora, non a Natale. Per capire se oltre ai buoni propositi possa seguire qualcosa di davvero interessante, attendiamo gennaio. Cinque partite in doppia cifra in fila in una decina di giorni tra l’8 e il 19 dicembre.

13. Toumani Camara (↑ 4)

Se questo fosse a tutti gli effetti un reload del Draft, si tratterebbe del secondo Blazers in Lottery. Mike Schmitz, per anni Draft guru dall’altra parte del tavolo, si sfrega le mani. Ormai stabilmente titolare, Camara si sta abituando alla NBA nel miglior modo possibile. E lo spazio per sbagliare non manca.

 

 

 

14. Duop Reath (NE)

Una piccola pietra preziosa in un’annata da dimenticare per Portland. Due anni a LSU, poi giorovaga per il mondo: tre anni in Serbia, uno in Australia, uno in Cina e uno in Libano. Viene notato dagli scout dei Trail-Blazers durante i Mondiali nelle Filippine di questa estate, dove rappresentava il Sud Sudan.

 

Si inserisce nelle rotazioni dopo otto partite, per poi rimanerci stabilmente sebbene con un minutaggio limitato. Abile screener e ottimo tiratore (39% da tre) per la sua stazza di 211 cm, per questo adattissimo contro le difese drop. Ha superato i 10 punti segnati in sei delle ultime sette gare giocate.

15. Brandin Podziemski (↑ 13)

La miglior cosa della vita NBA? Non ci sono compiti da fare, ha dichiarato di recente. Al di là delle battute, il suo ruolo l’ha interpretato fin qui alla grande. La definizione di Gym rat, coniata da Chris Mullin si addice perfettamente alla scalata del rookie da Santa Clara. Partito dalle piccole cose, il ventenne ha saputo guadagnarsi la fiducia dello staff Warriors. L’eccezionalità delle circostanze richiede un certo tipo di atteggiamento, Pod sembra avere le carte in regola.

16. Trayce Jackson-Davis ( ↑ 3)

Ha avuto molto spazio nelle ultime partite a causa della squalifica di Draymond Green e non ha decisamente deluso. Il gioiellino pescato da Golden State alla 57esima chiamata ha chiuso con una doppia doppia da 10 punti e 13 rimbalzi – conditi anche da tre stoppate – nell’ultima vittoria contro i Boston Celtics.

 

17. Sasha Vezenkov (↑ 4)

Il 112 di offensive rating è tutto sommato buono. Il problema, come d’altronde lo era un mese fa, rimane la metà campo difensiva. Migliora leggermente la tripla, specialità della casa: da un anonimo 34.3% a un più convincente 38.7%. Il dato si offusca un po’ se si tiene conto che due terzi dei palloni tirati da Sasha Vezenkov arrivano da oltre la linea dei 7,25 metri. E con il ritorno di Trey Lyles, lungo con caratteristiche simili, lo spazio si assottiglierà ancor di più.

18. Julian Strawther (↓ 7)

Il poco spazio lo penalizza oltre i propri demeriti. Otto punti e 2 rimbalzi nell’ultimo mese in meno di 17 minuti sul parquet, tra cui un’interessante partita da 22 punti e 5 palle rubate lo scorso 12 dicembre. Non sarà semplice farsi largo in una squadra collaudata come quella di coach Mike Malone, ma la qualità per fare bene c’è.

19. Jarace Walker (↓ 1)

Con la fortuna di giocare in una squadra giovanissima e in crescita. Con l’enorme sfortuna che questa crescita è fin troppo rapida. E le ambizioni degli Indiana Pacers non si possono permettere di aspettare un rookie che evidentemente Rick Carlisle non reputa ancora pronto.

Solo 8 partite sulla schiena, è entrato in tutte le ultime tre gare dei gialloblu. Ma una rondine non fa primavera. Anche perché l’impatto non è certo stato indimenticabile. E infatti, puntuale, arriva l’assegnazione alla G League.

20. Craig Porter Jr. (↓ 5)

Una serie di DNP e un paio di prestazioni incolori hanno penalizzato le sue quotazioni, ma visto il credito maturato nella puntata d’apertura si mantiene tutto sommato in linea di galleggiamento. La situazione infortuni, tornata a tormentare i Cavaliers, ripropone uno schema che ne aveva favorito lo slancio. Starà a lui, ora, approfittarne.

 

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