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NBA, Maxey spiega le proprie difficoltà al tiro

Il giovane playmaker è l’emblema dell’inizio incerto dei Sixers

maxey 76ers

Nonostante l’arrivo di James Harden nella scorsa stagione ed un roster con grandi aspettative, i Philadelphia 76ers continuano a non convincere. Dopo un’annata da rookie da incorniciare, persino Tyrese Maxey sembra aver perso smalto, probabilmente schiacciato dalla pressione di un ruolo da playmaker in una contender (o pseudo-tale).

In seguito alla brutta sconfitta contro gli Atlanta Hawks, il 22enne ha dovuto rispondere ad alcune domande scomode riguardo le proprie percentuali di tiro nelle ultime tre gare (intorno al 29%), da attribuire anche all’assenza del già citato Harden. Queste le parole di Maxey, riportate da Yahoo! Sports:

Sinceramente, devo smettere di arrivare a canestro pensando di non segnare. Penso solo ad ottenere contatti ed è colpa mia. Finalizzare a canestro è una delle mie doti migliori ma ora sto solo cercando di ottenere chiamate a favore, che non è il modo in cui devo giocare. Dopodiché devo solo pensare a rimanere aggressivo. Nelle ultime partite sto pensando troppo e sto passando dei tiri che normalmente prenderei.

[…] Tutti sanno quanto sia competitivo e che in un team non possono esistere individualità. Non è una questione personale. L’importante è aiutare la squadra a vincere. Ho sempre detto di non essere interessato a quanti punti segno. Mi importa solo che il nostro team segni più punti di quello avversario.

Il mio compito ora è assicurarmi che i miei compagni siano al posto giusto. Devo essere aggressivo perché segnare e mettere pressione alla difesa avversaria è una delle cose migliori che possa fare per la mia squadra. Devo tornare a fare questo.

La stagione è certamente ancora lunga e Maxey avrà tutto il tempo per dimostrare il proprio valore, magari a cominciare dal rematch contro gli Atlanta Hawks che si terrà domani notte.

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