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NBA, Isiah Thomas dichiara: “Kareem Abdul-Jabbar è il migliore di sempre”

Isiah Thomas ha eletto Kareem Abdul-Jabbar il miglior giocatore di pallacanestro di tutti i tempi. Una forza dominante, continua e longeva sul parquet, un grande esempio di umanità ed impegno per la comunità al di fuori.

Isiah Thomas ha recentemente avanzato la sua opinione all’interno del dibattito secolare riguardante chi sia il miglior giocatore NBA di tutti i tempi, incoronando come GOAT Kareem Abdul-Jabbar. La leggenda dei Pistons aveva inoltre colto l’occasione per stilare la sua personale classifica dei 5 più forti giocatori contro cui avesse giocato, posizionando Michael Jordan al quarto posto, memore forse degli screzi intercorsi tra i due, seguito dal solo Julius Erving e preceduto sul terzo e sul secondo gradino più alto del podio rispettivamente da Magic Johnson e da Larry Bird. Inutile rimarcare che Jabbar si aggiudica per estensione anche in questo caso la medaglia d’oro.

Durante un’intervista con la guardia dei Lakers Danny Green, Thomas ha speso queste parole per elogiare l’ex Lewis Alcindor:

“Il migliore di sempre per me è Kareem. Non è esistito mai nessun altro nella storia dello sport capace di dominare così drasticamente a qualsiasi livello abbia giocato, dalle scuole medie alla NBA, passando per il liceo ed il college. In più si è esposto pubblicamente fuori dal parquet; dopo aver cambiato fede e generalità ha abbracciato la causa delle minoranze a livello sociale. E’ questo ciò a cui penso in termini di GOAT.  Poi sottolineo ovviamente i suoi sei titoli NBA, i suoi sei MVP, il titolo di miglior realizzatore ogni epoca, il fatto che gli vietarono di schiacciare ai tempi di UCLA e dovette partorire il gancio-cielo, azione più immarcabile di sempre, riuscendo a diventare ancor più dominante. Giocò fino a 42 anni in NBA, saltò forse due partite in totale tra liceo e college. Ripeto, questo significa essere il più grande.”

Sommando questi record al fatto che fu 19 volte All-Star e 10 volte membro del primo quintetto NBA, comprendiamo la grandezza infinita del nativo di New York, forse fin troppo adombrata rispetto a quella di giocatori più spettacolari, ma in definitiva forse meno efficaci.

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