L’Hall of Famer Ray Allen ha raccontato in un’intervista per Ben Rohrbach di Yahoo Sports le sue sensazioni durante gli anni in NBA.
Il 44enne ha confessato come, in 18 anni di carriera tra Milwaukee Bucks, Seattle SuperSonics, Boston Celtics e Miami Heat, non si sia mai sentito del tutto “al sicuro”. Sebbene venga riconosciuto come uno dei migliori tiratori nella storia della lega, infatti, Allen ha spiegato:
“Non ho mai provato la sensazione del ‘sono qui per restarci’, perchè mi sembrava sempre di stare a mala pena ‘a galla’. E questo è ciò che mi ha spinto a continuare a lavorare su quello su cui dovevo lavorare.”
Con 18.9 punti, 4.1 rimbalzi e 3.4 assist di media in carriera, 10 convocazioni all’All Star Game e 2 titoli vinti sicuramente si trattava più di una sua sensazione che della realtà. Ma è proprio questa mentalità che Allen vorrebbe trasmettere ai rookie della lega. Come riporta nuovamente Rohrbach, infatti, l’ex giocatore ha aggiunto:
“Sto semplicemente provando a riformulare il discorso e [evitare] di parlare solo di ‘lavoro duro’ per dare l’esempio ai ragazzi, perchè quando dici ‘lavoro duro’ ad alcuni, fai passare loro la voglia. Quindi, sto provando a portarli a vedere e a capire la preparazione [in un altro modo], dividendola in diversi segmenti: essere in orario, prendere i tiri che prenderebbero in partita… Questo è lavoro duro, ma se puoi scomporlo e lasciare che lo capiscano pezzo per pezzo, allora diranno ‘Ok posso farcela‘. “
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