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Road to Draft 2018: Trae Young

Primo nella storia della NCAA a guidare la classifica di punti e assist, la giovane guardia si ispira a Steph Curry e Steve Nash

Squadra: Oklahoma (Freshman)

Ruolo: Point Guard

2017-18 Stats Per Game:

Pts TotRebs DefRebs OffRebs Asts Stls Blks FG% 3pts FG% Ft%
27.4 3.9 3.5 0.4 8.7 1.7 0.3 42.3 36 86.1

2017-18 Advanced:

Ast% Reb% OffReb% DefReb% TO% Usg% Blk% eFG% TS%
48.6 5.8 1.3 10.0 18.2 37.1 0.7 51.8 58.5

 

Trae Young ha una sola paura: gli uccelli. Nel parcheggio del suo liceo, Norman North in Oklahoma, ha visto un uccello attaccare una sua amica. L’avvenimento lo ha colpito e ha provocato la nascita della sua fobia. Fortunatamente per il 19enne, nei palazzetti NBA non svolazzano piccioni o affini e l’unica cosa che bisogna far volare è il pallone. Trae questo lo sa fare bene e il suo unico anno al College con gli Oklahoma Sooners ha portato a paragoni perfino con Steph Curry.

In uscita dall’High School Young era considerato un buon prospetto e sarebbe potuto andare a Duke, Kentucky o Arkansas, invece ha deciso di scegliere l’università più vicina a casa perché era convinto di avere già la personalità per guidare una squadra di NCAA da solo. Si è capito subito cos’era, non un giocatore del quale si poteva intravedere il grande potenziale, ma uno già molto bravo. Come ha fatto un freshman alto 1.88 per 82 kg, a diventare subito una delle migliori guardie mai viste nel College Basketball? Pensate al tiro di Curry e ai passaggi di Steve Nash, e avrete degli indizi da cui partire.

Primo e unico giocatore nella storia della NCAA a finire in cima alla classifica sia dei punti che degli assist.

Punti di forza

Il tiro di Young è imprevedibile, il rilascio fulmineo, può crearsi un tiro dal palleggio da qualunque distanza senza aver bisogno di troppa separazione, la meccanica è perfetta e l’esecuzione dura il tempo di un sospiro. La fiducia che ha in questo fondamentale è illimitata e il suo tiro preferito avviene in uscita dal pick-and-roll. Se la cava bene anche in penetrazione, per una guardia della sua taglia il floater è un’arma fondamentale, di cui è già in grado di servirsi.

Segnare tanto non è mai stato un problema.

Trae si libera del pallone quando vuole, gioca sempre a testa alta e la sua visione di gioco gli permette di trovare sempre il compagno libero, sia nel gioco a metà campo che in transizione. Anche un altro fondamentale importante, il palleggio, non lo preoccupa minimamente. Non palleggia solo di destro, è in grado di cavarsela anche con la mano sbagliata. Come Steph, ama palleggiare in movimento per crearsi il tiro quando il difensore meno se lo aspetta.

Quando penetra, posiziona il corpo per usarlo come scudo rispetto a difensori più grossi di lui e concludere nonostante il contatto. Forse la statistica più interessante della sua stagione con i Sooners è stata quella degli 8,6 tiri liberi tentati a partita. Disorienta i difensori e crea il contatto al momento giusto, costringendo spesso gli arbitri a fischiare in suo favore.

La fiducia in se stesso non gli manca. Dopo che LeBron James e molti degli osservatori hanno dato un parere favorevole al suo immediato passaggio ai professionisti, Trae non ha esitato e, anche andando contro al parere del padre Ray (ex giocatore a Texas Tech, nella ABA e per dieci anni in Europa), ha deciso di inseguire subito il suo sogno. Nelle dichiarazioni è stato chiarissimo: “Penso di essere il miglior giocatore di questo Draft. Il mio obiettivo è di essere il miglior giocatore della NBA. Questo è quello su cui mi sto concentrando ogni giorno.”

 

Punti deboli

Dopo un inizio di stagione strabiliante e le previsioni che lo vedevano scelto al Draft nelle prime cinque posizioni, Young ha iniziato a perdere palloni e a veder scendere le sue percentuali (nella BIG 12 ha tirato da 3 con il 32,3%), la parte finale di stagione non è stata certo delle migliori: 12 sconfitte nelle ultime 16 partite. Le sue 167 palle perse totali sono il record peggiore della NCAA, ha sofferto molto le difese che hanno iniziato a soffocarlo con i raddoppi e ha perso un po’ di lucidità.

In penetrazione sa usare il floater in corsa con entrambe le mani ma soffre moltissimo con avversari che sanno proteggere il ferro, non ha braccia particolarmente lunghe e in penetrazione non può andare troppo in estensione, in verticale non è esplosivo e il suo atletismo è limitato, dovrà lavorare molto sulla varietà di conclusioni vicino a canestro. Deve imparare a non perdere troppi palloni e a migliorare la selezione dei suoi tiri, spesso manda la palla in aria senza aver fatto lavorare prima la difesa.

Un aspetto del suo gioco da migliorare assolutamente.

Ha un buon istinto a rimbalzo, ma la sua fase difensiva lascia a desiderare. Dal punto di vista fisico non sembra in grado di reggere contro le point guard NBA. Per gli avversari è troppo facile superarlo, sembra pigro nell’approccio difensivo uno contro uno e spesso si fa sorprendere a guardare il pallone quando l’avversario non ne è in possesso. Non è abbastanza esplosivo per marcare guardie veloci e non è in grado di difendere su altre tipologie di giocatori. Con i Sooners però ha dimostrato anche di avere un buon istinto per capire prima la linea di passaggio scelta dall’avversario e andare a intercettare.

Dal punto di vista atletico non ha grandi qualità, lui stesso ha ammesso di voler lavorare su suo fisico in vista dell’approdo tra i professionisti, non per ingrossarsi e diventare più potente ma lavorando molto sull’esplosività. È più piccolo di giocatori come Steph e C.J. McCollum, dovrà rinforzarsi per andare in penetrazione quando l’area è piena e per reggere in difesa contro i super atleti della NBA.

 

Upside

Si rischia molto a sceglierlo, ma è una scommessa che può pagare tantissimo. Difficile capire ora se diventerà il nuovo Steph Curry oppure se la sua carriera NBA assomiglierà di più a quella del suo predecessore a Oklahoma, Buddy Hield. Già al College Young ha dimostrato di essere un giocatore diverso dalla guardia di Sacramento, che tirava benissimo ma non guidava l’attacco da solo, come Young invece ha fatto con grande maturità per tutta la stagione, accettando di dover superare da solo i momenti difficili. Al contrario di Hield, inoltre, Young si ispira al suo idolo Steve Nash e sa passare benissimo il pallone.

Eguagliato il record NCAA.

Draft projection

La scelta numero 6 del Draft 2018 appartiene agli Orlando Magic, che dai tempi di Steve Francis non hanno una guardia in grado di mettere tanti punti su tabellone con costanza. I Magic potrebbero pensare proprio a Young per cambiare il trend delle ultime stagioni. Alla numero 7 potrebbero sceglierlo i Chicago Bulls per farlo giocare insieme a Kris Dunn che potrebbe mascherare i limiti difensivi di Young, alla 8 ci sono i Celveland Cavaliers del suo fan LeBron James e alla 9 l’opzione che Trae sembra preferire.

Ospite di ‘First Take’ su ESPN, il prodotto di Oklahoma ha risposto così a una domanda sui New York Knicks: “Mi troverei nella Mecca della pallacanestro, uno dei più grandi mercati della lega. Tutto ciò che ho passato quest’anno a livello mediatico mi ha preparato nel caso dovessi trovarmi in un contesto simile. Ora saprei come gestirlo”.

I Knicks hanno la nona scelta assoluta ma potrebbero anche imbastire una trade per averlo, dopo che Young ha accettato un private workout con la squadra per mostrare la sua disponibilità. A New York Young farebbe coppia con Frank Ntilikina in un backcourt giovane dal grande potenziale. I due si potrebbero alternare nell’iniziare l’azione con la palla in mano ed essere complementari nell’attacco dei Knicks, in difesa il francese aiuterebbe Young prendendosi cura delle guardie avversarie più temibili.

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