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Curiosità

Sette meravigliose Conference Finals NBA

Concentrandoci sulle NBA Finals spesso dimentichiamo il cammino che le squadre intraprendono per arrivare fino all’ultimo atto di ogni stagione. In quel lungo e tortuoso percorso ci sono anche le Conference Finals, il gradino inferiore che può aprire la porta di due squadre per arrivare lì dove ci si gioca tutto.

Nel corso degli anni abbiamo assistito a performance straordinarie, interpretate da giocatori capaci di andare vicinissimi al sogno delle Finals o da altri campioni che al gran finale ci sono arrivati e lì hanno stravinto. C’è chi ha messo paura a Jordan e chi ha sognato il colpo grosso, c’è chi è stato fermato ad un passo dalla gloria e chi, invece, è risalito dall’Inferno per arrivare in paradiso.

Quest’anno abbiamo assistito all’inarrestabile potere del King. Queste, signori, sono le Finali di Conference.

Sorpasso e controsorpasso in Lakers v. Blazers (NBA Eastern Conference Finals 2000)

Credits: nba.com

I Blazers terzi a Ovest incontrano, dopo una dirompente cavalcata, i Lakers assoluti mattatori della regular season. La sfida sembra scritta, ma così come in tutti gli sport anche nella pallacanestro i pronostici sono fatti per essere sovvertiti o, in alcuni casi, per non essere minimamente rispettati.

I losangelini, alla ricerca del successo avendo portato Shaq a fare compagnia al giovane Bryant, si portano sul 3-1 in una serie che sembra apparentemente già decisa. Memorabile la stoppata di Kobe su Arvydas Sabonis per possibile tiro del pareggio.

Rasheed Wallace e Scottie Pippen decidono però di far risorgere Portland dalle proprie macerie annullando un doppio match-point prima allo Staples Centre e poi in Oregon, ancorando la serie su uno sportivamente drammatico 3-3.

A Los Angeles in Gara 7 succede l’incredibile: i Lakers iniziano l’ultimo quarto sul -16 (71-55) e, approfittando 13 tentativi consecutivi sbagliati da Portland, mettono in atto il più incredibile dei comeback, siglando non solo il 4-3 ma dando vita ad una dinastia destinata ad inanellare un meraviglioso three-peat.

Pare non averla presa benissimo Steve Smith, che ha dichiarato che, con la tecnologia, “vorrebbe rivedere ogni fallo non chiamato dagli arbitri. Da. Ogni. Fottuta. Angolazione.” A cominciare da un contestatissimo fallo di Shaq proprio su Smith a 30 secondi dalla fine.

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