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Golden State Warriors

Coach Izzo a Green: “Basta protestare”

Il mentore dell’Orso Ballerino ai tempi di Michigan State ha incontrato di recente il 23 dei Warriors e l’ha invitato a parlare di meno con gli arbitri

Uno dei segreti – nemmeno troppo celato – dell’egemonia recente dei Golden State Warriors nella Lega è Draymond Green, il quale non sarà l’elemento più talentuoso del roster sulla Baia ma è senza dubbio il leader emotivo della squadra. Il numero 23 è l’uomo barometro dei campioni NBA in carica: guardi il suo rendimento e capisci come sta andando la partita dei suoi.

Tuttavia il suo tallone d’Achille è la lingua, incapace di stare ferma nemmeno per un secondo durante il gioco e a maggior ragione nelle pause della partita. Pause durante le quali Green non perde occasione per mettere in pratica il suo passatempo preferito ovvero il dialogo con gli arbitri, spesso e volentieri però sopra le righe e quindi foriero di sanzioni più che di benefici.

Un difetto durissimo da eliminare del tutto ma che in ogni caso coach Steve Kerr sta provando a limitare. Non è facile lavorare su Green anche a causa della sua debordante personalità che risulta di difficile gestione, ne sa qualcosa l’allenatore che l’ha formato a livello di College e che tuttavia riesce ad avere un canale preferenziale nonostante l’indomabile carattere del nativo di Saginaw, Michigan.

Costui è coach Tom Izzo, storico capo allenatore di Michigan State dove Green ha giocato per quattro anni prima dell’approdo nella NBA. Izzo è famoso nella pallacanestro statunitense per mantenere ottimi rapporti coi suoi atleti anche dopo l’esperienza cestistica comune e così è avvenuto anche con The Dancing Bear.

Non più tardi di sabato scorso, il coach degli Spartans è volato a Denver per assistere al match vinto dai Warriors sui Nuggets per poi trascorrere una serata proprio in compagnia di Draymond Green, oltre che assieme a Gary Harris (altro suo ex giocatore nella NCAA). In tale occasione Izzo ha voluto dare un consiglio all’ala grande di Golden State, come confessato proprio da quest’ultimo ad Anthony Slater del The Athletic.

Il coach è una figura unica nella mia vita: è allo stesso tempo un amico ma anche un padre per me. Da lui posso sempre ottenere un’opinione imparziale. Sabato mi ha detto “che stai facendo? Stai contestando ogni decisione, smettila di protestare con gli arbitri”.

 

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