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Chicago Bulls

Media Day – Le dichiarazioni dei Chicago Bulls

Le parole di alcuni dei protagonisti della prossima stagione della squadra dell’Illinois

E’ un Rajon Rondo diverso quello che si presenta ai microfoni del media day targato Chicago Bulls. E non solo per i nuovi colori che si ritrova ad indossare, ma anche (e soprattutto) per lo spirito con cui affrontare questa nuova esperienza: l’ultimo treno per il rilancio NBA.

Mi sento davvero molto bene e sono eccitato all’idea di giocare qui a Chicago. Non mai avuto tutta questa energia dai tempi di Boston

Uno dei volti nuovi, certo. Ma non l’unico, visto che a Windy City in estate è tornato anche Flash, Dwyane Wade.

Un sogno diventato realtà. Avere l’opportunità di essere qui e di indossare quella maglia che quando sono cresciuto qui indossavano coloro che hanno vinto così tanti anelli è qualcosa di indescrivibile. Un sogno diventato realtà

Risposte date direttamente ai tifosi via Periscope. Il mondo corre in fretta e nessuno lo sa meglio della NBA, che così bene sa inseguirlo ed essere sempre al passo coi tempi. Poi però tocca ad Hoiberg, il primo a salire sul palco in conferenza stampa per il più canonico dei confronti con i giornalisti:

Abbiamo già un’idea su come vogliamo che la nostra squadra giochi. Ciò che ci serve è tanto movimento di palla con questo gruppo di giocatori

Rondo e Wade non sono di certo noti per capacità di spaziare il campo, direbbero i maligni. Ma in quanto a qualità di passatori, sarebbe difficile trovare qualcuno in grado di eccepire. Poi il coach dei Bulls continua:

La cosa più importante è riuscire migliore in questo (nella circolazione di palla, ndr). Quello che dobbiamo riuscire a fare è diventare una squadra più consistente. Sto chiedendo tanto a me stesso, forse tutto. Nessuno è più severo di me nel giudicarmi.

E infine il commento su quel numero 0 che dovrà prendere in mano le redini del gioco dei Bulls:

Rondo è qui a Chicago dal 15 agosto. Abbiamo già parlato un milione di volte.

Nulla quindi sembra essere lasciato al caso. Un focus costante, da parte di tutti. A partire da Butler, ormai sempre più stella della squadra dell’Illinois:

Ho detto ad Hoiberg di usarmi come esempio il più possibile. Ho bisogno di avere spinta e motivazione, come tutti gli altri. Voglio che i miei compagni mi guardino e capiscano che lavorando duro possono diventare come me.

Tutti compagni da testare, dai più anziani ai più giovani:

Non vedo l’ora che Valentine inizi a marcarmi in allenamento

In fondo, la crescita passa proprio da qui. Dalla sfida quotidiana e dalle motivazioni che deve ritrovare una squadre che ha perso per strada pezzi che hanno scritto pagine enormi della sua storia recente come Noah, Gasol e soprattutto Rose. Ma a salire sul palco al posto loro ci pensa il nuovo numero 3, Wade, un altro che di certo non le manda a dire:

Come mi sento con questa nuova maglia? Cambiare non è male, il materiale delle canotte è lo stesso. Mi sento come il nuovo compagno di classe.

Niente parole al miele per Miami e per il suo passato. Accettare di scaricare il pallone ad un compagno in campo è un conto. Passare sopra al fatto che a scaricarti è la franchigia a cui hai dato tutto per anni è un altro.

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