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Storie di D-League: Sean Redell Kilpatrick

Il primo appuntamento con la rubrica “Storie di D-League”: i racconti dei giocatori che ce l’hanno fatta.

Sean Redell Kilpatrick  è il primo protagonista di “Storie di D-League”, la rubrica dove vi raccontiamo le storie di giocatori sconosciuti che hanno fatto breccia nella lega dopo un passato nella sua “Serie B”( uno a caso? Hassan Whiteside).

Sean, dopo esser diventato il secondo miglior realizzatore nella storia di Cincinnati dietro solo a Oscar Robertson, e dopo aver ottenuto un posto negli All-American, a causa di un problema cronico alle caviglie suscita dei dubbi nella franchigie NBA, per questo rimane undrafted nel 2014. Nonostante questo in autunno viene firmato dai Golden State Warriors. Purtroppo il sogno dura poco per l’esattezza 4 giorni prima di essere tagliato ed acquisito dai loro “fratelli meno famosi”: i Santa Cruz Warriors.

Durante la stagione 2014-2015 Sean ottiene vari 10 days contract nei quali debutta in NBA con i Timberwolves. La stagione però si conclude amaramente dovendo ritornare nella lega di sviluppo questa volta, dopo una trade, ai Delawere 87ers. Chiuderà la stagione con una media di 14 punti. La stagione 2015-2016 segna la vera esplosione di questo talento.

Firmato dai Bucks in estate torna immediatamente in D-League. Nonostante questo Sean non si demorde e continua a macinare nella lega di sviluppo, tanto da convincere i Nuggets a firmarlo per ben due volte in un 10-days. Qui avrà la sua miglior serata contro gli Hawks realizzando 11 punti, non tanti per qualsiasi persona, ma molti per lui. Nonostante questo i Nuggets non lo firmano per il resto della stagione causa trade con i Thunder per DJ Augustin. Sean torna quindi agli 87ers e dopo l’all star game della D-League, alla sua prima vera partita di D-League dopo l’esperienza a Denver, né piazza 61, 4 punti in meno rispetto al record di 65 fissato una settimana dopo la sua prestazione.

Questa prestazione si fa sentire nei piani alti. Infatti dopo 2 settimane e 2 10-day firma un contratto per il resto della stagione con i Nets, franchigia più disastrata dell’NBA. Cosa ha convinto i Nets? Due prestazioni da 19 punti in entrambi i contratti a breve termine. Dopo la firma per il resto della stagione, Sean ne mette 25 dalla panchina, miglior prestazione per un rookie fuori dalla D-League alla sua prima partita sotto un vero contratto (prima di lui Whiteside ne mise 18).

Cosa dire di questo giocatore? Ha atletismo, tiro da dentro e da fuori, ottimo difensore insomma un giocatore all-around. Peccato che la lega se ne sia accorta troppo tardi, ancora una volta. Spesso uno scouting report pre draft non racconta tutto di un giocatore. Speriamo in un futuro libero da infortuni e magari in una franchigia migliore rispetto ai cugini della Grande Mela.

Articolo scritto da Ferdinando Ottaviani

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