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Denver Nuggets

Quattro chiacchiere con il Gallo: NBAReligion intervista Gallinari

Ci eravamo lasciati nella notte di un triste 4 Aprile di più d’un anno fa. I Denver Nuggets stavano vincendo contro i Dallas Mavericks, ma la vittoria sul campo aveva un retrogusto amaro: Danilo Gallinari nel corso di quella partita di Regular Season è uscito tenendosi stretto il ginocchio dolorante, temendo il peggio. E la risonanza magnetica ha confermato i sospetti: rottura del crociato.

Addio playoffs -ove la squadra di George Karl è arrivata poi ad uno Stephen Curry dalle Semifinali di Conference- e operazione, affidata al dottor Steadman. Che doveva esser uno specialista, ma le cui cure si sono rivelate inefficaci. Questa è la causa del lungo stop forzato del Gallo che oggi, ad oltre quindici mesi dallo stop, è pronto e completamente guarito. Il crociato è stato ricostruito nel corso della terza operazione a cui è stato sottoposto, verso fine gennaio 2014. E tutto sembra essere pronto per il ritorno in campo di uno degli uomini fondamentali dell’ultima versione dei Nuggets da playoffs. Sì perché mentre Gallinari pensava a curarsi, la franchigia di Denver ha iniziato la ricostruzione, non prima di aver salutato l’head coach George Karl e il GM Masai Ujiri. Spazio alla ricostruzione, guidata da Brian Shaw, alla prima esperienza da capo allenatore dopo anni di tirocinio nelle veci di vice prima ai Lakers e poi ai Pacers. Tuttavia l’aria di cambiamento che si poteva respirare sulle sponde del Colorado River è stata spazzata via dall’uragano di sfortune che si è abbattuto sulla franchigia della Centennial State: perso Andre Igoudala, si sono infortunati prima Javale McGee e poi Nate Robinson, due giocatori che avrebbero dovuto essere fondamentali nelle idee di Shaw. A questi va aggiunto il continuo andirivieni di Ty Lawson fra il campo e l’infermeria (anche se quando è sceso in campo ha regalato prestazioni magistrali, come i 31 punti e 17 assist contro i Lakers) e il conto è completo. Brian Shaw a tratti sembrava il Don Chisciotte della pallacanestro: combatteva contro i fantasmi di una stagione da 57 vittorie (record storico della franchigia) senza disporre dei mezzi adatti per poter dire la propria. Le 36 vittorie di quest’anno non bastano a rappresentare il potenziale di una delle franchigie più giovani dell’intera Lega. E il front-office dei Nuggets pare pensarla esattamente così: il roster dell’anno scorso è stato confermato in toto, con l’aggiunta di Arron Afflalo, guardia arrivata dagli Orlando Magic.

Insomma potremmo assistere ad una “Nuggets’ Revolution”, ora al secondo atto. A pochi giorni dall’inizio del training camp, noi di NBAReligion abbiamo avuto l’opportunità di chiedere direttamente a Danilo Gallinari come lui e la sua franchigia si apprestano a vivere questo nuovo inizio. E il Gallo, interrogato immediatamente sul suo processo di recupero, non ha dubbi nell’annunciarci che non appena comincerà il training camp lavorerà con i suoi compagni: “Posso dirvi che fin dallinizio del training camp lavorerò con la squadra. Durante lestate ho svolto del lavoro di rinforzamento, il ginocchio è completamente guarito. Ho lavorato molto con Steve Hess e ora ho iniziato a fare delle partitelle 2vs2 e 3vs3 per riprendere il ritmo giusto e abituarmi ai contatti di gioco. Sono molto carico. Viene spontaneo chiedere ad un giocatore reduce da tre operazioni quali siano le aspettative per il proprio ritorno in campo e soprattutto il modo in cui pensa di approcciarsi al gioco: “Il mio modo di giocare non cambia, anzi il mio obiettivo è quello di tornare a giocare come facevo prima di fermarmi. Questestate ho provato a lavorare sul mio corpo, per reggere meglio i contatti ma anche per essere più agile nei movimenti. Sono pronto.

Rassicurati i tifosi sull’integrità fisica di Danilo e della sua consueta aggressività a livello mentale, passiamo poi a parlare di quello che lo aspetta al Pepsi Center, con Brian Shaw in panchina: “Fra noi c’è un buon rapporto, ognuno rispetta laltro. Devo ancora capire bene quale sarà il nostro stile di gioco, non avendo mai fatto allenamenti con il coach non posso dire nulla a riguardo. Penso però che il mio ruolo sarà molto simile a quello che avevo con Karl. Quel che è certo è che i Nuggets si trovano nella Conference più intricata della Lega, dove praticamente tutte le squadre possono ambire ai playoffs. Non sarà facile trovare la giusta alchimia giocando contro corazzate come gli Spurs, i Clippers o i Thunder e il Gallo ne è consapevole: “Gli equilibri rispetto allultima stagione ad Ovest non sono cambiati.

Nel marasma della Western Conference tuttavia Gallinari è sicuro che i Nuggets possano far valere la loro voce: Abbiamo tutte le carte in regola per puntare alle Finals. Guardando invece dall’altro lato della Costa, abbiamo chiesto a Danilo cosa ne pensasse del ritorno di Derrick Rose agli ultimi Mondiali: “Lho visto molto bene, mi ha fatto unottima impressione. Penso che troverà sempre di più la sua forma migliore e che possa disputare una grandissima stagione. A proposito di Mondiali, non si può non parlare di Kenneth Faried, “che ha disputato un grandissimo torneo, sono contento per lui. Sono sicuro che porterà a Denver ciò che ha imparato e darà una mano alla squadra. E, diciamoci la verità, dal fare un accenno al Mondiale e incominciare a parlare della nostra Nazionale, il passo è molto breve. E quindi d’azzurro si tinge la nostra conversazione: come prenderebbe il Gallo un ritorno di Daniel Hackett? “Penso che lui possa tornare in gruppo senza nessun problema. E possiamo fare grandi cose insieme”. Incuriositi da queste parole, azzardiamo un “Quindi, Rio 2016?”, ma il Gallo non si sbilancia… Chi invece vuole puntare in alto è sicuramente la squadra del cuore di Danilo, l’Olimpia Milano. Quest’anno i Men in Red si sono rinforzati, attingendo anche a delle forze NBA come Marshon Brooks. Come vede la squadra della sua città il numero 8? “Hanno costruito unottima squadra facendo mosse intelligenti. Penso possano ambire a fare ciò che hanno fatto lanno scorso in Italia e a migliorare in Europa. Sono attrezzati per fare bene.

Conclusi quelli che erano i temi principali della nostra chiacchierata, rimane un po’ di tempo per far svelare all’intervistato quali sono stati i segreti per rimanere calmo e concentrato durante la lunga riabilitazione. La curiosità relativa a quest’argomento mi è sorta guardando il film “Il mio Amico Eric” dove Eric Cantona (interpretando se stesso) spiegava come aveva fatto scorrere più velocemente il tempo durante il lungo stop impostogli dalla Federazione Inglese per aver inflitto un ‘simpatico’ calcio volante ad un tifoso, reo di averlo insultato mentre stava abbandonando il campo dopo essere stato espulso. Ecco, Cantona rivela al suo interlocutore che si distraeva suonando la tromba. E Danilo cos’ha fatto per rilassarsi? “Ho giocato a golf, a tennis e imparato a suonare la chitarra. Prima di congedarci, poniamo al Gallo un’ultima domanda, chiedendogli di essere sincero, senza peli sulla lingua: “Danilo, se finissi la tua carriera senza aver vinto almeno un anello, saresti soddisfatto?”. “Sì, sarei soddisfatto lo stesso. Ma vincere sarebbe unemozione incredibile. In bocca al lupo, Gallo!

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