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L.A. Lakers

I Los Angeles Lakers sono già pronti a ricostruire e dichiarano i loro obiettivi per la free agency

I Lakers stanno scaldando i motori, signori: dopo una stagione che definire disastrosa sarebbe estremamente riduttivo, con sole 27 vittorie  e 55 sconfitte  che hanno inevitabilmente impedito l’accesso ai play offs per la sesta volta nella loro storia (l’ultima mancata qualificazione alla fase fianle risale al 2005),  sono pronti già da adesso a ricosturire con la R maiuscola, e possibilmente tornare ai fasti di un tempo  a partire dalla stagione 2014-2015.
Il General Manager Mitch Kupchak ha ovviamente in testa come obiettivi primari i nomi più succosi disponibili per l’emminente free agency, ovvero quelli di LeBron James e Carmelo Anthony, i quali hanno (momentaneamente?) terminato i loro contratti con le rispettive franchigie: il GM ha dichiarato che i Lakers sono pronti a spalancare le porte ai due fuoriclasse, qualora manifestassero la volontà di giocare in gialloviola.

 “Se uno di questi giocatori ci farà capire di volerci incontrare, siamo pronti a farlo; e se ci incontrermo, quando avremo il permesso (dalla Lega) di farlo, siamo pronti a fare qualsiasi cosa”.

ha espresso fermamente  Kupchak, che prima di contattare LeBron, Melo, o un altro free agent, dovrà aspettare le 12:01 ( orario americano ET) di martedì primo luglio, quando la free agency inzierà diventando realtà e non più mere speculazioni. Nel caso specifico, i Miami Heat per King James e i N.Y. Knicks per Anthony, hanno un vantaggio consistente per poter rifirmare i propri (momentaneamente ex) campioni, in quanto hanno la possibilità, dettata dalle regole salariali in vigore, di offrire un contratto della durata di 5 anni e più oneroso rispetto ai Lakers, che hanno nel proprio arsenale meno denaro da offrire, per un contratto di massimo 4 anni; ma attenzione, proprio come hanno imparato i Lakers a proprie spese con il Dwight Howard-gate, i soldi non sono sempre la priorità.

C’è un limite a quello che possiamo fare; le regole, quantomeno quelle finanziare, ci dicono che per un giocatore, possiamo offrire 30-35 milioni (di dollari) al massimo; alcuni sono disposti ad accettarli, altri meno, in ogni caso, abbiamo abbastanza spazio salariale per fare le nostre mosse”

ha specificato Kupchak:  situazione dovuta al fatto che, al momento, sul libro paga dei Lakers ci sono solamente Kobe, Nash, Sacre e – non appena la squadra deciderà di esercitare la team option sul giocatore – Kendall Marshall; la  ricostruzione del roster si preannuncia  quindi  totale.
Il cantiere Lakers comincerà a breve le proprie operazioni, ovviamente ripartendo dalle fondamenta più solide (anche a livello fisico, come vedremo)  a disposizione, ovvero Kobe Bryant, una presenza che automaticamente obbliga Kupchak a puntare verso obiettivi molto ben definiti:

“Vogliamo ribadire che questa è una franchigia che ha la vittoria del titolo nel proprio DNA, e fino a che Kobe sarà nella squadra, dobbiamo credere di poter sempre competere per il titolo.”

Già che ci siamo, Mr. Kupchak, come sta Kobe?

“Kobe sta bene. Ovviamente dovrà dimostrarlo sul campo, ma ha passato la maggior parte del suo tempo ad allenarsi, e non si direbbe proprio che senta dolore. Sembra davvero in gran forma, è chiaro che dovrà giocare ad alti livelli la prossima stagione e far vedere che sta davvero bene, ma al momento sembra davvero in gran forma.”

Kobe pronto fisicamente dunque, ma come il miglior Frank Underwood in House of Cards, pare abbià già da tempo inizato le (proprie) operazioni riguardo alla  free agency:  sebbene i Lakers, come franchigia, debbano aspettare infatti il 1 luglio per incontrarsi cone Melo & Co. , e non abbiano ancora in programmato in agenda nessun incontro, il Black Mamba ha vuto tutto l’anno a disposizione per poter parlare con i giocatori e avviare le azioni di reclutamento.
Leggermente vago, ma ben a conoscenza dell’enorme star power di Kobe, commenta così Kupchak:

“Per quello che so io, i giocatori si parlano molto durante l’anno, ma francamente, non so cosa si dicano. Sì, si reclutano a vicenda, e non sarei sorpreso se un giocatore contattasse Kobe, o viceversa, e se un giocatore ci interessa, andrei da Kobe e gli direi: “Hey, fai una telefonata a questo qui”. L’abbiamo fatto con Steve Nash in passato, quindi non sarebbe  un fatto inusuale per noi. E poi ricordate che noi possiamo parlare con i giocatori dal primo luglio in poi: tra di loro si parlano tutto l’anno”.

E guarda un po’,  Chris Broussard di ESPN The Magazine, ha riportato la notiza , all’inizio di questa settimana, riguardo al fatto che  Kobe e Anthony si siano incontrati recentemente per discutere della possibilità di giocare insieme.
Molta carne al fuoco per i Lakers quindi, i quali però a loro volta hanno già pronto un piano B nel caso in cui le proprie intenzioni non dovessero realizzarsi.  Dichiara il GM:

“Non abbiamo ancora il quadro completo di questa free agency, non lo avremo fino al 30 giugno, ma parlando del meglio in circolazione, ci sono solo 2-3 grandi giocatori disponibili capaci di spostare gli equilibri. Certo, questa sarà un’ottima classe di free agents, ma non così ampia come sarà la prossima e quella del 2016. E con questo in mente, abbiamo strutturato il nostro spazio salariale per poter prendere solo un grande giocatore (quest’estate), e qualora non ci riuscissimo, aspetteremo le più ricche free agencies dei prossimi due anni”.

Per concludere, Kupchak ci aggiorna anche sulla questione allenatore, al momento finita nel dimenticatoio, ma sempre viva in casa Lakers.

“Stiamo continuando ad incontrare e intervistare possibili candidati, e credo che per i primi di Luglio, avremo sotto contratto un grande allenatore”.

Le ultime indiscrezioni parlano dell’ex stella dei Lakers, Byron Scott, molto vicino al ruolo di head coach; indiscrezioni che trovano parziale conferma proprio dal GM dei Lakers, il quale ha ammesso che  gli incontri con Scott si sono sempre conclusi in maniera ottimale.

Ci siamo ormai, i Lakers aspettano solo la luce verde del semaforo NBA, e sono pronti a partire e ribadire fin da subito che “L.A. is a Lakers town”.

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