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George guida i Pacers, Indiana accorcia sul 3-2

Un favoloso secondo tempo di Paul George ha permesso agli Indiana Pacers di battere i Miami Heat in gara-5 delle Eastern Conference Finals, riducendo il disavanzo nella serie sul 3-2. Il numero 24 è stato il vero mattatore di giornata, guidando la formazione di casa alla rimonta ed alla vittoria in volata, con una prestazione da 37 punti. A semplificare le cose per la formazione di coach Vogel, i problemi di falli per LeBron James, autore di una prestazione incolore e dal minutaggio contenuto. Il punteggio finale è stato 93-90 per Indiana.

Confermati i due quintetti di gara-4, con alcune novità che arrivano dalla panca dei bi-campioni in carica: Ray Allen è della partita, Chris Andersen no. Il gameplan dei Pacers è chiaro sin dalla palla a due. I primi 3 possessi sono tutti per Roy Hibbert, che riceve in post basso per giocarsi l’1vs1 contro Chris Bosh. Il punteggio è molto basso nei minuti iniziali, ma l’intensità, per converso, è elevata. Gli ospiti con tante deflections costringono gli avversari a 3 palle perse, ma poco possono contro un George che sembra ispirato già dal primo quarto. Indiana si affida al solito equilibrio realizzativo, alle ricezioni dei propri lunghi ed alla difesa convinta del proprio pitturato. Al primo timeout il punteggio è 10-7 per i padroni di casa, che hanno già tutto il quintetto a referto. Chi invece non sembra della partita è LBJ: dopo la schiacciata in alley-oop sul primo possesso, il numero 6 sbaglia 5 tiri in fila, prima di commettere un precoce secondo fallo su di una penetrazione di George Hill. Anche Dwyane Wade è abbastanza in ombra, con alcune imprecisioni che non aiutano alla causa dei ragazzi di coach Spoelstra. Indiana domina a rimbalzo e sulle palle vaganti, giocando con molta grinta ed energia. Dopo un jumper di Wade sul suono della sirena, il punteggio al termine del primo quarto è 22-16 per i padroni di casa, che hanno già preso 10 rimbalzi in più degli avversari (16-6), tirando nel contempo col 50% dal campo.

Il secondo periodo si apre con entrambe le formazioni che si scambiano canestri, con gli Heat che trovano la parità grazie ad un D-Wade che pare essere entrato in ritmo. Gli ospiti ritornano ad attuare il pressing a tutto campo già visto nelle sfide casalinghe e, non a caso, vivono il momento migliore della gara. In campo si assiste a tanti tuffi alla ricerca del pallone, con il solito Shane Battier in prima fila in questa specialità. Con le percentuali che si abbassano è Miami ad approfittarne, grazie ad un 9-0 di parziale in cui si distingue Ray Allen. James, tuttavia, è completamente avulso dalla gara, commette il terzo fallo ed è costretto a chiudere anzi tempo la prima metà di gara. Spoelstra opta per un quintetto piccolo, scongelando Toney Douglas dal letargo in panchina. I padroni di casa segnano 2 punti in 6’30”, prima che il solito Luis Scola riesca metterci una pezza. Il merito è della difesa avversaria, brava a raddoppiare su George e sulle ricezioni in post di Hibbert. Gli Heat hanno un mini-allungo nel finale, andando all’intervallo avanti 42-33. Sono 10 i punti di He Got Game, 9 quelli di Bosh, solo 2 per LeBron, al peggior primo tempo della stagione. Da segnalare le ben 12 palle perse complessive in altrettanti minuti.

In avvio di ripresa, James è assegnato alla marcatura di Hill ma, sulla prima azione, commette il quarto fallo in aiuto su Hibbert. Indiana ricomincia a martellare la palla dentro come ad inizio gara, sbagliando però diversi tiri. Dopo alcuni minuti non certo scintillanti di pallacanestro, è Miami ad andare avanti in doppia cifra dopo una tripla di Lewis, con i padroni di casa che segnano 2 punti in 3 minuti nel parziale. Con più di 8′ sul cronometro, LeBron commette il quinto fallo nel tentativo di ostacolare Stephenson, la prima volta che gli succede in carriera col terzo quarto ancora da completare. Spoelstra risponde di nuovo col doppio playmaker e gli ospiti vanno sul massimo vantaggio della serata, +11, con un’altra bomba di Lewis. Con l’eliminazione che sembra una cosa reale, per di più davanti al proprio pubblico, i Pacers capiscono che è il momento di cambiare marcia. I ragazzi di Vogel attaccano con più convinzione il canestro avversario, andando spesso e volentieri in lunetta e prendendosi cura del pallone, evitando banali turnovers. In poco più di 3 minuti il parziale dei padroni di casa è un terrificante 15-2, che consegna loro il vantaggio. Contro la grande pressione difensiva degli avversari, Miami ha bisogno di generare attacco: si legge così il tentativo di rispolverare Michael Beasley, autore di un vero e proprio cammeo nel quale viene messo a dura prova da West in post basso. L’ambiente è totalmente rigenerato, gli Heat sono frastornati e perdono 5 palloni nel frangente, alimentando il contropiede di Indiana. Stephenson si dedica volontariamente all’huddle sbagliato, quello di Miami, causando qualche scambio verbale con Spoelstra. 5 importanti punti di Allen evitano guai peggiori, prima che George infili da tre sulla sirena. Al termine del terzo quarto il punteggio è 64-57 per i Pacers, che hanno segnato in 12 minuti più di quanto fatto nei primi due periodi di gioco.

All’inizio dell’ultimo quarto è Chris Bosh che tiene in vita gli Heat, con alcune conclusioni al ferro. La difesa ospite non può nulla contro un Paul George che si scatena, rubando palloni a destra e manca, capitalizzando in contropiede e con jumper precisi. I padroni di casa volano sul +11, attaccando spesso molto velocemente nell’azione. Nonostante un James con la mano freddissima a causa del forzato riposo, Miami confeziona un parziale di 9-0 per tornare ad un solo possesso di svantaggio. Stephenson continua la sua guerra personale a suon di provocazioni, questa volta soffiando nell’orecchio di LeBron. George segna ponendo fine al momento degli avversari, ma Wade, pur accusando qualche problema fisico, mette la tripla del -1. I canestri da fuori saranno la variabile impazzita del finale in volata. LBJ realizza la bomba del pareggio, ma è West, da vero leader, a portare di nuovo avanti i suoi. Dopo un jumper di George è Lewis a dare un altro -1 con un canestro da lontano. Ad 1′ e 45” dal termine è la volta di George di segnare da oltre l’arco ma, 30 secondi dopo, di tabella Bosh mette la tripla dell’ennesimo -1. PG24 sbaglia da fuori, il rimbalzo è di Hibbert che serve la sua ala piccola che segna la bomba del +4 a 47” dallo scadere. Bosh sbaglia la tripla, ma Indiana, invece di gestire il cronometro, cerca un improvvido lay-up con Hill che viene stoppato da James. Lewis, ancora lui, realizza la tripla del -1 con 16” da giocare. Gli ultimi secondi sono convulsi. Gli arbitri, dopo aver visto più e più volte il replay, assegnano la rimessa ai Pacers. Battier commette fallo prima che il cronometro parta, regalando un libero a George che, peraltro, sbaglia. West viene mandato in lunetta col fallo sistematico, ma ne mette solo 1 su 2 con 13” da giocare. Dopo il timeout, James va in penetrazione, serve Bosh appostato dietro l’arco, ma il tiro della vittoria è sbagliato. Catturato il rimbalzo, è West a segnare il libero conclusivo. Il punteggio finale è 93-90 per i padroni di casa, che riducono lo svantaggio nella serie sul 3-2. George e West hanno segnato gli ultimi 36 punti di Indiana, compresi tutti e 29 quelli dell’ultimo parziale.

37+6+6 recuperi per uno stratosferico George, autore di ben 21 punti nel quarto quarto, un record contro Miami in postseason. 19+9 di un buonissimo West, 12+5+5 per Stephenson. Hibbert termina con una doppia doppia da 10+13.

20+10 di Bosh, il più continuo forse dei suoi sull’arco dei 48 minuti. 18 per un redivivo Rashard Lewis, con 6 triple a bersaglio. 18+8+7 per Wade, meno incisivo nella ripresa, e 15 di Allen, invisibile nell’ultimo quarto. Solo 7 i punti di James, alla seconda prestazione in carriera sotto la doppia cifra nei Playoffs, dopo le Finals 2011.

Indiana ha tirato meglio dal campo rispetto ai propri avversari, 47,4% vs 45,3%, anche se da tre hanno fatto meglio gli ospiti, 48,4% vs 28,6%. Vittoria per i Pacers anche a rimbalzo (45-38) e nei punti in the paint, 42-22.

La tanto attesa serata da trascinatore di Paul George è infine arrivata. Il numero 24 è tornato alle vecchie abitudini, prendendo la partita in mano nel secondo tempo e guidando i suoi alla vittoria per rimanere in vita nella serie. La chiave di volta è stata l’energia messa in campo nel difendere il proprio canestro, concedendo pochi punti in pitturato ai propri avversari, anzi avvantaggiandosi nettamente sotto questa voce statistica grazie ad un attacco molto deciso nell’andare verso il ferro altrui. Ovviamente, non è da sottovalutare l’impatto nullo di James, che ha permesso a George di non dover spendere più energie del previsto nella propria metà campo. Gli Heat, tuttavia, sono stati in vantaggio in doppia cifra ed hanno avuto lo stesso la possibilità di portare a casa la vittoria, grazie ai tiri da fuori che hanno sopperito alla mancanza di punti in area. La loro difesa ha lavorato bene per due quarti e mezzo, ma il parziale che ha cambiato l’inerzia è arrivato con tanti contropiedi in superiorità numerica per i Pacers, molto bravi a capitalizzare le tante perse di Miami. Così facendo, hanno evitato le insidiose trap messe in atto da Spoelstra, così come i raddoppi sugli uomini più pericolosi. Nel quarto quarto, inoltre, è stato virtualmente impossibile contenere George, con la mano caldissima da tre. Ha pagato inoltre, come in gara-1, la scelta di Vogel di martellare palla dentro ai lunghi, per sfruttare i vantaggi in termini di lunghezza e tonnellaggio, dando così un senso alle richieste di Hibbert dopo la scorsa partita. Con la serie che torna in Florida, vedremo se Indiana forzerà la bella in casa oppure no. Gara-6 è in programma nella notte italiana tra Venerdì e Sabato.

Alessandro Scuto

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