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Top & Flop: Miami Heat vs. Indiana Pacers, Gara 5.

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Paul George. Criticato troppo spesso durante questi playoffs, la stella dei Pacers si fa carico della squadra nei momenti più importanti della partita dimostrando di poter essere un punto di riferimento anche nei match decisivi. Per lui una prestazione da incorniciare e una delle migliori in carriera nella fase eliminatoria con 37 punti 6 recuperi e 6 rimbalzi. Un quarto quarto esemplare tiene a galla, prima, i suoi dopo il recupero degli avversari che affosserà qualche minuto più tardi con una serie di triple decisive. Difensivamente sempre presente, soprattutto nel momento di grazia maggiore a fine partita, con importanti recuperi alla guida di una difesa che, quando è servito, è parsa insormontabile.

Lance Stephenson. Statistiche alla mano non è stato devastante quanto avrebbe voluto, ma il suo apporto psicologico alla gara è stato essenziale. Sul tabellino finirà con 12 punti e 5 assist, ma la sua presenza fa da padrona in ogni minuto che passa sul parquet. Forse non sarà un esempio di sportività e professionalità, ma, per i Pacers, con la serie sul 3 a 1 un trascinatore morale come lui ha aiutato tantissimo.

Rashard Lewis. Una delle più vecchie conoscenze del basket NBA è tornata a brillare questa notte con una prestazione che mancava da parecchio tempo. In due playoffs con gli Heat ha messo a referto meno punti che in questa gara. Indomabile da dietro l’arco, è stato l’aiuto divino per Miami orfana di LeBron James, in panchina per falli per gran parte del match. Conclude la partita con 18 punti, 6 su 9 da tre.

Dwyane Wade. Fa il possibile per trascinare i suoi e a sprazzi si rivede il one man standing del pre-Big Three. Rischia di diventare decisivo anche da 3 punti, se non fosse per la freddezza di George dall’altra parte del campo. In prospettiva futura questa potrebbe essere una prestazione chiave per il morale della squadra che, senza LeBron, ha saputo affidarsi a delle mani altrettanto affidabili e, forse, troppo spesso “dimenticate”. Questa notte, assieme a Chris Bosh (20 punti), ha dimostrato l’importanza degli “altri due”.

FLOP

Panchina Pacers. Numeri alla mano, i 6 punti complessivi dalla panchina sono fra i più bassi mai visti in una partita di lega. Se si considera che sono arrivati unicamente per mano di Luis Scola la faccenda è da prendere ancora più seriamente. La grande prestazione di George, West e Stephenson ha salvato la serie di una squadra che, a tratti, ha arrancato contro avversari di grande spessore, ma pur sempre orfani del loro uomo migliore. Per dare continuità alla vittoria serve continuità in campo, cosa che alle seconde linee giallo-blu, ieri notte, è mancata.

LeBron James. Non capita spesso di leggere questo nome fra i flop di una gara di playoffs, eppure James è stato protagonista di una delle peggiori partite della propria carriera e, a livello di numeri, la peggiore mai vista nella post season. Tenuto in panchina in via preventiva, causa falli, per la quasi totalità della gara arriva all’ultimo quarto con 2 punti messi a referto e quando Eric Spoelstra decide di farlo entrare commette subito 2 falli, portando a 5 il conteggio totale. Gioca gli ultimi minuti di gara iniziando male, con due airball salvate da un onnipresente Bosh, riprendendo vita con una tripla importante e una stoppata su Hill che, per poco, non rischia di risultare decisiva per la vittoria dei suoi. In generale, però, viene da chiedersi a che punto sarebbe stata la serie con la sua costante presenza in campo.

 

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