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playoffs 2014

James top scorer, Miami sul 2-1

Un’ottima prestazione su ambedue i lati del campo di LeBron James, ha permesso ai Miami Heat di battere gli Indiana Pacers in gara-3 delle Eastern Conference Finals. Il numero 6, top scorer dell’incontro con 26 punti, è stato ben coadiuvato dal solito Dwyane Wade e da un Ray Allen che ha messo le triple decisive nell’ultimo quarto. A nulla è bastato un ottimo primo tempo ed una raffica finale di Paul George per evitare la sconfitta agli ospiti. Il punteggio finale è stato 99-87 per i bi-campioni in carica.

Dopo aver temuto uno stop imprevisto a causa della commozione cerebrale, PG24 è regolarmente in campo tra le fila degli uomini di coach Vogel. Gli Heat non cambiano il quintetto base di gara-2, con Udonis Haslem a prendere il posto di Shane Battier. L’inizio è costellato da ritmo basso, tiri perimetrali e tanti errori abbastanza banali. La partenza di Miami è raccapricciante, palloni sprecati, attacchi e difese letargiche. I Pacers, pur non facendo niente di straordinario, ne approfittano e scattano meglio dai blocchi, sfruttando le solite perse di Mario Chalmers ed un precoce secondo fallo di Chris Bosh. Al primo timeout gli ospiti sono avanti, 11-4. Il merito va, per l’ennesima volta, ai lunghi. David West è produttivo in post, abusando della marcatura di Battier, presto uscito di scena. Chi invece vive alcuni momenti di grazia è Roy Hibbert, che come suo solito si scatena quando affronta gli Heat. Gli ospiti continuano a macinare, volano sul +14, complice anche la totale assenza di James e Wade, ed un attacco avversario spaziato malissimo. Un dato che riassume questo trend: in 9 minuti Miami segna 4 punti, contestualmente perdendo 6 palloni. E’ un libero di Andersen a spezzare la siccità, dopo tanti minuti di astinenza arriva anche un canestro dal campo, grazie a Battier dalla lunga distanza. George ed Hill commettono entrambi il proprio secondo fallo, permettendo una mini-rimonta ai bi-campioni. Scintille in campo, dovute anche alla posta in palio: ne fanno le spese Watson e Cole, sanzionati con un doppio tecnico. Alla fine del primo quarto Indiana è avanti, 21-14, grazie ai 10 punti di Hibbert ed alle palle perse avversarie (7).

Dopo il primo mini-riposo, LBJ prova a dare una scossa alla propria squadra, ma isolato in post medio contro Lance Stephenson non riesce a portare a casa risultati apprezzabili. I Pacers tornano avanti in doppia cifra, sfruttando la panchina, spesso criticata e considerata l’anello debole della formazione di Vogel. E’ Luis Scola a prendersi il proscenio nei primi minuti del secondo quarto, segnando 4 canestri senza errori, mix di tiri dai 6 metri e movimenti dal post basso. Per gli Heat, Wade nullo, Bosh realizza una tripla ma è costretto alla panchina a causa del terzo fallo. Gli ospiti controllano i rimbalzi e proteggono il ferro, sembrano amministrare la gara senza particolari patemi. In un momento di grande difficoltà, Spoelstra decide di far debuttare nella serie Rashard Lewis. Per l’ex All Star tanti minuti sul parquet, producendo più in difesa su West che in attacco, un paradosso ricordando i suoi trascorsi nei Magic e nei Sonics. Dopo aver toccato il +15, l’attacco di Indiana si inceppa sul più bello, vittima dell’aumentata pressione difensiva dei padroni di casa. I Pacers perdono ben 5 palloni in altrettanti possessi, alimentando un 8-0 per Miami che ritorna prepotentemente in partita, al di sotto della doppia cifra di scarto. Col terzo fallo di George viene scongelato Evan Turner, autore però di un vero e proprio cammeo. Dopo 4 minuti di digiuno tornano a segnare gli ospiti, anche se solo grazie ai tiri liberi. Dall’altra parte James e Wade sembrano essersi svegliati, attaccando il pitturato avversario e trovando punti in area. All’intervallo Indiana è ancora avanti, 42-38, ma l’inerzia sembra essere passata di mano. In doppia cifra James e Hibbert, che però non ha segnato più dopo i primi 12 minuti. Da segnalare anche i 9 rimbalzi di Stephenson, meno visibile in attacco e produttivo dal pick&roll, ma, come al solito, molto bravo sotto le proprie plance.

In avvio di terzo quarto, si rivede il numero 55 dei Pacers, che torna a segnare da sotto con un paio di appoggi. Miami allunga la difesa, attuando pressing sistematico nei confronti delle guardie avversarie sin dalla loro metà campo ed effettuando trap per forzare palle perse. In un primo momento George Hill è molto bravo nell’attaccare il ferro con penetrazioni dirette, inducendo Bosh, nel contempo, al quarto fallo personale. Nei possessi successivi però, complici anche i problemi di falli dell’ex pupillo di Gregg Popovich, la strategia di Spoelstra paga dividendi. L’attacco di Indiana va fuori giri e perde palloni sanguinosi, ad approfittarne sono Wade, con 6 punti in fila, e James, che con una schiacciata suggella il primo vantaggio dei padroni di casa nella partita. Il parziale di 8-0 viene fermato dal solito Stephenson, che riesce a mettere una provvidenziale pezza nel momento di massima difficoltà dei suoi. La fase centrale del periodo vive all’insegna dell’equilibrio e della sfilza di tiri liberi, conseguenza anche dei falli fischiati ad Haslem e George, entrambi a quota 4. Vogel decide di raddoppiare LBJ in post basso, sfidando gli avversari a colpire da fuori. Il numero 6, tra l’altro, è vittima di crampi che lo costringono ad una breve visita negli spogliatoi. Gli ospiti restano a galla con qualche tiro da fuori di Butler e Watson, evitando la fuga degli Heat. Dopo una rara tripla di Wade a pochi secondi dal termine, il punteggio è 71-64 per Miami, che si è affidata ai 22 punti nel quarto del dinamico duo.

All’inizio dell’ultimo periodo un’altra tripla di D-Wade regala il +10 ai padroni di casa. Dopo tre quarti in ombra, prova a svegliarsi Paul George. L’All Star segna 8 punti in un battito di ciglia, compreso un 5-0 in prima persona che ricuce lo strappo ad un solo possesso di svantaggio. Bosh, non molto furbescamente, viene sanzionato con un tecnico, nel momento in cui si decide la gara. Spoelstra va di quintetto piccolo, con James a marcare West, il quale, a sua volta, è costretto ad inseguire sui blocchi un fin qui spento Ray Allen. Dopo aver costeggiato la gara, He Got Game mette a segno 3 triple che spaccano in due la partita, senza che la difesa di Indiana riesca a trovare le adeguate contromisure. Gli Heat hanno mani velenose nella propria metàcampo, propiziando diversi recuperi che favoriscono transizione e tiri veloci. I Pacers non riescono a trovare defensive stops adeguati e, in un’altra situazione di contropiede, si accoppiano pigramente in difesa, concedendo ad Allen la quarta tripla che vale per il +15 che, con 3 minuti rimasti, chiude sostanzialmente la contesa. Gli ospiti, non riuscendo a trovare linfa nella propria fase difensiva, perdono fiducia e fluidità in attacco, realizzando appena 5 punti in 6 minuti di gioco. Il risultato finale è 99-87 per i bi-campioni in carica, che vanno avanti 2-1 nella serie ed interrompono la striscia di 5 vittorie esterne consecutive nei Playoffs di Indiana.

26+5+7+4 recuperi per LeBron James, che ha alzato il tono nella propria metà campo nel momento giusto, segnando anche qualche canestro della staffa nel finale. 23 di Wade, ancora una volta cruciale dall’intervallo in poi. 16 i punti di Ray Allen, tutti pesanti ed arrivati nel momento decisivo della gara. Solo 9 quelli di Bosh, frenato anche dai falli.

Paul George chiude a quota 17, quasi tutti nell’ultima frazione di gioco, sbagliando anche qualche tiro libero, segno che ancora non era del tutto a posto fisicamente. 16 di Hibbert, che è stato notevolmente limitato dal secondo quarto in poi. 13 di West e 10+11+5 per Stephenson, in tono minore rispetto alle gare di Indianapolis.

Miami ha tirato meglio dal campo, 54,4% vs 47,7%, frutto anche del 55,6% dalla lunga distanza contro il 28,6% degli avversari. Parità a quota 29 a rimbalzo, 40-38 i punti in the paint per i padroni di casa. Da segnalare le 32 palle perse complessive.

I primi 20 minuti avevano dato l’impressione di una grande vittoria esterna dei Pacers, pur non facendo nulla di straordinario ed approfittando dei tanti errori degli Heat, non sempre forzati dalla difesa ospite. Con l’aumento della pressione difensiva, delle trap e, di conseguenza, delle palle perse, l’attacco di Indiana è andato in affanno, non riuscendo a dare la palla dentro con continuità e profitto, a differenza di quanto successo per quasi tutto il primo tempo. Con un Hill fuori ritmo a causa dei falli e della marcatura di Cole, e di un George spento per tre quarti, sono mancate le risorse sul perimetro da cui andare nel momento della folata di Miami. Nel quarto quarto, poi, sono stati commessi diversi errori alquanto banali ma letali, come la mancata identificazione di Ray Allen nella transizione difensiva. James e Wade, da par loro, sono stati molto bravi nel non accontentarsi di indolori jumper dai 4-5 metri, attaccando invece il pitturato avversario e costringendo Hibbert ad allontanarsi dal ferro, col risultato di efficaci extra-pass per taglianti e/o situazioni di backdoor con la difesa sguarnita. Ancora inefficace Bosh, anche se la sua presenza è stata fattore di preoccupazione per Vogel. La mossa di West ad inseguire sui blocchi Allen aveva dato i suoi vantaggi in gara-1 ma, la scorsa notte, non ha avuto gli effetti desiderati. Anzi, forse una rarità nei confronti diretti tra le due squadre, il quintetto basso di Miami non è andato sotto contro quello dei Pacers, reggendo anche a rimbalzo e non concedendo secondi possessi. Vedremo ora, con gli adeguati aggiustamenti, se Indiana riuscirà a pareggiare la serie o meno. Gara-4 è in programma nella notte italiana tra Lunedì e Martedì.

Alessandro Scuto

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