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L.A. Lakers

Phil Jackson non ha dubbi, Kobe tornerà l’attaccante di prima

Phil Jackson torna a parlare. In un intervista rilasciata ieri a NBA TV, l’ex allenatore di Bulls e Lakers ha voluto esprimere la sua sulla situazione in casa gialloviola, concentrando le sue attenzioni sul numero 24.

I Lakers l’hanno pagato di più di quello che avrei fatto io (riferendosi al rinnovo di Bryant a 48 milioni per due anni), ma lui porta sempre un certo senso di “Noi vinceremo!”. Devi avere in squadra un giocare che non molla nemmeno per un secondo. E in questo campo il valore di Kobe, anche alla sua età, è terrificante.

Riguardo alla sfortunata serie di infortuni che stanno colpendo il Mamba in queste ultime due stagioni, Jackson si è dichiarato abbastanza sicuro di un ritorno del Bryant che conosciamo.

Credo tornerà, penso che Kobe sarà un attaccante straordinario. Sa segnare. Abbiamo visto tutti Michael Jordan  segnare ancora 20 punti a partita, quando aveva 37-38 anni; forse anche 38-39 non ricordo. Ma credo che Kobe possa ancora fare la differenza. Continuerà a segnare canestri. 

Per i minuti giocati da Kobe, il tempo speso sul parquet, il modo in cui ha giocato era inevitabile pagare dazio. E il suo ultimo infortunio credo sia dovuto alle conseguenze avute con la rottura del tendine di Achille. 

L’allenatore 11 volte campione NBA ha parlato anche della questione Howard, proponendo uno scenario diverso da quello reale se ci fosse stato lui ad allenare i Lakers.

Credo che ci sarebbe stata una buona possibilità che potesse rimanre. Dwight l’ha data su un po’ troppo presto, ma probabilmente non era colpa sua. Probabilmente non ha trovato la cultura che cercava per esprimersi al meglio. Ma è costato molto ai Lakers, gli è costato scelte al Draft.

Ad oggi però i Rockets sono quinti ad Ovest, e Howard sta collezionando una doppia doppia da 18,5 punti e 12,5 rimbalzi di media in stagione.

Sta andando bene, lo ammetto, OK. Ma il suo gioco per me è regredito dalle Finals del 2009 (giocate contro i Lakers di Jackson, ndr). Il suo gioco in post non si è sviluppato e questa è la cosa che speravo potesse implementare avendo Kevin McHale come allenatore, ma non so se sia accaduto quest’anno o no. 

Jackson ha anche parlato del suo futuro, se sarà possibile rivederlo in panchina.

Negli ultimi due anni la mia risposta è stata che io non tornerò ad allenare. Fisicamente devo riconoscere che vengo da una situazione in cui ho subito cinque operazioni negli ultimi tre, quattro anni e allenare sarebbe difficile. Già recuperare dalle operazioni è difficile. Quando sei un ragazzino le forze per recuperare non ti mancano, ma alla mia età ci vuole più tempo. Viaggiare, fare tardi la notte, andare su e giù per il campo, che è una cosa importante per me come allenatore. Ho allenato le ultime stagioni seduto in panchina perché non potevo alzarmi e ho capito che era il tempo di lasciare. Perciò, queste sono alcune delle motivazioni che mi hanno spinto a stare seduto qui invece che essere in campo e dire che non ho intenzione di allenare. Ma sai, magari il mio corpo guarirà in fretta per tornare sul parquet (coach Jackson ha parlato di tessuti rigenerabili, ndr).

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