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Dwight Howard: ecco la situazione

La situazione Howard, come al solito, sta generando un turbinio di rumors e notizie di tutti i generi e di tutti i tipi, dal ristorante di Dallas che offre al centro pollo fritto a vita al negozio di Houston che ribatte con una fornitura di preservativi senza scadenza, ma oltre queste news dal sapore agro-dolce intinto nel marketing di marca USA ci sono franchigie che hanno provato qualsiasi mossa per portare il centro dei Lakers a vestire la loro maglia.

Se fino a qualche giorno fa a Los Angeles si attendeva la firma con una certa positività, nelle ultime ore più di un’ombra è arrivata ad oscurare il cielo della città degli angeli.

Martedì la dirigenza dei Lakers ha incontrato Howard costruendo le fondamenta per un futuro prospero ma, soprattutto, certo per la franchigia californiana. La situazione sembrava ormai definita e Dwight convinto a rimanere in giallo viola, ma negli ultimi giorni è tornato alla ribalta “The problem”, ovvero il problema della coesistenza di Howard con l’attuale stella dei Lakers, Kobe Bryant e quello, ancor più importante, di giocare nel sistema di D’Antoni.

Fonti vicine a all’entourage del giocatore hanno rivelato che Howard non è ancora sicuro della sua scelta, tanto che si è “rifugiato” ad Aspen (Colorado) per ragionare con la massima tranquillità sulla decisione che influenzerà il suo futuro.

I Lakers sembrano pronti al peggio, nonostante possano offrire al giocatore un quinto anno di contratto a quasi 30 milioni di dollari, non si sentono abbastanza sicuri di poter trattenere il loro centro titolare. Per questo motivo, dopo aver rifiutato tutte le sign-and-trade che potessero coinvolgere Howard, oggi la dirigenza dei Lakers sembra pronta a qualsiasi tipo di manovra che permetta alla franchigia di rimanere competitiva per la prossima stagione, anche andando a pesare (ancora di più) sul salary cap.

I Rockets e i Mavericks sono state le franchigie più pericolose nella corsa a Howard, soprattutto nei primi giorni di mercato, ma nelle ultime ore, come già rivelato dal nostro giornale, si sono inseriti nella bagarre e con una certa aggressività i Golden State Warriors.
Come riferito anche da ESPN.com la franchigia della baia di Oakland sembra in grado di scambiare i pesanti contratti in scadenza di Bogut (14 milioni), Jefferson (11 milioni) e Biedrins (9 milioni) per liberare spazio e poter arrivare a Dwight, così da evitare sign-and-trade pesanti come quella che vedrebbe Bogut e Thompson o Barnes approdare a Los Angeles.
La situazione Golden State è quella che mette più in difficoltà i Lakers perché costringe la franchigia della famiglia Buss a considerare possibili sign-and-trade per non rimanere senza Howard e con un pugno di mosche in mano per la prossima stagione.

Sulla sponda orientale, gli Atlanta Hawks sembrano ormai lontani dalla corsa al centro ex-Orlando, alcuni dei giornali più autorevoli danno la franchigia fuori dai giochi, rimangono dunque Dallas e Houston.

I Rockets hanno possibilità di offrire sign-and-trade interessanti come quella che vedrebbe muoversi da Houston Jeremy Lin e Omer Asik in cambio di Howard, fornendo ai Lakers un playmaker giovane come Lin (che ha giocato il suo miglior basket proprio con D’Antoni) e un centro difensivo come Asik che, sicuramente, non andrebbe a creare problemi all’ego di Kobe Bryant.
Il problema però sono i contratti dei giocatori che potrebbe offrire Houston, sia Lin che Asik vedono i loro contratti scadere dopo la stagione 2013-14 ed andrebbero a pesare, fortemente, sul salary cap della squadra di Los Angeles costringendola a cambiare le proprie strategie del dopo Kobe.
Se la sign-and-trade dovesse essere confermata, Houston potrebbe puntare a prendere anche Josh Smith costruendo una squadra davvero completa e pronta a vincere subito.

La situazione Dallas è estremamente diversa, la franchigia Texana non ha possibilità di offrire sign-and-trade interessanti proprio per questo motivo tutte le forze della dirigenza sono concentrate sulla costruzione della squadra da presentare a Howard per convincerlo a giocare a Dallas. In questo momento, però, anche l’opzione Texas sembra tramontare lentamente.

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