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Milwaukee Bucks

L’estate di Milwaukee

La sconfitta patita in casa la scorsa domenica contro i Miami Heat ha fatto calare il sipario sulla stagione dei Milwaukee Bucks. Un’annata contraddittoria per la franchigia del Wisconsin, caratterizzata dall’esonero di coach Skiles, la nomina di Boylan come suo rimpiazzo ad interim ed un andamento ondivago nella regular season. Per la pochezza dell’Est i Bucks sono giunti alla postseason, dove hanno subito lo sweep da Lebron James e soci.

Nei giorni successivi alla gara persa contro i campioni in carica il front-office della squadra ha preso la prima di molte decisioni che avranno luogo nella imminente off-season. Il Gm John Hammond ha infatti annunciato che non verrà offerto alcun contratto a Jim Boylan. L’ex assistente di Skiles aveva iniziato bene la sua avventura nella città di Happy Days, ma le cose si erano messe male dopo le prime settimane di luna di miele. Milwaukee ha perso 12 delle ultime 16, finendo con un record perdente per la terza stagione consecutiva, l’ottava volta che ciò accade in nove anni.

Come al solito, sta iniziando ad impazzare il toto-allenatore. Due i nomi che stanno circolando con più insistenza: Kelvin Sampson, attualmente assistente dei Rockets, e Stan Van Gundy, che si è preso un anno sabbatico e sarà uno dei coach più ambiti quest’estate. Hammond ha dichiarato che la scelta della nuova guida tecnica dovrebbe avvenire, nelle sue intenzioni, in tempi piuttosto brevi, per procedere alla costruzione della squadra dell’anno venturo.

Già, il roster. Quello dei Bucks ha più di un bandolo della matassa che deve essere sbrogliato. Diversi giocatori infatti, nei ruoli chiave, hanno il contratto in scadenza a Giugno. Tralasciando Przybilla, Dalembert e Marquis Daniels, sono altri i casi più spinosi. Due elementi della panchina sono unrestricted free agents, e sono quindi liberi di firmare con chiunque nella off-season. Si tratta di Mike Dunleavy e J.J.Redick, arrivato a Milwaukee il giorno della dead-line. Se si accontentassero di cifre non eccessive potrebbero rifirmare con i Bucks, anche se Redick potrebbe fare gola a molte squadre in cerca di specialisti nel tiro da tre.

Monta Ellis ha invece una Early Termination Option che, secondo i rumors, potrebbe esercitare diventando anche lui unrestricted free agent. In tal caso rinuncerebbe ad 11 milioni di dollari per sondare il mercato e spedire le proprie labbra ad indirizzo nuovo. Se decidesse di non sfruttare questa clausola ritornerebbe ai Bucks, per essere poi definitivamente UFA nell’estate del 2014.

Last but not least, Brandon Jennings, che è invece restricted free agent. La situazione del playmaker ex-Roma è da monitorare con attenzione per i possibili sviluppi. Il giocatore, secondo i soliti beninformati, avrebbe rifiutato un’estensione proposta dal management della squadra puntando ad un contrattone nel prossimo Luglio. Inoltre, come rivelato in alcune interviste, si aspetta consistenti rinforzi nel roster per scalare posizioni nella Eastern Conference. I Bucks possono pareggiare le offerte di altre squadre, ma si tratterebbe comunque di un rischio per un giocatore che non è ancora tra i mostri sacri del ruolo. Non ha di certo aiutato la prestazione di Jennings contro gli Heat, letteralmente sparito dal secondo tempo di Gara-1 in poi, con la “chicca” della panchina nell’ultimo quarto di gara-4.

Milwaukee è attualmente sopra il limite del Salary Cap, anche se una bella mano in tal senso la darà la fine del contratto di Dalembert. Con così tante spade di Damocle pendenti sulla testa, il GM Hammond dovrà prendere nei prossimi mesi parecchie decisioni importanti per il futuro di una franchigia che da un decennio vive un periodo grigio.

Alessandro Scuto

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