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BRACKETS’ RELIGION: LOUISVILLE-MICHIGAN

The road ends here. Un intero anno di sudore, d’allenamenti. Un mese di follia da cui è quasi impossibile uscire vivi. L’emozione della prima partita nelle Final Four. La consapevolezza d’essere ad un passo dallo scrivere la storia. Benvenuti al giorno dei giorni per il basket collegiale. Mancano poche, pochissime ore al più famoso dei tagli della retina; a contenderselo saranno i Wolverines e i Cardinals.

(1) Louisville-Michigan (4): Situazioni differenti tra queste due squadre, sia a livello mentale che tecnico. Louisville ha faticato moltissimo con la sorpresa Wichita State, rischiando di capitolare. Michigan invece ha superato il più complicato ostacolo Syracuse con meno patemi. Da dietro l’arco Louisville è ai limiti dell’indecoroso, con un Siva che nelle ultime partite ha seriamente attentato alla vita di vari ferri. Hancock e Anderson (eroi della gara con gli Shockers), sono gli unici a dare sicurezze sotto questo punto di vista. Pitino può dormire tranquillo pensando però a Russ Smith. La minuta guardia sta predicando basket, andando sempre sopra i 20. Behanan continua a spargere atletismo (10 e 9 rimbalzi in semifinale). Dieng invece è un grande punto interrogativo. Il lungo senegalese alterna partite d’indiscusso valore a prove amorfe, esempio lampante è la virgola con Wichita. I Wolverines invece hanno distrutto la 2-3 sacra di coach Boeheim grazie ad un McGary dalle mani fatate. Il centro dell’Indiana difatti, ha aggiunto alla già conosciuta sostanza, anche giocate da grandissimo passatore. Burke e Hardaway sono i go-to-guy, pieni di talento e attributi. I Cardinals avranno le mani piene cercando d’arginarli. I Wolverines però dovranno fare affidamento sui vari Robinson III, Stauskas e LeVerte, veri e propri aghi della bilancia di questa sfida. Da loro potrebbe uscire l’eventuale eroe della serata.

Dollaro che mettiamo su Michigan, anche se lo ammettiamo, potrebbero farci male le lacrime di Ware vicino alla panchina.

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