Brandon Jennings è stato relegato in panchina durante la seconda parte della partita disputata la scorsa notte tra i suoi Milwaukee Bucks ed i Philadelphia 76ers, dopo che aveva passato il primo tempo a “non giocare” (col risultato di 0/3 dal campo, 0 assist, 0 rimbalzi). All’inizio del terzo quarto Jrue Holiday ha battuto il suo difensore (Jennings stesso) per l’ennesima volta, è questo è bastato per coach Jim Bolan nella scelta di trattenerlo inattivo da quel momento fino alla fine del match, poi perso 100 a 92.
“Questa è la terza volta che sono stato relegato in panchina per tutto il secondo tempo e ai tempi di Scott Skiles non succedeva mai” ha rivelato il playmaker 23enne. “Ogni giocatore vorrebbe essere in campo per aiutare la propria squadra. Non vedo All-Stars in questa squadra, la responsabilità quindi dovrebbe essere divisa tra tutti i giocatori, non posso essere messo su un piedistallo in modo tale che gli altri abbiano la libertà di fare quello che vogliono. La scorsa notte eravamo nel mezzo di una partita importante che potevamo vincere, non so perchè non mi ha messo in campo.”
Le accuse arrivate a coach Bolan? Rispedite al mittente:
“Quando si gioca in quel ruolo (playmaker) ci sono un sacco di responsabilità sulle spalle del giocatore, l’attacco risulta efficace solo grazie alle tue capacità di creare il gioco. Bisogna impegnarsi ogni singola notte, su tutti e due i lati del campo, se questo non succede è mio compito pensare come cambiare le cose, ed è proprio quello che ho fatto io con Brandon. “
La questione, in questo momento della stagione, non è esattamente ciò che ci vuole per cancellare le presunte voci di un “malcontento” del playmaker stesso che, secondo rumors di mercato datate gennaio/febbraio , avrebbe intenzione di cambiare aria, città, e squadra.
