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Danilo Gallinari: “All-Star Game? Andare da titolare è quasi impossibile… voglio i playoff con Denver!”

Danilo Gallinari, ai microfoni di Gazzetta.it, ha rilasciato alcune dichiarazioni sul suo buon momento con i Denver Nuggets. Queste le parole della stella italiana, che ha toccato anche l’argomento Milan e dell’approdo a Cantù di Mancinelli:

 Una stagione da All Star, perché no? 
“Allora, andare da titolare è quasi impossibile: l’Italia è un mercato troppo piccolo per influire con la votazione dei tifosi. Diventa dura anche essere convocati dagli allenatori, perché nel mio ruolo ci sono tanti giocatori forti. ma hanno chiamato gente da squadre con record negativo (si riferisce ad Aldridge di Portland, n.d.r.). Trovo incredibile che da due o tre anni non ci sia nessuno a rappresentare i Nuggets. E non parlo solo di me, ma di Ty Lawson e altri. Pure a Est hanno invitato qualcuno di team che probabilmente non andranno ai playoff (Irving dei Cavaliers e Holiday dei 76ers, n.d.r.). Sarà presente David Lee e non Stephen Curry. E c’è l’assenza di Pierce: possibile che manchi uno come lui?”.

Si sente il leader della squadra? 
“Sì. Ormai c’è un certo tipo di rispetto nei miei confronti. E io mi trovo perfettamente a mio agio in questa situazione”.
Quali sono le sorprese di questa mezza stagione? 
“Non mi aspettavo che Golden State andasse così bene. E i Lakers così male. In verità, era da prevedere che avrebbero faticato con Mike D’Antoni. Per il suo tipo di schemi ha bisogno di giocatori particolari e secondo me la rosa non è adatta alle sue idee”.
Poi ai microfoni di Intervista Sportiva, Gallinari ha risposto ad altre domande
E’ un buon momento per i Denver Nuggets (quinti nella Western Conference) e, più in generale, state facendo una grande stagione. I playoff sono l’obiettivo primario, poi?
“Adesso pensiamo partita per partita, so che è banale ma è la cosa su cui dobbiamo concentrarci perché ancora la regular season è lunga. L’obiettivo sono chiaramente i playoff, poi si vedrà fino a dove potremo arrivare”.
Come hai preso il ritorno all’attività agonistica di Stefano Mancinelli, approdato a Cantù dopo essere rimasto senza squadra dalla scorsa estate? 
“Sono molto contento che il Mancio sia tornato a giocare perché oltre ad essere un mio compagno di squadra in Nazionale è anche un amico. Era strano vederlo senza squadra, se lo merita e penso che la pallacanestro gli sia mancata parecchio”.
I suoi ex tifosi milanesi però (quelli stessi che sono tanto legati a te e all’Olimpia), hanno tappezzato il muro della sua casa meneghina con scritte a dir poco spiacevoli. Un atteggiamento un po’ esagerato, cosa ne pensi? 
“E’ una cosa molto spiacevole, non c’è dubbio. Credo però che quando passi da una sponda all’altra (a maggior ragione se sulla tratta Milano-Cantù, ndr.) sono cose che possono succedere, per quanto sicuramente non siano affatto carine. Ciò che importa è che Mancio sia tornato a giocare e in breve tempo questo inconveniente sarà assorbito”.
Da milanista sfegatato quale sei, contento per l’arrivo di Mario Balotelli? 
“Si, è un grande acquisto, spero che giochi bene. Mi aspetto che sia protagonista e spero che la squadra riesca a vincere con il Barcellona (anche se Mario, in quella partita, non ci sarà. Ndr.)”.
Dalle tue parti, in America, sanno chi è Balotelli?
“Nel mio ambiente pochi sanno chi è”.

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