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Nerlens Noel e la prospettiva NBA

La corsa a perdifiato per raggiungere l’avversario. Il salto per cercare di stoppare il pallone. L’atterraggio e il successivo impatto col sostegno del canestro. Infine, il dolore lancinante e insopportabile al ginocchio.

Nerlens Noel, il centro freshman dei Wildcats della University of Kentucky, non si aspettava di certo che la sua stagione NCAA si sarebbe conclusa in questo modo. Le immagini del giocatore steso a terra e dolorante sul parquet di Florida hanno fatto il giro del mondo e sin da subito era parso evidente che l’infortunio fosse veramente serio.

Il responso è stato il più temuto per un giocatore di pallacanestro (e non solo): ACL, una sigla che, tradotta in italiano, indica che il legamento crociato anteriore di Noel lo ha tradito sul più bello, rompendosi.

Si tratta dello stesso infortunio appena sofferto da Rajon Rondo o, circa 12 mesi fa, da Ricky Rubio e Derrick Rose tra gli altri. Mentre non si sprecano gli auguri di pronta guarigione al giocatore, negli Stati Uniti sono due gli argomenti che stanno tenendo banco nelle ultime ore, entrambi legati alla vicenda-Noel.

In primo luogo, si è parlato di Draft 2013 e delle prospettive NBA future del centro dei Wildcats. Noel era stato indicato da molti come la probabile prima scelta assoluta, basandosi sul suo potenziale soprattutto difensivo e le grandi doti di stoppatore. Insomma un Anthony Davis 2.0, altro ex-Wildcat non a caso molte volte usato come termine di paragone per descrivere le abilità di Nerlens.

L’infortunio ha gettato qualche ombra sulla prossima chiamata al Draft. E’ vero che uno come Noel farebbe gola a parecchie squadre NBA in prospettiva. E’ altrettanto vero che realisticamente ci vuole circa un anno per ricominciare a giocare dopo un infortunio del genere e qualcosina in più per riguadagnare confidenza col proprio gioco, anche da un punto di vista prettamente mentale. Il rischio in definitiva sarebbe scegliere Noel, anche con la primissima chiamata, sapendo di doverlo attendere una stagione o quasi e nella speranza che nel frattempo non abbia smarrito le proprie capacità atletiche e tecniche.

Secondo, spinoso nodo della questione riguarda il tema dell’eleggibilità al Draft, segnatamente il limite di età per poter giocare nella NBA. L’infortunio del giocatore ha provocato diverse reazioni anti-Stern e la sua decisione di vietare l’ingresso nella Lega direttamente dall’high school. Per quanto dolorosa possa essere la vicenda-Noel, è altamente improbabile che l’NBA abbassi la già citata soglia, più volte discussa nel recente passato. Allo stesso modo non sembra praticabile al momento la soluzione ipotizzata da varie fonti, ossia che i giocatori NCAA vengano pagati per offrire le proprie prestazioni sportive.

Alessandro Scuto

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