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All-Star Game 2013: dimenticato qualcuno?

È finito ormai da qualche settimana il frenetico periodo in cui tutti noi ci siamo arrovellati per riuscire a votare il maggior numero di volte possibili i nostri giocatori preferiti per il week end delle stelle. I quintetti sono stati ufficializzati, e bene o male, tutti si sono trovati d’accordo nel dire che alla fine sono stati votati i migliori. Settimana scorsa, però, sono state rese pubbliche anche le liste delle riserve per le due squadre, e qui di discussioni ce ne sono state, eccome.
Cominciamo dalla Eastern Conference, e dal nome che tutti si aspettavano di veder figurare in panchina dopo la strepitosa stagione di cui si sta rendendo protagonista: ovviamente, si tratta di JR Smith. Le cifre che l’ex Nuggets ha messo insieme fino adesso, considerando sopratutto il fatto che esce dalla panchina, sono assolutamente strepitose: 16.2 punti, 5 rimbalzi e 3 assist di media per un giocatore che fino all’anno scorso era conosciuto come un assoluto individualista, si con grandi doti tecniche e sopratutto atletiche, ma uno che giocava solo e soltanto per se’ stesso. Il JR Smith che stiamo ammirando quest’anno e’ anche una persona totalmente diversa, oltre che un giocatore, dedito al lavoro, al sacrificio della squadra e sopratutto pronto a mettere a disposizione dei compagni il suo sconfinato talento. A mio parere, il fatto che non sia stato inserito da subito tra i nomi dell’all star game e’ un errore di valutazione clamoroso da parte dei fan che hanno votato. Ho detto “da subito” perché dato il disgraziato infortunio di Rajon Rondo, e’ molto probabile che Smith venga inserito all’ultimo momento con la conseguente promozione di Kyrie Irving a titolare, a discapito degli speranzosi Boozer, Jennings, Brook Lopez e Joe Jhonson.
Prendendo in considerazione proprio gli ultimi nomi fatti, mi pare molto strano che tra gli esclusi figuri anche il nome di Carlos Boozer. Chiariamoci, io sono da sempre uno dei più grandi critici del nativo della Germania ovest, avendolo sempre considerato svogliato, dal grande potenziale inesploso e troppo molle a rimbalzo. 15.8 punti e 9.7 rimbalzi a partita quest’anno: e’ proprio il caso di dire mea culpa. I Bulls stanno facendo un vero e proprio miracolo ad essere al terzo posto della Eastern Conference con solo due partite di ritardo dalla grande sorpresa New York Knicks, contando che sono orfani di Derrick Rose. Uno degli artefici di questo “miracolo” e’ proprio il #5, che insieme a Noah (lui meritatamente votato come riserva) in questo momento probabilmente rappresenta la coppia di lunghi più forte in circolazione (Howard e Gasol, rassegnatevi); okay, tra i Bulls hanno ricevuto molti voti anche lo stesso Noah e Luol Deng, che infatti parteciperanno, ma non mi sembra di ricordare la presenza di una regola che vieti di mandare tre giocatori di una stessa squadra al week end delle stelle (a Miami ne sanno qualcosa). Anche qui, grave ingiustizia sportiva.
Passando alla Western Conference, le sorprese non sono di meno. Altro giocatore che non avrà preso benissimo il fatto di non essere stato chiamato per la partita delle stelle e’ sicuramente Stephen Curry, a cui non può certo bastare come consolazione la convocazione per la gara del tiro da 3 punti. Tralasciando le statistiche individuali, che bene o male hanno sempre accompagnato il #30 nel corso degli anni, non si può non tenere in considerazione quanto di buono stanno facendo i Warriors in questa stagione: quinto posto nella Western Conference, record di 27 vinte e sole 17 perse, e Oracle Arena che è diventata un vero e proprio fortino che ha visto soccombere, tra gli altri, Heat, Clippers e Thunder. Con il ritorno di Andrew Bogut, avvenuto nelle ultime partite, i Warriors promettono grande spettacolo, comandati dal loro leader tecnico e spirituale, appunto Curry. Qualche parola in favore dei votanti, però, la voglio spendere: avete visto le altre guardie che figurano in panchina? James Harden, Russel Westbrook e Tony Parker, in assoluto il meglio del meglio. Dunque può essere giustificato, almeno in minima parte, il fatto che il buon Steph dovrà assistere allo spettacolo solo da spettatore.
Puntiamo adesso i riflettori su un altro escluso eccellente, soffermandoci però su un fatto abbastanza inusuale, anche per una partita dai così pochi particolari tecnici come l’ASG: vi siete accorti che tra le stelle dell’Ovest, l’unica ala piccola presente in squadra porti il numero 35 e sia tra i titolari? Perché non chiamarne almeno un’altra? Ed a questo punto, perché non Metta? Sono pronto ad accettare tutte le critiche del caso, ma a mio parere il motivo principale per cui i Lakers hanno ancora una piccola speranza di partecipare ai playoff, escludendo Kobe Bryant, e’ rappresentato proprio da MWP. Questa e’ sicuramente una delle stagioni migliori della carriera del #15 in maglia gialloviola, sia dal punto di vista realizzativo (13.5 punti in una squadra con Kobe, Nash, Gasol e Howard), sia da quello dell’apporto ai compagni (quasi 6 rimbalzi a partita). Probabilmente ci sarò rimasto più male io dello stesso Metta per la sua esclusione, ma a mio parere l’ex Ron Artest quest’anno aveva tutte le carte in regola per essere chiamato a Houston a fare da secondo a Kevin Durant. Altro errore di valutazione.

Leonardo Flori

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